Hidden Hearts || Can Yaman

𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐚𝐝𝐮𝐞: 𝑷𝒆𝒏𝒖𝒍𝒕𝒊𝒎𝒐

Ho la sensazione che ti amerò
per il resto della mia vita.

Poggiai le mani sui fianchi e mi guardai intorno, lasciandomi scappare un sospiro, osservando la mia camera da letto, completamente a soqquadro.

Non riuscivo ancora a crederci, stavo lasciando l'appartamento di Matteo per trasferirmi definitivamente da Can, andando a vivere insieme.

Dio, mi sembrava un sogno che si realizzava.

Finalmente le cose stavano andando come speravo.

Sembrava solo ieri quando ero corsa in questa casa supplicando Matteo affinché potessi restare e rimettermi in sesto, ricominciando una nuova vita.

Ad oggi credevo fermamente che fosse davvero destino che incontrassi Can qualche momento dopo, sul terrazzo.

E, cavolo, quanto ero felice di averlo incontrato!

Mi aveva cambiato la vita, radicalmente.

Era stato difficile all'inizio, non potevo negarlo, c'erano stati molti momenti in cui credevo che non avrebbe cambiato idea, che fra me e lui non sarebbe nato nulla di serio dati i suoi ideali e le sue paure, ad oggi invece, stavo lasciando tutto, per trasferirmi da lui.

Finalmente sarebbe cominciata la nostra vita insieme, finalmente non avremmo avuto più problemi, e finalmente, nessuno si sarebbe messo in mezzo.

Adesso era il momento di pensare solo a noi.

«Amore? Non hai ancora finito?» mi chiese Can, incredulo, catturando la mia attenzione, mi voltai incontrando il suo sguardo, rivolto già su di me.

«Non so se te ne sei accorto, ma, ho fin troppe cose da portare!» gli risposi spalancando le braccia, sorrise e mi venne incontro, varcando la soglia della porta finestra.

«Come posso aiutarti?» mi chiese mentre mi stringeva a sé, fra le sue braccia possenti, lasciandomi poi un bacio sui capelli, «Potresti cominciare a portare via quelli...» risposi, indicandogli gli scatoloni poggiati sul pavimento.

«Tu... non hai la minima idea di quanto io sia felice» sussurrò mentre chinava il viso e mi lasciava un bacio sul collo, inevitabilmente sorrisi.

«Credimi, ne ho una vaga idea invece» commentai facendolo sorridere, «D'accordo, allora comincio a portare via quelli» concordò, «Ma tu sbrigati a riempire gli altri!» aggiunse, puntandomi un dito contro, annuii.

Aveva l'aria felice, i suoi occhi brillavano di gioia.

Vederlo così, non aveva prezzo.

Era felice tanto quanto me, se non di più.

Il ragazzo testardo ed orgoglioso, che non voleva storie serie, alla fine, aveva ceduto.

«Finisco di riempire quelli, e ti raggiungo!» concordai, «Non metterci troppo ragazzina!» affermò mentre teneva stretto fra le braccia, lo scatolone, annuii con un sorriso, varcò poi la soglia della porta e uscì sul terrazzo.

Afferrai un altro scatolone e, rapidamente, misi al suo interno gli ultimi vestiti rimasi, ancora appesi nell'armadio.

Ero talmente felice da non trovare le parole giuste per descrivere come mi sentissi in quel momento.

Can era la mia anima gemella, colui con il quale avevo avuto una connessione talmente forte da stravolgermi completamente, sin dal primo momento che lo avevo incontrato, una connessione mai provata prima.

D'altronde, si dice che le migliori relazioni, nascono proprio in modo inaspettato.

Can era un ragazzo bellissimo, con un'anima stupenda, ed io, lo amavo con tutta me stessa. La mia vita, senza di lui, non avrebbe avuto più senso.