Sacrificherei me stessa per il tuo bene.
Fissavo il muro bianco davanti a me, da un tempo che sembrava infinito, non sapevo nemmeno più quanto tempo fosse passato da quel maledetto incontro.
Mi sembrava di vivere un incubo.
«Stai bene?» mi chiese Christopher, poggiando una mano sulla mia spalla, catturando la mia attenzione, alzai il viso, incontrando il suo sguardo.
«Sei molto pallida» constatò con aria preoccupata, annuii, «Non preoccuparti, sto bene, sono solo stanca...» mentii, lui annuì, evitando di insistere fortunatamente.
Però no, non stavo bene per niente.
Le mie mani continuavano a tremare, i battiti del cuore non accennavano a diminuire e mi girava la testa. Mi sentivo come se potessi svenire da un momento all'altro.
«C'era troppa gente prima? È forse successo qualcosa con qualche cliente?» mi chiese poi, scossi la testa, «No, in realtà il locale è stato praticamente vuoto per tutta la mattinata, solo all'ora di pranzo è cominciato ad arrivare qualcuno» gli risposi, lui annuì.
Essendo arrivata in anticipo, purtroppo non avevo trovato né Christopher, né i camerieri. Non ero riuscita nemmeno a vedere Matteo, era andato via pochi minuti prima che arrivassi.
Ma chissà, forse con loro in sala, le cose sarebbero potute andate diversamente.
«Can è appena arrivato» mi informò spostando lo sguardo oltre le mie spalle, il cuore inevitabilmente sussultò subito nel petto.
«Ah... Come mai è qui?» gli chiesi, lui aggrottò la fronte confuso, «Per la festa di compleanno, non ti ricordi? La prenotazione è stata fatta l'altro ieri» rispose, annuii, «Si, scusami, lo avevo totalmente dimenticato» gli dissi poi, scuotendo lievemente il capo, passandomi una mano sul viso.
«Ma tu, sei davvero sicura di stare bene?» chiese di nuovo, preoccupato, «Si, è solo stanchezza, tranquillo» ripeti scrollando le spalle.
La testa però continuava a girare e adesso avvertivo anche un forte senso di nausea.
Quello che era accaduto prima con Lorenzo mi aveva sconvolta completamente, stavo cercando di metabolizzare la cosa ma era impossibile.
Sarei volentieri scappata a casa ma ahimè, Matteo era fuori e serviva che restassi lì per il pranzo.
Dovevo resistere in qualche modo.
Mi alzai dallo sgabello e mi affacciai alla sala principale, poggiandomi con la spalla allo stipite della porta, Can era a qualche metro di distanza, con la macchina fotografica tra le mani, pronto a scattare delle foto.
Il cuore sobbalzò di nuovo nel petto.
Lo amavo troppo per prendere una decisione.
Non potevo assolutamente fare una cosa del genere.
Anche solo pensarlo mi sembrava assurdo.
Quando si voltò, il suo sguardo incontrò il mio, mi rivolse un bellissimo sorriso, poi, mi mandò un bacio con la mano, accennai un sorriso e sventolai una mano per aria, salutandolo a mia volta.
Quando tornò al suo lavoro, mi allontanai da lì, presi il cellulare dalla tasca dei pantaloni e raggiunsi la veranda a passo svelto. Sbloccai dalla rubrica il contatto di Lorenzo, poi lo chiamai.
Non avrei permesso che ci dividesse.
Avrei lottato per Can e per il nostro amore.
Qualora ne avessi avuto la possibilità.
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Hidden Hearts || Can Yaman
Любовные романыEleonora decide di cambiare la sua vita trasferendosi momentaneamente a casa del fratello maggiore, lasciandosi alle spalle una relazione tossica, la quale, da tempo, le impediva di stare bene ed essere sé stessa. Qui, incontrerà il suo vicino, Can...