𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐫𝐞𝐧𝐭𝐮𝐧𝐨:

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Quanto ti apri alle emozioni,
la vita ti sorprende sempre.

«Mi dici dove stiamo andando per favore?» chiesi implorante a Can, afferrando la sua mano, lui sorrise e, categorico, scosse la testa, «Assolutamente no! È una sorpresa e tale rimarrà» rispose.

Eravamo in macchina già da un pò e non c'era stato verso di farlo parlare, purtroppo. Avevo cercato in ogni modo di convincerlo a parlare ma niente.

La curiosità si stava letteralmente impossessando del mio corpo ma, quando in lontananza vidi il mare, sorrisi, sentendo già un senso di felicità.

Lui si che sapeva come farmi sentire bene.

«Avrei dovuto aspettarmelo» affermai voltandomi, Can sorrise immediatamente mostrando le fossette che tanto amavo, «Sei davvero speciale...» aggiunsi allungando il braccio, accarezzandogli il viso dolcemente, lui afferrò la mia mano e la baciò, «Questo ed altro per te» disse facendomi sorridere.

Parcheggiò l'auto nello spiazzale che vi era lì vicino e spense il motore, io nel frattempo slacciai la cintura, presi la borsa del sedile posteriore, poi scesi. Poco dopo scese anche lui, chiuse lo sportello e aprì il cofano, prendendo una busta.

«Che cosa c'è lì dentro?» gli chiesi incuriosita, non potendo farne a meno, lui inevitabilmente sorrise, «Lo vedrai dopo» rispose facendomi l'occhiolino, «Altre sorprese?» chiesi poggiando le mani sui fianchi, lui trattenne un sorriso, «Forse...» rispose vago scrollando le spalle, scossi la testa e sorrisi.

«Vogliamo andare?» propose poi non appena mi si avvicinò, porgendomi la mano, annuii e l'afferrai.

Che cosa avevo fatto per meritare un uomo così?

Io davvero non avevo parole, riusciva a sorprendermi continuamente.

Non appena raggiungemmo la spiaggia, Can poggiò la busta per terra ed estrasse un telo stendendolo poi sulla sabbia, «Accidenti, hai pensato proprio a tutto» constatai sorpresa seguendolo con lo sguardo, lui sorrise, «E non hai visto il resto» rispose mentre poi si sedeva per terra, incrociando le gambe, mi avvicinai a lui e feci lo stesso, prendendo posto al suo fianco.

C'era dell'altro?

«Qui, amore mio, c'è la nostra cena» affermò non appena estrasse una busta di cartone, «Aspetta, noi... Noi ceneremo qui?» gli chiesi sorpresa ed entusiasta, lui annuì, «Non hai mai cenato in riva al mare?» mi chiese lui con aria divertita, scossi la testa, quasi imbarazzata.

Nessuno aveva organizzato nulla del genere per me.

«Non fa niente. C'è una prima volta per tutto tesoro mio» commentò dandomi un buffetto sulla guancia, «Sono felice che queste mie prime volte siano con te» gli dissi, lui accennò un sorriso.

«Io voglio solo che tu sia felice, nient'altro ha più impegni per me» rispose, scrollando le spalle, «Tu mi rendi felice Can e non immagini quanto. Sapere che pensi sempre a qualcosa di nuovo per sorprendermi, per vedermi sorridere o per farmi stare bene, mi... mi riempie il cuore di gioia»

Nessuno aveva mai fatto ciò che stava facendo lui per me. Diceva di non essere in grado di amare o che facesse fatica, ma si sbagliava di grosso.

Doveva smetterla di sottovalutarsi continuamente, era un uomo incredibile invece, con un cuore d'oro.

«Si fa questo ed altro per la persona che si ama» rispose Can, sostenendo il mio sguardo, annuii, «Io ci sto provando davvero ad essere un uomo migliore, a lasciarmi il passato alle spalle e guardare avanti, per me stesso prima di tutto, ma anche perché meriti di essere amata, di essere felice e valorizzata» aggiunse, «Tu però non devi affatto migliorarti, sei perfetto così come sei» replicai.

Hidden Hearts || Can YamanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora