Più ti respingo, più voglio che tu insista.
Legai i capelli in una treccia e, frettolosamente, mi tolsi il pigiama, indossando i vestiti che avevo momentaneamente poggiato sul letto, lanciando poi uno sguardo all'orologio appeso alla parete.
«Eleonora?» mi richiamò Can, d'un tratto, facendo irruzione nella mia camera, mi voltai di scatto, sobbalzando per lo spavento, portando una mano al petto, con i battiti già accelerati.
Ma perchè spuntava sempre così all'improvviso?
«Can! Non puoi piombare qui così!» lo rimproverai, fissandolo, «E perchè?» chiese con un sorriso, divertito, «Ho visto che la finestra era aperta, quindi ho intuito che fossi ancora qui...» spiegò, facendo spallucce, «E quindi? E' comunque camera mia! Se fossi entrato nel momento in cui mi stavo cambiando?» gli chiesi imbarazzata.
«Farò più attenzione la prossima volta!» promise annuendo, alzando la mano per aria, «Allora? Che cosa c'è?» gli chiesi poi, «Sono passato per accertarmi che stessi bene» rispose, sincero, piegai il pigiama e mi voltai verso di lui, «Ieri eri davvero sconvolta...» aggiunse, «Sto bene» affermai immediatamente, annuendo, «E' stato solo un momento...» dissi ancora, facendo spallucce, minimizzando, «Sei sicura?» chiese, poco convinto.
«Sono sicura» confermai, «Devo smetterla di piangermi addosso, ho sofferto abbastanza, adesso devo andare avanti, riprendere in mano la mia vita» aggiunsi, lui sorrise, «Sono più che d'accordo» commentò, «Devo imparare ad essere più forte...» gli dissi, lui annuì e avanzò verso di me.
«Tu sei già forte!» affermò, «Non abbastanza» replicai, «Sei sono troppo sensibile!» scherzò prendendomi in giro, annuì e risi, «Purtroppo si» confermai.
«Essere una persona sensibile non è un difetto» replicò contrariato, «Lo so, ma voglio comunque lasciarmi tutto alle spalle» gli dissi, «Io ci sono se hai bisogno, lo sai...» commentò, accarezzandomi i capelli, lo guardai e poi sorrisi, «E ti ringrazio per questo.»
Can era una persona molto, molto dolce.
«Tu invece? Hai parlato con Bianca?» gli chiesi, poi, cambiando argomento, «Magari...» mormorò, «Non era in casa purtroppo» aggiunse, annuì, «Ah, a proposito...» esordì, fissandolo ancora, aggrottò la fronte incuriosito, «Ho capito il perché di quel nomignolo!» aggiunsi, sostenendo il suo sguardo, puntandogli un dito contro, «Davvero?» chiese sorpreso, annuì, «Lo hai preso da mio fratello» chiarì, con sicurezza, lui sorrise.
«Beccato!» disse con aria colpevole, ma divertito, alzando le mani per aria.
Proprio come pensavo.
«Posso sapere il motivo?» gli chiesi, andandogli incontro, sostenendo il suo sguardo, «Una sera...» esordì, «Eravamo insieme al locale, ricordo che stavamo parlando quando ad un tratto, il suo cellulare ha cominciato a squillare...» continuò, annuì, ascoltandolo in silenzio, con attenzione, «Sul suo schermo è apparso proprio quel nomignolo..» spiegò ancora, facendomi sorridere.
«Io incuriosito, gli ho chiesto di chi si trattasse e lui, ovviamente, mi ha detto che eri tu...» continuò, «Non avevo proprio idea che mi avesse salvata in quel modo» confessai scuotendo la testa divertita, lui sorrise, mostrando le sue adorabili fossette.
«Non so perchè ma mi è rimasto in testa» affermò, scrollando le spalle, «Ciò però, non toglie il fatto che te ne puoi appropriare» replicai, lui sorrise, «E' carino, credo che continuerò a usarlo invece» rispose annuendo, «Ah fantastico...» mormorai, lui rise, contagiando anche me alla fine.
«Devi uscire?» mi chiese poi, aggrottando la fronte, «Si, devo in ufficio da mio padre, vuole vedermi, per chissà quale motivo!» risposi, mentre mi guardavo intorno, cercando il cellulare.
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Hidden Hearts || Can Yaman
RomantizmEleonora decide di cambiare la sua vita trasferendosi momentaneamente a casa del fratello maggiore, lasciandosi alle spalle una relazione tossica, la quale, da tempo, le impediva di stare bene ed essere sé stessa. Qui, incontrerà il suo vicino, Can...