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Diciamo che sono un paio di giorni che sono distaccata un po' da tutti quanti perché sto ancora decidendo che cosa fare della famosa proposta che mi è arrivata dalla Roma.
Il tempo per pensarci ormai sta finendo infatti domani devo dare la mia risposta e poi ho deciso, qualora accettassi di andare lì, di poterci andare dopo la partita del 21 che si terrà il prossimo fine settimana e di partire eventualmente il prossimo lunedì dopo la partita.
Oggi come di consueto devo andare a lavoro ma per fortuna dovrò fare soltanto mezza giornata infatti alle due tornerò a casa per preparare l'email con la mia risposta da inviare nel pomeriggio.
Di tutta questa storia Kenan ancora non ne sa nulla, ho paura di dirglielo e non vorrei che avermi lontana lo portasse a giocare male.
So che Kenan dovrebbe essere stato il primo a saperlo ma per ora oltre al mister l'ho detto anche ai miei genitori che mi dovranno procurare a casa qualora accettassi la proposta.
So che è anche una buona occasione per andare avanti con la mia carriera ma non vorrei di certo trasferirmi e lavorare per la Roma, io ormai ho la mia quotidianità a Torino e cambiare città per costruirla da capo sarebbe davvero tosto e poi mi sono abituata ad avere il mio fidanzato vicino e già il pensiero di averlo lontano una settimana non mi allieta per niente.
In tutto questo casino che mi sto creando da sola io e Kenan siamo stati invitati al matrimonio di Federico e Lucia che si terrà a luglio.
«Buongiorno» dico alla segreteria mentre lei ricambia segnandomi l'entrata di oggi.
Dopo aver parlato con la segreteria vado nella mia saletta che metto a posto dopo aver lasciato un po' di disordine ieri dopo che me ne sono andata.
Mi metto seduta sulla mia scrivania ed inizio a lavorare un pochino al computer in attesa che arrivino i ragazzi al centro sportivo.
Infatti appena sento troppo movimento mi affretto a chiudere la mia stanza e metto un cartello attaccato alla porta così che non mi possano disturbare.
Dopo aver sistemato il computer per la giornata di oggi prendo dal cassetto in fondo alla scrivania la lettere della Roma e la rileggo per la millesima volta in questa settimana.
Ormai le parole che ci sono scritte me le sono imparate a memoria, vengo interrotta però da qualcuno che bussa alla mia porta e dico un distratto 'avanti' non curandomi del fatto che in mano avessi quella famosa lettera di cui nessuno sapeva l'esistenza.
«Buongiorno Chiaretta» dice la voce pimpante di Federico che si viene a mettere seduto su una delle due sedie posizionate di fronte alla scrivania.
«Buongiorno Fede» dico mentre tengo gli occhi incollati su quel foglio.
«Che cosa stai leggendo» mi domanda lui.
«Nulla di importante»
«A me non sembra, mi vuoi dire che cosa ti succede in questi ultimi giorni, sei diversa, sei distratta, dai risposte taglienti, sei fredda e distaccata da tutti persino con Kenan» mi dice lui e un sospiro affranto esce dalla mia bocca.
«Non mi succede nulla» dico fredda mentre continuo a tenere gli occhi fissi su quella dannata lettera.
«Chiara smettila di fingere, tutti si sono accorti che c'è qualcosa che non va, non sei più la stessa e tutti ne stiamo risentendo perché sembra come se tu non ci volessi più, ieri Kenan è stato cacciato dal campo mentre faceva allenamento e solo dopo ho scoperto che era perché tu non gli davi le stesse attenzioni e perché lo stavi ignorando» dice Federico e queste parole mi arrivano come una lama dritta sul petto.
Per la prima volta dopo ben trenta minuti metto giù la lettere e alzo gli occhi al cielo cercando di reprime alcune lacrime che però vogliono uscire per forza.
Infatti dopo molto poco la vista mi si appanna completamente, e i miei occhi sono pieni di lacrime che vogliono per forza uscire e non riuscendo più a reprimerle iniziando a scendere copiose sulle mie guance bagnandomele del tutto.
Federico che si è accorto del mio crollo si alza dalla sedia e viene dalla parte opposta della scrivania dove sono io, mi mette due mani sulle guance e mi punta i suoi occhi nei miei.
Non dice nulla perché probabilmente non trova le parole adatte per calmarmi perciò rimane in silenzio, io piano piano mi avvicino a lui e lo abbraccio mentre lui mi accoglie nelle sue braccia forti e muscolose che piano piano mi fanno calmare.
«Visto che ora ti sei calmata, mi puoi dire che cosa ti succede» mi domanda lui ed annuisco, prima di iniziare a parlare mi soffio il naso e mi rimetto seduta sulla mia sedia.
«Domenica mattina mi è arrivata una lettera che ho scoperto essere da parte della Roma, dove dicevano che volevano prendermi in prova con uno stage, questo stage potrebbe servire a prendermi definitivamente con loro come fisioterapista.
Mi hanno dato tempo fino a domani pomeriggio per accettare lo stage, ma io non so proprio che cosa fare Fede.
Da una parte sarebbe un'esperienza formativa, dall'altra qualora mi vogliano dovrei abbondare tutto e farmi una nuova vita a Roma e non voglio» dissi io mentre qualche altra lacrima scese dai miei occhi.
«Chiata io penso che tu debba accettare, non per farti una nuova vita ma perché è comunque una nuova esperienza che ti può aiutare a migliorarti e qualora ti dovessero fare una proposta di trasferimento vedrai se accettare o meno, ma ti prego prima di prendere qualsiasi decisione dillo a Kenan, credimi sta davvero male e non voglio più vederlo così» mi dice il mio migliore amico ed annuisco ringraziandolo.
«Che cosa eri venuto a fare» gli domanda cambiando totalmente argomento.
«Con una scusa del ginocchio sono venuto qui per capire che cosa avevi in questi ultimi giorni e adesso che lo so posso tornare in campo» dove lui facendomi ridere.
«Va bene, adesso torna ma non dire niente a nessuno, stasera parlerò prima con Kenan e poi lo dirò agli altri» gli dico e lui mi promette che non dirà proprio nulla.
Federico lascia il mio studio ed io continuo a svolgere il mio lavoro fino all'ora di pranzo.
Forse il pranzo è l'unica volta nella giornata che sono insieme ai ragazzi mentre ridiamo e scherziamo.
Dopo aver finto di mangiare vado a prendere un caffè alle macchinette e mentre aspetto che il liquido nero scenda nel bicchierino vengo raggiunta proprio dal mio ragazzo.
«Ei» mi dice lui posandomi una mano sul fianco facendomi per un'attimo sussultare.
«Ei» gli dico io girandomi e distogliendo lo sguardo dal caffè che stava scendendo nel bicchierino.
«Senti io volevo parlarti di quello che sta succedendo-» inizia a dire ma lo bloccai, mettendogli un dito sopra le labbra per zittirlo.
«Anche io volevo parlarti, va bene per stasera a casa mia verso le otto, prendo le pizze» dico io e lui annuisce, gli allaccio le braccia dietro al collo e mi avvicino sempre di più alle sue labbra, lui prontamente mi stringe i fianchi e con molta discrezione mi posa le sue labbra sulle mie spingendole più a fondo finché le nostre lingue non si iniziano a toccare.
Ci stacchiamo dopo due o tre minuti e ci guardiamo negli occhi.
«Mi sei mancata zümrüt» mi dice lui con un filo di voce sussurrandomi all'orecchio.
«Anche tu mi sei mancato patato» dico e poi faccio unire le nostre labbra in un lungo bacio a stampo, ci stacchiamo per l'ultima ed effettiva volta e dopo aver preso il mio bicchierino con il caffè torno nel mio ufficio mentre Kenan va in sala relax dagli altri ragazzi.
Dopo aver sistemato il mio ufficio ripongo tutte le cose nella mia borsa e poi vado in segreteria per segnare la mezza giornata, per fortuna oggi Sara non c'è infatti mi sbrigo e dopo aver ripreso la macchina sfrecciò verso casa.

io per te, tu per me ; Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora