La mattina della partita ci siamo alzati tutti abbastanza presto, erano più o meno le otto quando Kenan ed io ci alziamo contemporaneamente.
«Buongiorno piccina» mi dice Kenan che mi posa le sue delicate labbra sopra la punta del mio naso.
«Buongiorno anche a te Ken» dico io dandogli qualche bacio dolce sulla guancia.
«Sei carico oggi» gli domando mentre gli accarezzo la guancia guardandolo per bene negli occhi, dove riesco quasi a specchiarmi per quanto sono belli e soprattutto per quando siano chiari.
«Sono tanto carico, spero solo di riuscire a giocare oggi con questo adduttore» mi dice lui con un filo di preoccupazione.
«Ehi amore non ti devi preoccupare di questo, assolutamente, non vuol dire che se tu non giochi non sei bravo oppure non sei all'altezza, devi stare tranquillo andrà bene» dico io.
«Amore?» mi dice Kenan ed io sbarro gli occhi sentendo la parola che ho appena pronunciato nel bel mezzo del discorso.
«Oddio, no, cioè, non era quello che volevo dire, ho sbagliato, non dovevo chiamarti così, scusa, scus-» mi blocca la mano con un dito per farmi zittire, visto che stavo farfugliando parole a caso.
«Non devi dire nulla, va bene così piccina» dice lui e mi ammutolisco continuando a guardarlo.
Si avvicina piano piano verso di me e la distanza fra noi era davvero minima, non ci bastava nulla per azzerarla ma come sempre qualcosa doveva andare storto infatti ci hanno interrotto gli squilli dei nostri telefoni che suonarono all'unisono.
Kenan si scostò subito da me senza pensarci due volte, forse perché aveva capito che la situazione stava diventando imbarazzante per questo si fionda a vedere chi fosse a scrivergli di prima mattina stessa cosa faccio.
Essendo anche molto tardi io mi alzo e vado verso l'armadio per prendere il mio solito outfit per le partite.
«Tieniti la felpa mia» mi dice Kenan posando il telefono sopra al comodino e lo guardo interrogativa.
«Metti la mia felpa che ti ho dato ieri sopra la maglietta è più calda e poi è la mia» dice lui indicando nell'ultima parte della frase facendomi scoppiare a ridere.
«Che modesto che sei mamma mia» gli dico io ma come dice lui la prendo e la porto in bagno con me, mentre il calciatore mi guarda scomparire dietro la porta del bagno.
Dopo meno di quindici minuti esco pronta con la felpa del numero quindici indosso e mi infilo le scarpe, nel frattempo Kenan non è più nella stanza segno che si è andato a preparare nella sua, perciò non mi faccio tanti pensieri e scendo giù a fare colazione dove tutti gli altri mi stanno aspettando.
«Aspetta ma io quella felpa me la ricordo» dice Nicolò facendomi abbassare la testa di scatto.
«Non sarà per caso la felpa di un certo numero quindici della Juve chiamato Kenan Yildiz» domanda di punto in bianco Federico prendendomi in giro.
«Chi è che mi ha chiamato» domanda il diretto interessato che si piazza proprio dietro di me.
«Come mai Chiara ha la tua felpa e non la sua» domanda alla fine Fagioli.
«Be è più calda e quindi evita di stare male e poi sta meglio a lei che a me» dice ed è in quel momento che capisco di essere arrossata ma insieme all'imbarazzo ho capito anche che era veramente il ragazzo giusto quella volta.
Dopo questa scenata che è stata vista da tutti quanti ci sediamo a tavola per poter fare una colazione sostanziosa visto che alle sei in punto avrebbero giocato.
Subito dopo la colazione il mister ha richiamato i ragazzi per fare qualche esercizio extra e per studiare meglio tutte le tattiche che in questi giorni hanno messo in atto.
Nel mentre che i ragazzi fanno ciò io mi dedico a stilare una sorta di formazione per il mister come succede solitamente, con la semplice differenza che affianco ogni giocatore dovrò aggiungere una piccola descrizione sula salute fisica per far avere al mister un'idea completa quando stilerà la formazione vera e propria, per fare questo mi metto sulle panchine che ci sono date a disposizione per far allenare i ragazzi, in disparte da tutti e con le air pods alle orecchie mentre mi concentro per fare questo lavoretto.
Kenan per il momento rimane il mio punto interrogativo, non so proprio cosa fare, non so se schierarlo per il secondo tempo oppure è meglio lasciar riposare ancora un po' la gamba, forse la cosa più giusta sia lasciar riposare la gamba ma il mister lo farebbe sicuramente entrare, l'unica cosa di cui ho paura è che possa avere delle ricadute su questa cosa e rimanesse il suo punto debole per tutta la stagione, per evitare che questo accada lo metto in panchina aggiungendo la descrizione con il piccolo fastidio che gli è stato trovato mercoledì e poi aggiungo una nota personale dove espongo un consiglio.

Kenan Yildiz
Il mister subito dopo la colazione ci ha mandato in campo per farci fare qualche esercizio extra e per farci apprendere al meglio le tattiche di gioco per cercare di vincere la partita contro la Fiorentina.
Mentre svolgo ciò che i preparatori atletici ci dicono ogni tanto il mio sguardo ricade su Chiara che è intenta a scrivere su un foglio seduta sulle panchine in disparte da tutti con le cuffie alle orecchie ed è proprio immersa nel suo mondo, la osservo forse un po' troppo visto che Federico ha dovuto scuotermi per farmi trovare alla realtà, mi guardo intorno e gli lancio uno sguardo interrogativo non capendo cosa fosse successo.
«Sei innamorato perso, caro mio» mi afferma Nicolò mentre ride sotto i baffi con qualcun'altro della squadra.
«Ma che cosa dite. E poi cosa ve lo fa pensare» domando.
«Ce lo fa pensare solo il modo in cui la guardi, il modo in cui vi guardate quando siete insieme, gli sguardi di fuoco che molte volte gli mandi mentre lei cerca di ignorarli per non darti una grande soddisfazione, poi ci sono tutti i piccoli gesti, l'esultanza per lei, le foto con lei, hai dormito due o tre volte insieme a lei, abbracciati come foste dei fidanzati che stanno insieme da un'anno...
devo continuare» dice Gatti finendo di elencare le cose che io e lei facciamo.
«State dicendo sul serio che sono cose che facciamo e agli occhi di altra gente non sono semplici gesti» dico confuso mentre facciamo un po' di stretching finale.
«Kenan siete persi l'uno dell'altra ma sia tu che lei siete così chiusi in voi stessi, avete così paura di affrontare le cose nuove che la maggior parte delle volte lasciate che la mente contrasti le vostri emozioni» dice Mckennie mentre io piano piano capisco ciò che i miei compagni intendono dire.
«Vi devo confessare una cosa.
Due settimane fa e ieri è successo che io e lei stavamo per baciarci ma c'è sempre stato qualcosa che ci bloccava.
Alla fine dell'atmosfera però non c'era imbarazzo anzi come se non fosse successo nulla» dico imbarazzandomi un pochino.
«Questa è una cosa bellissima Ken, arriverà anche questo momento ne sono sicuro» mi dice Cambiaso, gli faccio un sorriso e poi viene richiamata l'attenzione dal mister che ci dà ancora qualche spunto per le tattiche da usare.

Chiara Afilani
Sono ormai le sei meno cinque, ed io sono dentro gli spogliatoi con i ragazzi dato che il mister ha appena annunciato la formazione.
Sono rimasta seduta in un'angolino finché Kenan non mi ha detto, con un veloce gesto della mano, di andare da lui.
«Dimmi tutto Ken» dico io.
«Non sono in formazione» dice lui un pochino deluso.
«Ken ascoltami, era palese che tu non potessi partire titolare, sei appena tornato da un semi infortunio era davvero troppo rischioso metterti già dal primo minuto, questo non toglie che potrai entrare nel secondo tempo» gli spiego io e lui annuisce mentre mi stringe forte in un'abbraccio.
Dopo non molto però ci dobbiamo staccare poiché i ragazzi titolari devono entrare in campo mentre noi altri dobbiamo andare in panchina, infatti seguita dal numero quindici ci andiamo a sedere.
La partita inizia e tutti prestiamo attenzione a ciò che accade all'interno del campo.
Al decimo minuto Miretti fa un bel goal sotto assist di Kostic.
Esulta sotto la curva degli juventini venuti in trasferta e poi la partita continua con l'andata del primo tempo che finisce con il nostro vantaggio.
I ragazzi vanno in spogliatoio e insieme a loro vanno anche quelli che sono in panchina mentre io resto seduta nella mi postazione.
«Chiara, allora cosa mi dici su Kenan, è rischioso farlo entrare oppure può andare?» mi chiede il mister e per un'attimo resto imboccata nei miei pensieri, mentre lui mi lascia tutto il tempo per pensare a ciò che bisogna fare.
«Ci ho pensato e secondo me sarebbe meglio farlo riposare e farlo tornare a giocare direttamente nella prossima partita, per me ha ancora bisogno di almeno una seduta di fisioterapia» spiego e il mister annuisce ringraziandomi e andando a parlare con gli altri colleghi dello staff.
Il secondo tempo rinizia e io sono seduta allo stesso posto con accanto Kenan che guarda attento i suoi compagni giocare, mentre man mano vede i suoi compagni alzarsi per scaldarsi.
«Non entro vero» mi dice di punto in bianco e per qualche secondo sussulto.
«Ho parlato con il mister, fino all'ultimo ero convinta di dirgli che saresti potuto andare, poi ho parlato con gli altri medici che ti hanno visitato in questi giorni, abbiamo messo a confronto vari fattori e siamo arrivati alla conclusione che potrai tornare a giocare settimana prossima e almeno un'altra seduta di fisioterapia la devi fare obbligatoriamente» gli spiego usando il mio tono più dolce, lui annuisce, un po' deluso.
«Lo capisco voi volete il mio bene e se questo comporta a stare fermo per una partita intera lo farò» risponde lui e sorrido dandogli un bacio sulla guancia.
Mentre la partita scorre i ragazzi hanno più occasioni per cercare un bel goal ma nessuna va a buon fine, quasi alla fine della partita Dusan stava facendo quasi goal ma viene bloccato dall'attaccante della squadra avversaria e proprio mentre ciò accade Kenan stringe la sua mano alla mia, non ci faccio tanto caso e la lascio legata a lui fino a quando l'arbitro non fischia la fine della partita, allora ci alziamo e iniziamo ad applaudire soprattutto a Miretti che ha fatto il goal che ci ha portato in vantaggio.
Dopodiché tutti i ragazzi vanno a farsi una bella doccia mentre io e tutto il resto dello staff con anche il mister li aspettiamo fuori.

io per te, tu per me ; Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora