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La serata stava andando a gonfie vele, tra una portata e l'altra andavamo in pista a ballare le canzoni che il dj passava alle casse.
Mangiammo davvero tanto ma nonostante il cibo che ci appessantiva abbastanza noi non mollammo e tornavamo sempre in pista a ballare come matti, io compresa.
Anche se non si direbbe io amo andare in discoteca e amo ballare in pista canzoni spinte con vestitini che si alzano e lingue che creano danze nelle bocche degli adolescenti.
Quando ero ancora a Roma a casa con i miei genitori ogni scusa era buona per andare a ballare con le mie amiche, ogni volta quando dovevo andare in discoteca mi preparavo ore ed ore prima perche mi piaceva farmi bella per uscire e svagarmi, mi piaceva andare in discoteca e non per rimorchiare e ficcare la lingua in bocca a maschi a caso ma perché mi piacevano solo le vibes che mi mandava la discoteca e poi ogni volta che andavo tornavo a casa in orari accettabili e sempre sobria, una sola volta era capitato di essere tornata ubriaca, le altre mi limitavo sempre a bere due o tre bicchieri di alcolici non troppo forti in modo da poter essere lucida.
Da quando sono venuta qua a Torino la mia abitudine di andare in discoteca si era affievolita a causa del lavoro impegnativo e di ciò che mi richiedevano, perciò la mia passione per la discoteca era andata sempre più in fondo al dimenticatoio poiché avevo ben altro a cui pensare.
«Oddio Chiara, senti sta canzone ti prego andiamo a ballare» mi disse Sara mentre mi scuoteva dal braccio per farmi alzare e senza pensarci due volte mi feci trasportare dalla mia amica e andammo in pista che si riempì subito dopo.
Ballai a ritmo di musica e non potei fare a meno di vedere la faccia che Kenan faceva ogni volta che davo una mossa di fianco alquanto sexy ha detta della mia migliore amica.
«È geloso come non mai» mi disse Sara mentre ballavamo attaccate l'una al corpo dell'altra.
«Oh lo so, o meglio, me lo posso immaginare» dissi io.
Io e Sara venimmo raggiunte dalle ragazze dei compagni di squadra di Kenan e mentre noi ci scatenavamo e ballavamo i nostri ragazzi erano seduti in fila che ci guardavano come se ci stessero per divorare.
«Così non vale, voi siete tutte fidanzate e i vostri ragazzi vi guardano da innamorati io mi sento la candela» disse Sara mentre osservava come noi ragazze lanciavano sguardi complici e forse anche compiaciuti ai nostri ragazzi seduti proprio di fronte a noi.
«Guarda che non ne sarei così sicura, guarda la Andrea non smette di guardarti è da tutta la sera che ti osserva» gli dice Thessa mentre con uno sguardo fugace gli fa notare che Cambiaso la stava letteralmente mangiando con gli occhi.
«Perche non ci vai a parlare» gli dissi io e con una spintarella amichevole io e le ragazze la mandammo verso il tavolo dove stava Andrea che la guardava ammaliato.
Nel frattempo venimmo raggiunte dai ragazzi che si erano trattenuti fino a quel momento e che evidentemente non riuscivano più ad aspettare.
«Sei bellissima e sexy allo stesso tempo, ti stavano guardando tutti forse è meglio che sappiano che sei solo mia» mi disse Kenan afferrandomi dai fianchi e facendomi agganciare i miei occhi ai suoi mentre le mie mani andarono dritte dentro i suoi capelli morbidi come la seta.
«Oh si direi che devono proprio capire di chi sono, che ne dici Yildiz vuoi marcare un po' il territorio» gli domandai con voce provocante che gli fece alzare le sopracciglia e brillare gli occhi.
Senza che gli dissi più nulla si avvinghiò alle mie labbra con rabbia, non iniziò per niente come un bacio dolce ma iniziò nel modo opposto, non appena appoggiò le sue labbra sulle mie chiese l'accesso con la lingua che intrecciò senza ombra di dubbio alla mia.
Nel frattempo le sue mani dai miei fianchi scesero dritte sui glutei che prima strizzò leggermente e poi palpò in modo seducente e mi fece provare un calore nel basso ventre che poi si sparse per tutto il corpo.
Si spostò dalle mie labbra e scivolò verso il collo dove lasciò qualche morsetto e subito dopo qualche bacetto fino ad arrivare alla clavicola dove aveva una bella vista anche del mio seno che si poteva intravedere per via della scollatura del vestito che indossavo.
«Vieni» mi disse lui.
Si staccò bruscamente dalla mia pelle e ancora stordita seguì il turco che mi portò dentro un bagno, chiuse a chiave la porta alle sue spalle e poi inizio a baciarmi di nuovo con più foga e con un fuoco dentro che mai avevo potuto vedere e sperimentare.
Le mie mani andarono a scompigliare i capelli perfetti del turco che continuava a baciarmi.
«Dio...» gemetti.
Non potevo reprimerlo non sarei stata in grado di farlo, lui sorrise sulle mie labbra e continuò a baciarmi senza mai riprendere fiato come se al posto dei polmoni avesse delle bombole d'ossigeno.
«Kenan...mi fai impazzire» dissi mentre scendeva con le sue labbra dal collo fino alla clavicola.
Una sua mano era sui miei glutei che stava palpando mentre la mano libera la portò nell'interno coscia verso la mutandina che portavo come intimo, prima di addentrarsi ancora di più mi lasciò uno sguardo e io lo ricambiai e poi iniziò a scostarmi il tessuto della mutandina in pizzo.
Mi accarezzo l'interno coscia e poi senza un minimo di preavviso infilò, delicatamente molto delicatamente, due dita dentro di me.
Sbarrai gli occhi non appena sentì un piacere invadermi tutta, le gambe stavano iniziando a tremare e ci misi tutto l'autocontrollo necessario per cercare di farle stare ferme.
«Oh mio dio...Ken» dissi mentre buttai la testa indietro e continuai ad affondare le mie mani dentro i suoi capelli.
Mi attaccai alle sue labbra che mi mancavano troppo e iniziai un bacio lento e passionale, mentre lui era ancora dentro di me, con le sue due dita che si muovevano.
Lo stavo continuando a baciare come non avevo mai fatto, ormai un fuoco che non sapevo di avere si era accesso in me e mentre continuavo ad avere le labbra attaccate a quelle del calciatore estrasse le due dita che erano ormai da troppo tempo dentro di me ed un senso di vuoto mi pervase per qualche secondo.
Ci staccammo anche dal bacio e rimanemmo a guardarci per secondi infiniti che mi parvero ore.
Lui mi fece poggiare la testa sulla sua spalla mentre la sua schiena si posò per qualche minuto sulla porta del bagno e rimanemmo abbracciati ancora per un po' a goderci il silenzio che avevamo creato dopo il nostro primo ed effettivo rapporto.
«È stato davvero stupendo Ken, davvero magico» dissi una volta che ci eravamo staccati dall'abbraccio.
Eravamo ancora in bagno questa volta eravamo impegnati a sistemarci i capelli che erano in uno stato indecente, infatti quando lui mi trascinò in bagno portai con me la borsetta dove avevo il minimo indispensabile per sistemarmi infatti passai la spazzola sui capelli e ripassai con un po' di rossetto le labbra che erano ormai del tutto sbavate.
«È stato il miglior rapporto di tutta la mia vita, amore» mi disse lui e non potei che sorridere, a quella frase, mi si era accesso proprio il cuore e non riuscivo neanche a spiegare come.
Dopo esserci sistemati ed essere tornati perfetti uscimmo dal bagno e tornammo nella grande sala proprio in tempo per iniziare a ballare di nuovo e questa volta la tavola era piena di alcolici e shottini da dover bere obbligatoriamente.

io per te, tu per me ; Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora