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Le settimane passano così come passano le giornate in Continassa e le giornate di lavoro.
Tra una cosa e l'altra il freddo si è impadronito anche di Torino infatti da un paio di giorni ho iniziato a fare il cambio armadio per mettere tutte le cose invernali al posto di quelle estive.
Come passano le settimane per il lavoro passano anche i giorni e il tempo di stare con i ragazzi, con Kenan ho uno splendido rapporto forse paragonabile a quello che ho con Federico, per me Kenan è un ragazzo davvero speciale, ogni volta mi fa sentire a mio agio anche se dovessi solamente ridere per una battuta ed è una cosa che apprezzo molto nelle persone, non ho problemi di fiducia ma ho imparato che non si dà subito una forte confidenza con le persone appena conosciute e per quanto io ci provi a fare la stessa con quel turco proprio non ci riesco, è come se il mio corpo non mi permettesse di andare più distaccata nel primo periodo.
Non so bene come definire questa sensazione ma di certo non è una cosa che mi dispiace anzi forse il contrario.
Questa mattina come sempre la sveglia suona presto, stranamente oggi sono sveglia prima io infatti non vado a disturbare Diletta che è nella sua camera ancora in balia del sonno, come mi aveva detto la sera precedente lei sarebbe entrata dopo verso le nove infatti aveva tutto il tempo per potersi svegliare con calma e prepararsi, forse un po' la invidiavo.
Preparai il caffe che lasciai anche per Diletta e aggiunsi un goccio di latte per farlo leggermente macchiato, misi un cucchiaino e mezzo di zucchero e lo iniziai a bere mentre guardai i primi raggi del sole illuminare il tavolo posizionato al centro della cucina.
Come ogni mattina mi dilungo troppo a bere il mio caffè e tutto il resto lo feci di fretta altrimenti sarei arrivata in un'estremo ritardo.
Presi dall'armadio al volo un pantalone della tuta nero e sopra il resto della divisa da lavoro con la semplice aggiunta di una felpa sempre con la scritta staff che utilizziamo per i mesi invernali così da tenerci più caldi.
Vado di fretta al bagno per lavarmi e sistemarmi la faccia al volo e prima di uscire dalla camera presi la borsa per il lavoro e le chiavi di casa e della macchina e poi uscì.
Alle nove e mezza se pur di corsa arrivai in segreteria dove come al solito ad aspettarmi c'era Sara.
«Buongiorno amica mia» dice lei sorridendomi mentre segna la mia entrata.
«Buongiorno anche a te Saretta» la saluto sporgendomi per darle un bacio sulla guancia.
Parliamo giusto cinque minuti e poi la saluto andando verso la saletta per sistemarla e mentre riordino le cose che mi sarebbero servite per quel giorno, sulla scrivania vicino al portapenne trovo un bigliettino, guardo per bene l'orario per evitare che se arrivassero i ragazzi non mi avrebbero riempito di domande fino a farmi sputare il rospo.
Ma vedendo che era ancora abbastanza presto chiusi la porta della saletta e mi sedetti sulla sedia vicino alla scrivania, poggiai i gomiti sul tavolo e apri lentamente il bigliettino.

Bellissima del mio cuore,
che dici di una cena io e te a lume di
candela?
Ovviamente se non verrai ti dovrai fare perdonare, ci conto!!!

Il biglietto non era firmato ma avevo capito chi lo avesse scritto dato che in tutta la Continassa una sola persona mi chiamava bellissima del mio cuore, per questo non mi fu difficile capire chi me lo avesse mandato, sorrisi per qualche minuto davanti a quel biglietto e pensai a come dirgli di si in modo originale, nel frattempo sentii dei passi avvicinarsi perciò misi il biglietto all'interno della mia borsa per evitare che qualcuno apparte me lo vedesse.
Come immaginavo dopo nemmeno dieci minuti quasi tutta la squadra bussa alla porta e li faccio entrare.
«Buongiorno stupenda» dice Federico entrando e venendo verso di me per darmi un bacio posato sulla guancia.
Arriva poi il ragazzo che mi ha mandato il bigliettino che si fa spazio fra tutti quanti e viene verso di me copiando il gesto fatto poco prima da Chiesa.
«Buongiorno bellissima del mio cuore»
«Buongiorno anche a te turco del mio cuore»
Dopo non molto escono e vanno verso il campo di allenamento dopo essere stati richiamati da Allegri perché si stavano dileguando troppo tempo a parlare con me.
Iniziai così la mattinata nel registrare le varie viste di controllo per le due persone infortunate e scrivendo e chiamando sento bussare alla porta, dico alla persona misteriosa di aspettare due minuti, giusto il tempo di staccare la chiamata.
«Ciao bellissima» mi dice Kenan entrando nella saletta e mettendosi davanti a me.
«Ciao anche a te Ken, che cosa succede» gli domando vedendo che fa qualche volta una piccola espressione di dolore.
«È da quando ho iniziato allenamento che mi fa male l'adduttore destro, non è che potresti controllarlo» mi domando e annusico indicandogli il lettino.
«Sai Ken stamattina mentre sistemavo la saletta ho trovato un biglietto da una persona misteriosa che mi ha chiesto di andare a cena con lui, mi sa proprio che accetterò il suo invito» dico io e mentre gli massaggio la gamba per capire quale fosse il problema gli spunta un sorriso sul volto che lo fa sembrare un vero e proprio bimbo.
«Sai avevo sentito parlare di questo negli spogliatoi» dice lui e mi metto a ridere per come ha continuato ad assecondarmi.
Alla fine della visita torno seduta per cinque minuti sulla scrivania per scrivere ciò che potrebbe essere e mi rendo conto che alla fine non è nulla di grave per fortuna ma solo un piccolo fastidio che con qualche giorno di riposo si può risolvere.
«Allora è qualcosa di grave» mi domando con un pizzico di preoccupazione nella voce.
«A dir la verità è solo un fastidio che ti ha provocato lo sforzo del muscolo, due massimo tre giorni fermo andranno bene per farlo passare, ovviamente questi giorni dovrai venire a fare fisioterapia» gli dico mentre tutto questo lo trascrivo sul suo fascicolo e inoltre lo spedisco per via e-mail alla segreteria che lo avrebbe spedito a tutto il resto dello staff.
«Quindi da oggi devo stare fermo» mi domanda lui ed annuisco.
«Lo devo dire al mister, mi accompagni» gli domando ed annuisco uscendo dalla saletta e chiudendosi la porta alle spalle.
Andiamo verso il campo di allenamento e il mister si gira verso di noi quasi preoccupato.
«È grave Chiara» mi domanda lui ma con un rapido gesto del capo lo rassicuro.
«È un banale fastidio, però se non farà fisioterapia potrebbe peggiorare, infatti gli vorrei dare massimo tre giorni di stop con due ore e mezza di fisioterapia in modo tale che per la partita di domenica lo potrà avere in panchina» dico al mister spiegandogli l'intera dinamica.
«Mamma se non ci fossi te come farei» mi dice il mister facendo ridere tutti quanti, nel mentre che faccio due chiacchiere con Allegri, Kenan raccoglie la sua roba e va negli spogliatoi avvertendoci.
Dopo aver parlato un po' con il mister torno nella mia saletta per cambiare lo strato di carta sul lettino e mettere a posto le varie cose utilizzate, mi appunto sul quaderno che per i prossimi tre giorni avrò le prime ore della mattinata impegnate e proprio mentre finisco di scrivere queste ultime cose nell'agenda sento la porta aprirsi rilevando la figura di Kenan con il borsone in spalle ed i capelli leggermente umidi.
«Non vai a casa» gli domando e lui nega con il capo.
«Voglio restare con te, mi sono informato e so che non ci metterai tanto a finire il turno per questo ti aspetto proprio lì seduto» mi dice infine indicando la poltrona situata vicino allo scaffale con le varie scartoffie che mi servono.
«Sei sicuro, finisco tra due ore, e tu non hai un'aria molto riposata, vai a casa poi quando ho finito ti chiamo» gli dico andando a chiudere la porta in modo tale che la nostra conversazione rimanga abbastanza privata e poi mi poggio sul bordo della scrivania.
«Stai tranquilla, non sono stanco, rimango qui due ore volano» dice lui ed anche se titubante annusico.
Si accomoda sul divano posando il borsone vicino a lui ed io mi rimetto a lavoro finendo quelle poche cose che mi servivano per non avere del lavoro arretrato da fare a casa.
Avevo appena finito di svolgere le ultime cose e poi chiusi il computer del lavoro, io e Kenan abbiamo parlato finché non mi accorsi che stavo parlando da sola perché lui si era addormentato mentre stavamo tenendo un bel discorso acceso, prima di svegliarlo per dirgli che dovevamo proprio andare gli feci una foto che avrei sicuramente postato più tardi.

@chiaraafilani's story

Lasciai il telefono sulla scrivania e mi avvicinai al divano dove era disteso il calciatore che dormiva beatamente, cercai di svegliarlo nel modo più cauto possibile e fortunatamente ci riuscii, gli dissi che dovevamo andare e sentendo quelle paro...

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Lasciai il telefono sulla scrivania e mi avvicinai al divano dove era disteso il calciatore che dormiva beatamente, cercai di svegliarlo nel modo più cauto possibile e fortunatamente ci riuscii, gli dissi che dovevamo andare e sentendo quelle parole si alzò in piedi di scatto e prese in spalla il borsone, passai per la segreteria dove al posto di Sara che oggi aveva fatto il turno di metà giornata c'era Giorgia che mi segnò l'uscita come sempre.
Abbiamo deciso di andare a casa di Kenan ma ognuno avrebbe preso la sua macchina, anzi, io sarei andata a lasciarla a casa visto che Kenan mi aveva convinto a restare da lui essendo che domani saremmo arrivati insieme.
Infatti passammo prima per casa dove lasciai la macchina nel garage e poi salì a casa, dove ancora non c'era nessuno, Diletta in mattinata mi aveva scritto e mi aveva detto che sarebbe uscita con Andrea un ragazzo conosciuto in università.
Corsi verso la camera dove presi uno zaino al volo e misi dentro tutto l'occorrente per passare la serata dal calciatore, preparai anche la borsa del lavoro e in meno di dieci minuti tornai vicino la macchina del ragazzo che mi aspettava mentre premeva velocemente le dita sullo schermo del suo iPhone.
Salì in macchina posando le varie cose dietro e subito posò il telefono per mettere in moto la macchina per andare verso casa sua, ormai sapevo perfettamente la strada come se la conoscessi da un sacco di tempo.
Entrammo a casa sua alle sei e mezza e posai le mie cose sul tavolo come lui mi aveva indicato, non era la prima volta che andavo a casa sa ma vedere una casa così tanto grande rispetto alla mia mi mandava in seria confusione ma da lì a poco mi sarei abituata.
Per passare il tempo optiamo per stare sul letto della stanza del ragazzo abbracciati a parlare, passando a dire cose serie e cose che non c'entravano assolutamente nulla col discorso che avevamo iniziato.
Senti uno sbadiglio da parte del calciatore e lo guardai dall'alto visto che lui era poggiato sopra di me.
«Hai sonno» gli domando e lo vedo annuire perciò gli inizio a fare alcuni grattini sulla testa.
«Anche tu ne hai» mi dice lui ed annuisco, mi inizia ad accarezzare la pancia creando dei piccoli cerchi, era un momento da immortalare perciò prendo il telefono e ci faccio una foto per poi mandarla al calciatore.
«Adesso la posto» mi dice lui ed annusico felice mentre torno a fargli i grattini sulla testa e man mano, mentre anche lui mi fa dei massaggi sulla pancia, gli occhi mi si fanno sempre più pesanti fino a chiudersi definitivamente.

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io per te, tu per me ; Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora