Come tutte le mattine da quando sono qui a Torino la sveglia suona precisa alle sette come ogni mattina.
Spengo la sveglia sporgendo il braccio verso il comodino che si trova alla mia sinistra.
Anche se controvoglia mi alzo necessariamente altrimenti se sarei rimasta altri due minuti a letto probabilmente mi sarei riaddormentata e svegliata molto tardi.
Vivo a Torino ormai da tre anni mentre solo da due e mezzo lavoro al centro sportivo della Juventus come osteopata e fisioterapista, l'anno scorso nel giorno del rinnovo del contratto il presidente Gianluca Ferrero mi ha offerto il contratto fisso, quindi ogni anno si rinnova automaticamente, mi ha anche raccomandato però che il primo passo falso che faccio mi rispedisce a Roma.
Perciò porto questo importante peso sulle spalle che però non mi dispiace affatto.
Esco dalla mia stanza e mi dirigo in cucina dove trovo Diletta la mia coinquilina nonché migliore amica preparare il caffè.
«Buongiorno Dile, faresti una tazzina anche a me» domando alla ragazza che si gira ricambiando il buongiorno e annuendo.
Nel mentre che lei prepara il caffè torno al volo in stanza per ricontrollare i vari fascicoli dei ragazzi e per scegliere cosa mettere.
Qui a Torino per fortuna fa ancora caldo infatti opto per dei jeans estivi dato che per il lavoro noi dello staff non possiamo mettere pantaloncini ma solo abiti adeguati al luogo di lavoro dove siamo, perciò prendo questi jeans chiari e sopra metterò la maglietta della Juventus dove dietro la schiena c'è la grande scritta con staff e aggiungo anche il pass per poter entrare e metto attaccato alla maglietta il mio cartellino di rappresentanza con il cognome e il lavoro che svolgo.
Torno in cucina dove Diletta stava versando il caffè nelle due tazzine, la ringrazio e aggiungo lo zucchero girandolo un po' e poi iniziando a berlo mentre mangio insieme qualche biscotto.
«Ancora che guardi questi fascicoli sono due giorni che li ricontrolli te li sarai imparati a memoria» mi dice Diletta mentre soffio una risata divertita.
«Devo controllare il ragazzo nuovo altrimenti se sì fa male la responsabilità è mia ecco perché sto guardando ininterrottamente questo fascicolo» le dico e lei annuisce anche se non approva del tutto questa cosa.
Una volta finito metto la tazzina dentro la lavastoviglie dato che ne io ne la mia migliore amica abbiamo tempo di lavare le cose a mano.
Vado a prendere i vestiti e mi rinchiudo nel mio bagno che io preferisco chiamare il mio regno.
Mi lavo velocemente con una doccia al volo senza capelli e poi mi vesto mettendo i vestiti scelti in precedenza, sistemo per bene la maglietta e il cartellino che è posato sul mio petto e penso ai capelli che oggi pomeriggio avrei dovuto lavare perciò faccio una coda alta e ben tirata per farla ben sistemata e poi passo al trucco, solitamente faccio qualcosa di molto semplice e non ci spreco tanto tempo e molte volte se capita di svegliarmi troppo tardi non mi trucco, dato che oggi mi sono svegliata precisa posso dedicarci qualche minuto in più perciò mi impegno a stendetere per bene il correttore sotto le occhiaie e mettere il mascara sulle ciglia per poi contornare le labbra con un labello colorato giusto per lasciarle più idratate.
Faccio qualche spruzzo di profumo addosso e un po' sui capelli ed esco dal bagno mettendo apposto tutte le cose utilizzate.
Torno nella mia stanza dove faccio al volo il letto e metto apposto il pigiama, metto le scarpe che sono le solite Nike bianche che ormai tutti hanno, preparo la borsa che porto sempre con me dove metto tutti i fascicoli che porto a casa con me.
Diletta come tutti i giorni sarà già uscita visto che per lei le lezioni all'università iniziano alle otto.
Ricontrollo se ho tutto sia nella borsa che nel giubbotto e controllo che la casa sia messa in ordine, e dopo aver afferrato le chiavi di casa e della macchina esco di fretta per andare al parcheggio.
Sono le otto e mezza e alle nove iniziano gli allenamenti dei ragazzi, ovviamente noi dello staff dobbiamo essere lì per le nove meno un quarto per poter sistemare tutte le cose che ci servono per sostenere le ore di lavoro.
La mia casa dal centro sportivo non è molto distante infatti non ci metto tanto ad arrivare solo dieci minuti di distanza in macchina mentre quindici a piedi.
«Buongiorno Massimo» dico mostrando al controllore il mio pass per poter entrare e parcheggiare la mia auto nei posti riservati che abbiamo.
Scendo in fretta e furia per andare a segnare il mio arrivo in segreteria.
«Buongiorno Sara, come stai?» domando alla segretaria che mi accoglie con un grande sorriso appena mi vede entrare dalle grandi porte scorrevoli.
«Buongiorno a te Chiaretta, va come al solito, tu invece vedo che sei sempre di corsa» mi dice facendomi scappare un sorriso.
«Ormai mi conosci troppo bene sai che se non faccio tutte le cose di fretta non sono io» dico continuandona a ridere e dopo la piccola chiacchierata fatta Sara mi segna sulle presenze dello staff e la lascio per andare a sistemare la mia saletta.
Appena entro lascio aperta la porta per fare circolare un po' di aria prima che la sala sia invasa dai ragazzi che stanno per arrivare, sistemo il lettino dove sono solita fare le visite e metto sulla scrivania i fascicoli che mi servono nella mattinata, mentre quelli in più li ripongo nella libreria che ho al mio fianco, accendo il computer ed entro nella tabella di oggi dove devo registrare le varie visite che faccio per poi mandare tutto per via email al mister Allegri e alla segreteria che pensa a girare tutto sul gruppo dello staff che abbiamo in modo tale che tutti quanti noi della staff sia medico ecc... possiamo avere tutto quando ne abbiamo più bisogno.
La mia saletta si trova vicino al campo dove i ragazzi si allenano perciò sento sempre quando i ragazzi arrivano e sono pronti per andare ad allenarsi infatti verso le nove e venti sento milioni di passi avvicinarsi sempre di più alla porta della saletta infatti alzo lo sguardo per accogliere i ragazzi.
«Ma buongiorno bellezza» mi dice Miretti ed io sorrido.
«Buongiorno anche a voi belli, voi non dovreste essere in campo» domando e li vedo fare spallucce.
«Hai detto bene dovremmo» interviene Cambiaso che si mette a ridere facendo ridere anche gli altri.
«Dai andate che io devo lavorare e visitare e voi dovete allenervi sennò le partite col cavolo che le vincete» dico io alzandomi dalla scrivania e andando verso la porta per cacciarli.
«Come sei cattiva questa mattina» mi dice Dusan ed io scuoto la testa mettendomi a ridere.
Dopo qualche altra risata finalmente vanno in campo dopo poco dopo vengo chiamata anche io dato che il mister Allegri vuole scambiare due parole con me mentre i ragazzi fanno riscaldamento.
«Buongiorno Mister» saluto Allegri che mi sorride.
«Buongiorno Chiara, ti ho fatta chiamare perché ti devo presentare il nostro nuovo acquisto» e subito dietro al mister vedo un ragazzo notevolmente più alto di me con i capelli leggermente scompigliati e un'ottima postura a vista d'occhio.
«Lui è Kenan Yildiz la nostra nuova stella, mentre lei Kenan è la nostra mitica fisioterapia e osteopata Chiara Afilani, te la volevo presentare perché so che devi fare una visita con lei al più presto e vorrei che tu la facessi adesso» annuisco e sorrido al ragazzo.
«Non c'è problema mister ci penso io, massimo quindici minuti e lo rimando indietro» dico al mister che mi sorride e mi ringrazia, si rivolge poi al ragazzo nuovo dicendo di seguirmi.
Ho già letto il suo fascicolo che mi è stato inviato svariate volte dato che è un pezzo nuovo dovevo avere molte certezze su quello che dovevo controllare oggi, perciò qualcosa su di lui so.
Ha origini turche, ma da quanto ho letto ha vissuto la sua vita in Germania, ha fatto prima parte della NextGen del Bayer Monaco e poi è entrato a fare parte lo scorso anno della NextGen della Juventus e adesso dopo aver fatto il ritiro pre-stagione negli Usa è stato promosso in prima squadra, ed solo diciotto anni.
Durante il piccolo tragitto entrambi siamo in silenzio, io perché non so minimamente cosa dire e lui probabilmente perché è in imbarazzo.
Arriviamo nella saletta e lo faccio accomodare sdraiato sul lettino mentre apro il mio quaderno degli appunti per segnare tutto.
«Innanzitutto mi presento, sono Chiara ho diciotto anni quasi diciannove e per il tuo tempo di permanenza sarò io che ti seguirò quando ti farà male qualcosa oppure quando ti farai male» spiego cercando di scandire bene le parole per farmi capire.
«Il piacere è tutto mio io sono Kenan come ben sai» dice mischiando il suo italiano con qualche parola in inglese.
Dopo avergli mostrato uno dei miei sorrisi inizio a visitarlo, partendo dalle coscie fino a scendere sulle caviglie e scrocchiando queste ultime in entrambi i piedi, passo poi alle braccia che devo dire non sono niente male e per finire lo faccio girare di schiena per controllare la sua postura che è davvero ottima come avevo già notato, infatti nella parte posteriore non ho dovuto fare scrocchiare nulla dato che la postura è notevolmente perfetta.
«Perfetto Kenan per oggi abbiamo finito, ci vediamo a fine allenamento» gli dico e lo vedo che si alza per poi sorridermi.
«Ti devo chiedere un favore» mi dice mentre si mette di fronte la scrivania interrompendo quello che stavo scrivendo sul quaderno.
«Si certo, dimmi pure» dico io.
«Mi accompagneresti al campo, sai, non sono ancora ambientato bene» dice maggiormente in inglese e accetto.
«Dimmi un po' non parli benissimo l'italiano vero» dico per rompere un po' il ghiaccio.
«No quasi per niente» dice lui e inizia a ridere trasportando anche me.
Una volta arrivati a bordo campo saluto Kenan e faccio un cenno di saluto al mister tornando nella mia saletta dove inizio a trascrivere al computer tutti i dati necessari di Kenan sulla sua parte di tabella.
Dopo non molto sento bussare alla porta e poi vedo entrare Federico Chiesa.
«Salve principessa» dice, io e Federico abbiamo un bellissimo rapporto lo considero un po' come un fratello maggiore e la stessa cosa vale per lui.
«Cosa ti serve» domando dato che gli allenamenti per la mattina non sono ancora terminati.
«Il mister mi vedeva troppo rigido perciò mi ha mandato da te per vedere se fosse tutto apposto» mi dice e gli faccio segno di stendersi sul lettino a pancia in giù, metto i guanti e mi avvicino al lettino.
«Adesso devi stare fermo anche se ti fa male» gli dico e lui annuisce, inizio a toccargli la parte bassa della schiena dove effettivamente si sente molto che è rigido.
«Adesso respira e poi quando ti dico io lasci morbido» e dopo avergli dato queste indicazioni gli scrocchio la schiena.
«Hai delle mani d'oro» mi dice mentre respira meglio.
«Stai buono campione ancora non abbiamo finito» dico io.
«Mi scusi mia principessa» dice facendomi ridere, finisco di controllarlo e poi lo faccio alzare.
«L'unica cosa che puoi fare per non farlo capitare spesso è fare più stretching prima di iniziare riscaldamento, adesso lo andrò a dire anche al mister così se lo appunta» dico e lui annuisce stringendomi in un abbraccio e lasciando un bacio leggero sulla mia testa.
«Adesso vai che hai perso abbastanza minuti» dico spingendolo via amichevolmente una volta sciolto l'abbraccio.
L'allenamento finisce verso le undici e mezza che è il tempo perfetto perché i ragazzi si facciano la doccia e poi vanno in mensa per mangiare dove anche noi dello staff andiamo.
Infatti alle undici e mezza spaccate scendo giù al campo per dare i resoconti al mister delle due visite mattutine e per far sbrigare i ragazzi dato che ho una certa fame.
Appena arrivo vicino al campo i ragazzi si fermano ad osservarmi e gli sorrido andando a dire al mister le varie cose e poi arrivo dai ragazzi che mi stavano aspettando.
«Allora ve la date una mossa che ho fame e senza di voi non possiamo iniziare a mangiare» dico io facendo scoppiare tutti a ridere.
«Ti deve arrivare il ciclo per caso» mi domanda Federico Gatti e lo guardo male.
«E anche se fosse» gli dico cercando di non farglielo capire anche se la vedo una missione impossibile da vincere.
«Si gli deve arrivare il ciclo» afferma Dusan e sbuffo incrociando le braccia al petto.
«Dai poverina lasciate perdere la mia principessa» dice Chiesa venendo ad abbracciarmi e faccio la linguaccia al resto del gruppo.
«Dai però adesso sono seria andatevi a lavare che ho seriamente fame» dico spintonandoli amichevolmente verso gli spogliatoi, e loro vanno verso di essi prendendomi anche in giro.
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io per te, tu per me ; Kenan Yildiz
RomanceChiara Afilani vive a Torino da quando ha iniziato studi più approfonditi per il lavoro che voleva fare da quando era bambina. Dopo sforzi e sacrifici che ha fatto riesce finalmente ad avere il suo posto di lavoro e non uno qualsiasi, bensì, si trov...