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Appena tornata a casa dopo un viaggio da Firenze fino a Torino saluto Diletta con un caloroso abbraccio, e gli chiedo come sia andata in questi due giorni.
Subito dopo vado nella mia stanza disfo la valigia e metto le cose che non ho utilizzato riposte nell'armadio più o meno ordinato mentre le cose sporche vanno dirette nella lavatrice che accendo subito, detto questo prendo il pigiama posato sul cuscino del letto, apro un cassetto del comodino e prendo l'intimo e vado in bagno a farmi una bella doccia rigenerante ma soprattutto rilassante, dopo aver fatto ciò mi butto sul letto e senza farlo apposto casco in un sonno profondo.
È il suono della sveglia che mi fa alzare con tanta malavoglia perché sarei rimasta molto volentieri a letto tutto il giorno, cosa non da me visto che di solito sono molto iperattiva, ma senza fare caso a questa mia strana voglia mi alzo, scelgo i panni e mi vado a lavare e cambiare, appena entro in bagno e mi specchio risale al mio sguardo la carnagione leggermente più biancastra rispetto al solito ma non ci faccio molto caso e mi preparo mettendo un po' di blush per cercare di riprendere un po' di colore anche se la situazione non migliora molto.
Vado giù a fare colazione dove trovo Diletta già pronta per affrontare un'altra dura giornata in Università.
«Non hai una bella cera, sicura di stare bene, e sicura di non volerti prendere un giorno di riposo almeno per oggi» mi chiede la ragazza intentava preparare il suo caffè.
«Non ti preoccupare sto bene e poi oggi non è una giornata faticosa se vedo che peggiora domani sto a casa, promesso» dico io e lei annusice anche se poco convinta dopo aver mangiato il minimo indispensabile esco di casa di fretta come al solito, entro nella macchina di Federico dato che ieri mentre tornavo mi ha offerto un generoso passaggio.
«Ciao Chiaretta, tutto bene, sei bianca bianca in faccia» dice lui e sospiro perché è la seconda persona di fila che me lo dice in meno di mezz'ora.
«Sto bene Fede, non ti star a preoccupare» gli dico e lui annuisce mentre in silenzio ci dirigiamo alla Continassa dove lui fila negli spogliatoi mentre io vado in segreteria per firmare l'entrata e come se non bastasse anche Sara mi chiede se andasse tutto bene.
Entro nella saletta e la inizio a sistemare mentre attendo che Kenan arrivi per fare l'ultima seduta di fisioterapia.
Non molto tempo dopo sento bussare alla porta e con un semplice 'avanti' arriva Kenan che viene subito verso di me lasciandomi un bacio sulla guancia e una piccolo abbraccio.
«Stai bene dadi, non hai un bel colorito» mi dice scherzosamente ed io sorrido.
«Stai tranquillo, anzi inziamo» gli domando e lui annuisce mettendosi sdraiato sul lettino, alzandosi il pantaloncino.
Appena mi alzo dalla sedia mi viene un leggero giramento di capo che mi fa perdere l'equilibrio per due secondi se non di meno e poi vado verso il lettino dove è steso Kenan per iniziare il trattamento.
Nel mentre parliamo tranquillamente e scherzando anche su qualche nostro aneddoto di quando eravamo piccoli.
Una volta finita la prima parte di trattamento subentra la seconda dove mi serve necessariamente il gel da cospargere sulla parte che fa male al calciatore.
Mentre mi alzo dopo aver preso il gel arriva un'altro giramento di capo questa volta più forte che mi costringe a reggermi al lettino e infatti lascio cadere la boccetta di gel a terra richiamando l'attenzione del calciatore.
«Dadi stai bene» mi chiede lui e gli faccio un segno negativo con la testa.

Kenan Yildiz
Oggi verso le nove e mezza arrivo al centro sportivo, purtroppo ancora non posso riprendere gli allenamenti ma lo potrò fare da domani visto che da quanto ho capito oggi dovrò fare l'ultima seduta di fisioterapia dalla mia Chiaretta.
Vado verso la sua saletta e vedendo la porta chiusa busso e dopo aver sentito la sua voce entro dentro andando verso di lei e lasciandogli un bacio sulla guancia ed un veloce abbraccio, la guardo per bene, non mi sembra la solita Chiara che vedo sempre energica anzi al contrario oggi sembra essere abbastanza stanca e poi non ha una bel colore di pelle.
«Stai bene dadi, non hai un bel colorito» gli dico io buttandola un po' sul ridere.
«Stai tranquillo, anzi iniziamo» mi chiede usando il mio stesso tono ed annnusico anche se dentro di me sono un po' titubante.
Mi vado a stendere sul lettino e tiro sopra la parte del pantalone che serve alla ragazza per farmi il trattamento, la prima parte vola via mentre parliamo ridendo e scherzando.
Proprio mentre sono distratto per un attimo sento una sorta di tonfo molto vicino a me perciò mi giro di scatto e vedo Chiara poggiata al lettino che si regge mentre la boccetta di gel è per terra.
«Dadi, stai bene» gli domando preoccupato e lei mi fa subito un segno negativo con la testa.
Mi alzo di scatto e la prendo per un fianco mentre lei si appoggia con la testa sulla mia cercando il supporto che gli sto dando.
«Vieni stenditi qua» gli dico io lasciandogli il mio posto libero e la faccio mettere distesa sul lettino.
Prendo la sua sedia e la avvicino a lei mettendomi seduto sopra di essa.
«Non mi sento tanto bene Ken» dice lei dopo un po' che le nostre mani sono intrecciate tra di noi.
Io la guardo preoccupato e vado verso di lei toccandogli la fronte per vedere se potesse avere qualche linea di febbre.
«Scotti un pochino dadi, vuoi andare a casa» le domando e lei annusice senza pensarci due volte.
«Allora aspetta qua, dammi cinque minuti e sono di nuovo qui» gli dico e la vedo annuire debolmente.
Esco dalla saletta mantenendo la porta aperta e essendo giù ai campi di allenamento cercando il mister che si trova a bordo campo mentre parla con l'allenatore dei portieri.
«Buongiorno mister» gli dico facendo notare la mia presenza.
«Oh Kenan che cosa ti porta qui, come va la fisioterapia» mi domanda.
«Va tutto bene, già da domani posso tornare ad allenarmi con voi, le volevo dire anche un'altra cosa, proprio adesso alla fine della fisioterapia Chiara si è sentita poco bene, credo che abbia un po' di febbre e suppongo abbia preso l'influenza, se per lei non è un problema la vorrei portare a casa» spiego velocemente al mister.
«Mi dispiace, ma certo Kenan puoi andare con lei» mi dice sorridendo e lo ringrazio, torno nella saletta e la trovo nella stessa posizione.
«Dadi, vogliamo andare, ho parlato col mister e mi ha dato la liberatoria» gli dico e lei annuisce alzandosi lentamente per evitare un'altro giramento di capo, vado vicino a lei per sorreggerla mettendogli una mano sul fianco mentre con l'altra tengo tra le mani la sua borsa.
«Ciao Sara, potresti firmare l'uscita di Chiara per motivi di saluti e mi mandi subito qualche giorno di malattia per lei» dico alla segretaria che annuisce subito e dopo il suo ok andiamo verso la mia auto parcheggiata abbastanza vicino dall'uscita.

Chiara Afilani
Grazie all'aiuto di Kenan sono arrivata a casa mia dove Diletta non c'era perciò eravamo soli in casa, mi porta in camera dove vado nel bagno per infilare al volo il pigiama e levare il filo di blush e correttore che avevo messo questa mattina, poi torno in camera dove seduto nel letto c'è Kenan che mi fa mettere sdraiata e lui si mette vicino a me.
Nel frattempo ha preso il termometro per misurando la febbre.
«Grazie Ken» dico io e lui mi sorride, apsettiamo cinque minuti e poi estraggo il termometro da sotto il braccio e lo do a Kenan.
«Hai 38.5 dadi, vuoi che ti porto una Tachipirina per fartela abbassare» mi domanda ed annnusico, gli spiego dove sia e poi dopo nemmeno cinque minuti torna con la pasticca nella mano e un bicchiere di acqua per buttarla giù, senza pensarci la prendo e dopo aver bevuto l'acqua mi colpisce un brivido di freddo dovuto alla febbre alta.
«Vieni mettiti più giù almeno sei coperta e senti meno freddo» mi dice e faccio come dice con una faccia del tutto stanca.
«Ken puoi andare davvero, non c'è bisogno che resti qui con me» gli dico e si gira verso di me.
«Non scherzare resto con te anche tutta la notte se è necessario, non ti abbandono adesso che stai male amore» mi dice, resto sorpresa per il modo in cui mi ha chiamata e lo guardo attentamente mentre si mette vicino a me e alla mia stessa altezza.
«Mi fai impazzire dadi» mi dice ad un certo punto.
«Anche da malata» gli domando.
«Sempre»
«Anche tu mi fai impazzire Ken» ammetto io e lui sorride fiondandosi nelle mie braccia.

@kenanyildiz_official's story

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io per te, tu per me ; Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora