Alla fine la sera del giorno precedente non ci siamo più alzati anzi a dir la verità io mi sono anche alzata prima della sveglia che però è ancora attiva per il calciatore al mio fianco che dorme beato, mentre è ancora poggiato su di me con un braccio che mi avvolge il busto.
Guardo un po' il telefono prima di posarlo sul comodino vicino al letto e trono ad osservare Kenan, gli lascio qualche carezza sulla guancia e poi gli faccio qualche grattino sulla testa come so che piace a lui, mentre continuo ad osservarlo in tutta la sua estrema bellezza.
«Vedi che non sono solo io che ti consumo con lo sguardo» dice la sua voce soave, mi blocco a sentire quelle parole e se prima la mia mano girovagava nei suoi capelli per lascargli qualche grattino adesso è come paralizzata.
Sento le guance che si iniziano a fare rosse per l'imbarazzo mentre il calciatore alza la testa.
«Sei uno stronzo» gli dico io mentre mi metto una mano sulla faccia per cercare di coprire il rossore evidente.
In quel momento il calciatore si scosta dalla sua posizione alzandosi da me e mettendosi sdraiata su un fianco per potermi osservare meglio.
«Dai smettila di arrossire era solo un complimento dadı» mi dice ma non mi aiuta per niente anzi divento ancora più rossa per questo motivo Kenan scoppia in una risata assurda.
Mi prendo in braccio e mi trascina alla sua altezza, dato che io ero poggiata alla spalleria del letto, mi fa arrivare vicino a lui e con una mano mi mantiene il fianco e fa avvicinare ancora di più il suo volto al mio.
Kenan stava per dire qualcosa ma il rumore della sveglia lo blocca e così mi giro per spegnerla.
«Dobbiamo rimandare la nostra chiacchierata» mi dice lui ed annuisco, con malavoglia ci alziamo entrambi dal letto e dopo che ho preso il telefono insieme andiamo in cucina dove Ken inzia a preparare la colazione, facendomi un caffè e mettendo a tavola alcuni biscotti.
Facciamo colazione mentre ci lanciamo sguardi complici ma senza spiccicare una parola.
Appena finito aiuto Kenan a mettere tutto apposto e poi vado a prendere i vestiti che avevo portato la sera precedente, il calciatore mi indica dove sia il bagno ed io mi ci rinchiudo cercando di fare il prima possibile.
Dato che Kenan aveva due bagni lui entrò in quello rimanente non occupato da me.
Mi lavai al volo ed indossai il pantalone della tuta nero con lo stemma della Juventus da un lato abbinato al giacchetto anche questo nero con il logo vicino al petto, anche se il giacchetto è abbastanza pesante decido comunque di mettermi sotto una maglia a maniche lunghe bianca sempre dello staff.
Mi lavo i denti e passo al trucco con del semplice correttore ed un po' di mascara, mi pettino per bene i capelli sciogliendo tutti i nodi creati dalla nottata e li sistemo in modo ordinato sulle spalle.
Metto qualche spruzzo del mio profumo e poi esco dal bagno portando con me le cose indossate prima, le metto nella mia borsa e poi indosso le scarpe.
Torno giù nel salotto e nel mentre che attendo Kenan che si finisce di preparare sto un po' con il telefono seduta sul divano, dopo non tanto vedo il turco scendere le scale con il borsone in spalla e anche lui la tuta uguale alla mia della Juventus con la sola differenza che io avevo scritto dietro la schiena staff mentre la sua era pulita, inoltre indossava anche le mie stesse scarpe, come fosse stato fatto apposta.
«Avevi per caso sbirciato quello che mi sarei dovuta mettere» gli domando ridendo ma lui fa segno negativo con la testa.
«A dir la verità era la prima cosa che mi è capitata davanti agli occhi aprendo l'armadio per questo l'ho presa, non avevo molto voglia oggi» mi confessa facendomi scoppiare a ridere.
«Adesso faccio una foto» continua a dire il turco ed annusico andando vicino allo specchio, è vero è tardi per me ma come potevo dire di no alla richiesta di una foto con Kenan Yildiz, per mia fortuna la prima foto è quella buona e mentre usciamo di casa vedo Kenan che la pubblica sul suo profilo.@kenanayildiz_official's story
Arriviamo in macchina e per intrattenere quei pochi minuti che sarebbero serviti per arrivare alla Continassa ascoltiamo un po' di musica che viene trasmessa dalla radio locale.
Alle nove e venticinque arrivo di corsa in segreteria lasciando qualche passo indietro Kenan.
«Pensavo che ti fossi presa il giorno libero» mi dice Sara ma faccio segno di no con la testa.
«Ti spiego tutto promesso» gli dico io con un lieve accenno di fiatone e lei annuisce mentre mi segna la firma per la presenza, subito dopo aver fatto la solita procedura arriva Kenan che mi affianca e saluta anche lui Sara facendogli un sorriso di cortesia, come succede per noi anche i calciatori devono essere qui al centro sportivo in un certo orario e anche per loro si segue la stessa procedura che abbiamo noi dello staff, infatti attendo che Sara segna la presenza di Kenan con l'eccezione di fuoricampo dato che deve fare qualche ora di terapia ed una visita di controllo e poi potrà tornare a casa.
«Ci vediamo dopo Saretta» le dico sporgendomi per darle un lieve bacio sulla guancia e andare insieme al turco nella mia saletta.
Si siede sul divano in attesa che io sistemi tutto l'occorrente e nel mentre arrivano i ragazzi che sosterranno come sempre il loro allenamento mattutino.
«Buongiorno fiorellini» esclama Manuel entrando nella saletta salutando prima Kenan e subito dopo me, arrivano poi anche gli altri fin quando non piomba nella stanza Chiesa.
«Allora dobbiamo parlare, appena finisco tutti gli allenamenti ci vediamo» mi dice lui e mi metto a ridere sapendo già di che cosa vuole parlare.
«Intanto ciao anche a te, e poi va bene tanto non avevo grandi programmi per questo pomeriggio, ci vediamo dopo» gli dico e lui annuisce mettendosi a ridere mi dà un bacio sulla testa e poi insieme al resto dei ragazzi escono dalla saletta, dove concludo di preparare il materiale per fare fisioterapia a Kenan.
«Vieni Ken, stenditi, così inziamo» dico al calciatore che subito si prepara sdraiandosi sul lettino.
Inizio a massaggiargli la parte che gli dà fastidio vedendo anche qualche smorfia di dolore.
«Bellissima del mio cuore così mi fai male» mi dice mentre si mette le mani in faccia ed una smorfia di frustrazione si impadronisce del volto del ragazzo.
«Ken so che ti fa male, è per il tuo bene, tra poco abbiamo finito» gli dico mentre gli pulisco la zona dal gel utilizzato.
Dopo circa due ore termino la fisioterapia insieme a qualche lamento di Kenan per il fastidio che sente.
«Abbiamo finito campione, muoviti che tra dieci minuti hai la visita» gli dico dandogli un piccolo schiaffo sul braccio per farlo alzare e mentre lui si sistema io cambio la carta che protegge il lettino.
«Adesso ho anche una manager che mi controllo tutti gli orari, che onore» dice ridendo e facendo ridere anche me.
«Smettila scemo» dico mentre cerco di dargli una spinta ma vengo fermata dalla sua mano che avvolge il mio braccio e mi fa girare verso di lui.
Siamo a pochi centimetri di distanza, uno strano brivido mi percorrere la schiena ma lascio perdere e continuo a fissarlo dentro questi suoi bellissimi occhi magnetici che mi rapiscono ogni volta che li guardo.
I nostri respiri si stanno per unire ma un colpo sulla porta ci fa staccare immediatamente ed entrambi cerchiamo di essere il più naturali possibili facendo finta che niente è successo.
«Chiaretta devi portare il fascicolo per il problema di Kenan al mister Allegri appena hai fatto» mi dice Andrea Cambiaso.
«Certo adesso glielo porto, tu torna a fare allenamento» gli dico io.
«Passi dal mister con me» gli domando cercando di spezzare quel filo di imbarazzo che si è creato.
«Si va bene» mi risponde.
«Pensi che posso giocare alla partita di domenica» mi chiede con un po' di preoccupazione nel tono di voce.
«Si Ken, unica cosa io non ti farei partire da titolare» gli dico e il ragazzo butta fuori un sospiro di sollievo, mi mette un braccio intorno al collo e così arriviamo ai campi dove i ragazzi si stanno allenando.
«Buongiorno Mister» diciamo all'unisono.
«Salve ragazzi, Chiara allora come sta il nostro Kenan» mi domanda il mister.
«Per domenica è apposto, unico consiglio, non lo farei partire da titolare» dico io ed il mister annuisce, gli porgo i fascicoli compilati poco prima.
Dopo altre due chiacchiere io e Kenan percorriamo il tragitto fatto inzialmente e mentre lui va a fare la sua visita io mi ritiro nella mia saletta per finire il lavoro che mi è stato assegnato.
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io per te, tu per me ; Kenan Yildiz
RomanceChiara Afilani vive a Torino da quando ha iniziato studi più approfonditi per il lavoro che voleva fare da quando era bambina. Dopo sforzi e sacrifici che ha fatto riesce finalmente ad avere il suo posto di lavoro e non uno qualsiasi, bensì, si trov...