39

357 28 5
                                    

Dopo aver guidato per circa quindici minuti arrivo allo stadio.
Non potendo farmi vedere da tutti quanti i tifosi che mi avrebbero di sicuro fermata per molto tempo decido di usufruire del mio pass che utilizzavo quando lavoravo qua.
Per fortuna a fari i controlli c'è Massimo, il guardiano che sta anche ai cancelli della Continassa e che quindi mi conosce molto bene.
«Oh, Chiara che piacere vederti, non sapevo che tornassi» mi dice lui dopo avergli fatto vedere il cartellino.
«Bhe si diciamo che sto pensando di tornare ma non è ancora nulla di sicuro e poi oggi devo fare una sorpresa a tutti quanti» dico io semplicemente e lui annuisce mentre sorride, e poi mi lascia andare.
Cerco un parcheggio che sia un po' appartato in modo tale da nascondere la mia macchina che i ragazzi conosco non bene ma di più.
Una volta aver parcheggiato, recupero tutto quello che mi serve e metto la borsa in spalla, dirigendomi verso l'entrata dello stadio dedicata alle famiglie dei calciatori.
Infatti appena arrivo faccio vedere oltre al biglietto anche il mio pass e mi fanno entrare senza problemi, vado alla ricerca del mio posto e poso la borsa su di esso.
Prima di sedermi mi affaccio verso il campo per vederlo di nuovo dopo troppo tempo e come sempre le emozioni che mi fa scaturire sono spettacolari.
Sono quasi le otto e cinque e tra circa quaranta minuti i ragazzi saranno in campo e anche le ragazze staranno per arrivare.

Kenan Yildiz
Prima partita di campionato.
E prima partita con la numero dieci sulle spalle che pesa abbastanza, ma sono pronto a prendermi questa responsabilità.
Abbiamo appena finito di fare riscaldamento sul campo e di tanto in tanto lanciavo delle occhiate alle tribune vip dove un posto è riservato a lei, ma che ancora non vedevo.
In tutto il tempo del riscaldamento mi sono autoconvinto che sarebbe arrivata tra poco ma quando stavamo rientrando in spogliatoio alla fine del riscaldamento lei non era arrivata ma non mi scoraggiai e cercavo sempre di pensare in positivo.
Il mister sta arrivando con la formazione e come mi ha detto in allenamento dovrei partire già da titolare ma questo è tutto da vedere.
«Bene ragazzi, sono qui con la formazione che utilizzeremo questa sera» annuncia Motta entrando nello spogliatoio e noi ci mettiamo ad ascoltare attentamente.
Come immaginavo parto titolare dal primo minuto e questo mi fa molto piacere perché vuol dire che ho fatto una buona impressione sul mister che adesso ripone grande parte della sua fiducia in me.
Sono le otto e cinque e non vedo l'ora, fra quaranta minuti, di entrare in campo e far vedere a tutti ciò che faccio quando la palla è tra i miei piedi.

Chiara Afilani
«Chiara» sento una voce fin troppo familiare chiamarmi, perciò lascio da parte il telefono e mi alzo dalla sedia girandomi verso l'entrata vedendo le mie amiche più care: Lucia moglie di Chiesa che da come ho capito non è convocato per questa partita ma lei ha deciso di accompagnare anche le altre, poi abbiamo Giulia la fidanzata di Nicolò Fagioli, India la ragazza di Miretti e poi la moglie di Locatelli, Thessa.
«Si, sono proprio io» dico mentre loro mi vengono ad abbracciare così forte che mi stavano togliendo il respiro.
«Sei tornata per sempre» mi domanda Giulia speranzosa ed io annusico più felice di loro.
«Poi ci devi dire questa scappata mistica a Roma che hai fatto perché non ho capito tutta la storia» mi dice India ed io annusico.
Come immaginavo le ragazze sono sedute vicino a me e così posso parlare con tutte, infatti mi fanno mettere al centro e inizio a raccontare tutto ciò che è successo da quel famoso stage che dovevo a Roma fino a finire all'incontro della squadra in discoteca e al pacco misterioso che pochi giorni fa mi è arrivato a casa.
Purtroppo non posso finire di spiegare tutto per i ragazzi stanno entrando in campo per l'inizio della partita e tutta la mia attenzione si pone sul campo da gioco, dove i ragazzi si stanno sistemando come da formazione.
Tra i calciatori scorgo la maglietta di Kenan e non posso che sorridere, perché finalmente può fare vedere a tutti quello che sa fare quando ha la palla in mezzo ai suoi piedi che io preferisco definire magici.
La partita inizia alle otto e quarantacinque come previsto.
La Juventus parte già abbastanza aggressiva infatti dopo poco avviene un pressing che come protagonisti vede Kenan che cerca di disturbare Baselli ma purtroppo commette fallo.
Dopo una ventina di minuti la Juventus ha un'occasione di goal che viene sfruttata al massimo ma la palla non riesce a finire in rete.
Infatti grazie ad un cross di Cambiaso, Dusan aveva preso la palla di testa che era uscita davvero di poco.
Per fortuna però il goal per noi arriva dopo meno di due minuti grazie ad un nuovo entrato: Mbangula.
Durante l'altra parte del primo tempo non successe nulla di molto eccitante se non un palo preso da Dusan.
La magia avviene ai minuti di recupero con un grandioso goal di Weah sotto assist prefetto di Kenan che come al solito mi lascia sempre senza parole con le sue giocate.
Dopo il goal il primo tempo termina e prima che i ragazzi entrassero nuovamente in spogliatoio Kenan butta un'occhio verso le tribune e senza neanche accorgermene mi ritrovo a guardarlo sorridente e lui fa lo stesso.
In quei quindici minuti di pausa parlai soltanto con le ragazze che mi aggiornarono di quello che era successo a Torino nel periodo che non ci sono stata.
Dopo quindi minuti di pausa la partita riprese con il nostro vantaggio di ben due goal.
Dopo pochi minuti che la partita è riniziata Dusan fece un goal di testa con un assist di Cabal che viene, però, annullato dall'arbitro poiché Cambiaso era in fuorigioco.
Il secondo tempo non fu eccitante come il primo, per lo più i ragazzi si sono concentrati a difendere la loro porta.
Arrivati i novanta minuti di gioco l'arbitro ne annunca sei di recupero e al primo minuto di recupero Cambiaso fa il terzo goal della partita ed il suo primo goal stagionale.
L'assist per il goal glielo fornisce Mbangula.
Finiti anche i sei minuti di recupero l'arbitro fa i tre fischi finali, i tifosi esultarono ancora un po' con i giocatori che erano andati sotto la curva e dopodiché i calciatori salutarono gli avversari ed andarono in spogliatoio per farsi la doccia.
«Chiara vieni con noi ad aspettare i ragazzi» mi domanda Thessa ed annusico mentre prendo la borsa e seguo le ragazze che vanno vicino agli spogliatoi per aspettare che i ragazzi si lavassero.
Ci hanno messo buoni trentacinque minuti ad uscire dallo spogliatoio ma alla fine c'è l'hanno fatta.
Appena i ragazzi mi hanno visto sono rimasti per un'attimo scioccati e poi senza pensarci molto mi sono venuti ad abbracciare, e se devo essere sincera mi sono mancati e anche molto.
L'ultimo ad uscire dallo spogliatoio è come sempre Kenan che vedendomi lascia cadere il borsone a terra e si butta nelle mie braccia mentre le sue mi strinsero forte senza farmi scappare.
«Visto che sono venuta» gli dico una volta che si è staccato dall'abbraccio.
«Aspettavo solo questo momento» dice lui mentre mi dà un bacio sulla guancia, incerto se potesse spingersi oltre.
«Anche se questo momento durerà per poco, visto che tra pochi giorni te ne andrai» dice lui con un pizzico di tristezza nella voce.
Allora gli prendo le guance tra le mie mani e lo faccio guardare dritto nei miei occhi.
«È vero tra poco me ne vado ma solo per alcuni accordi che devo fare per tornare qui per sempre» dico io e lui si mette a ridere mentre nei suoi occhi si accende un luccichio che non vedevo da troppo tempo.
Senza pensarci un momento su mette le due mani sui miei fianchi e si avvicina a me facendo scontrare i nostri nasi e senza darmi il tempo di capire quello che stava succedendo fece scontrare anche le nostre labbra.
Quelle labbra che mi mancavano troppo e che non sentivo da tanto tempo.
Dopo quel bacio capì che la mia famiglia era a Torino e che ci sarei dovuta tornare a tutti i costi.

io per te, tu per me ; Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora