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La partita contro la Roma era alle porte e tutti sembravano impazziti.
La mattina stessa sono andata alla Continassa per prendere alcuni documenti nonostante non ci fosse giornata di lavoro, ma ogni persona che mi salutava oppure che mi rivolgeva uno sguardo lo faceva con una freddezza che pensavo non facesse parte delle persone.
Anche Kenan questa mattina era particolarmente irritato e infatti abbiamo quasi litigato per questo ma prima che potesse accadere la litigata peggiore che avessimo mai fatto sono uscita da casa sua e sono venuta alla Continassa sperando di poter trovare un po' di quiete ma questa mattina non era la mia mattinata fortunata.
«Chiara che ci fai qui» mi domando Dusan che passava proprio davanti la mia saletta e si affacciò alla porta.
«Oh ciao Dus, vuoi anche tu sbraitarmi contro oppure lanciarmi sguardi gelidi» gli chiese ironica mentre mi avvicinavo al calciatore che rimase sorpreso alle mie parole.
«No io non ti voglio urlare contro oppure lanciarti sguardi gelidi, ma a che cosa ti stai riferendo se posso sapere, hai litigato con Kenan» mi chiede e feci un sospiro di sollievo quando mi accorsi che in quella mattina lui è stato l'unico normale.
«Io e Kenan non abbiamo litigato, cioè stavamo per litigare ma me ne sono andata prima per non far nascere una litigata esistenziale, diciamo che questa mattina era irritato e non ne capivo il motivo poi venendo qui ho visto anche gli altri molto agitato e tutti ai miei 'buongiorno' e altre cose mi lanciano sguardi che mi fanno gelare il sangue» dissi io sbuffando un pochino.
«Dovresti saperlo che le mattine prima della partita sono fatte di alta tensione, e poi siamo tutti irritatibili e suscettibili, insomma è una partita contro la Roma che si sta rivelando una squadra abbastanza forte nonostante abbia qualche calo e poi molti di noi, fra cui io, rivedrà Paulo Dybala, che è stato un grande pilastro per questa squadra e questo rende più vulnerabili gli animi di chi ci ha giocato insieme nella stessa squadra per abbastanza tempo» mi spiegò Dusan ed io subito capto il messaggio che il calciatore mi stava dicendo.
«Sono stata una stupida a non pensarlo prima, grazie davvero Dus, ci vediamo questo pomeriggio» gli dissi.
Diedi un piccolo abbraccio ed un bacio sulla guancia a Dusan, lui andò in palestra per la sua sessione mentre io me ne ritornai a casa.
Volevo tornare a casa e vedere Kenan direttamente questa sera per farlo sbollire un pochino, nella strada del ritorno però mi feci coraggio e girai nella via dove stava la villa del turco, apri il cancello di essa grazie al telecomando che mi aveva dato qualche tempo fa e poi suonai il campanello.
Davanti a me si posò la figura del calciatore con solo il pantalone della felpa grigia e senza maglia.
«Dimmi un po' hai i calori, considerando che sei senza maglia ed è quasi gennaio» gli dissi mentre gli misi due mani sul petto muscoloso e lo spinsi dentro casa per evitare che si ammalasse.
«E tu hai finto di essere arrabbiata con me» mi domanda lui incrociando le braccia dopo che mi sono chiusa la porta di casa dietro le spalle.
«Fino a prova contraria sei tu che questa mattina ti sei svegliato irritato e non mi hai neanche guardato in faccia» gli dico, volevo solo risolvere la situazione senza tornare a litigare ma evidentemente con Kenan parlare da persone normali non era possibile perciò mi costrinse ad alzare la voce.
«Lo sai che prima di ogni partita sono irritato ci conosciamo da sei mesi non puoi dire che non sai le mie abitudini pre-partita» disse lui il che mi fece alterare ancora di più.
«So che prima di ogni partita siete irritati, siete agitati e tutto quello che volete ma questa mattina eri diverso, era come se io non fossi dentro la tua stessa cosa e la cosa peggiore è che mi trattavi come se non fossi la tua ragazza» gli dissi, stavo esplodendo e non volevo farlo davanti a lui ma volevo chiarire non sarei stata capace di andare avanti senza sapere ogni giorno il suo accento turco oppure senza gli sguardi pieni di amore che mi può lanciare solo lui con i suoi occhi cerulei.
Kenan però non proferì parola rimase in silenzio a guardarmi, era nella stessa posizione iniziale.
«Va bene se non mi vuoi parlare non farlo, io ora vado a casa ci vediamo dopo alla Continassa» gli dissi stufa ormai di quel silenzio fastidioso, gli lasciai un piccolo bacio sulla guancia e mentre stavo aprendo la porta di casa lui mi prese dal polso e mi fece girare nuovamente verso di lui, mi posò una mano sul fianco ed una sotto al mento facendomi arrivare alla sua altezza e in quell'istante mi posò le sue labbra morbide e leggermente screpolate sopra le mie, il cuore si fermò per un secondo ma poi riprese a battere ancora più forte di come stava facendo prima, la morsa che avevo nello stomaco si sciolse e la mente si libero di ogni pensiero.
Kenan era davvero il mio posto libero e non potevo più negarlo, si era preso parte del mio cuore e lo stava custodendo e in qualsiasi occasione sarei rimasta con lui per sempre.
Ci staccammo dal bacio e affondai la testa nel suo petto, lui mi strinse in un'abbraccio con le sue braccia forti e alla fine ci sdraiammo sul divano intenti a farci i grattini ed a coccolarci.

@kenanyildiz_official's story

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Dopo una bella seduta di coccole stesa sul divano dove sono stata appoggiata al petto nudo di Kenan che mi fece passare tutti i dubbi e tutta la rabbia che custodivo, anche Kenan sembrava essere più rilassato e per questo la nostra sorta di litigata era andata diretta nel dimenticatoio.
«Amore» gli dissi richiamandolo mentre aveva gli occhi chiusi e continuava a farmi dei grattini rilassanti su tutta la schiena.
«Mmh... dimmi kukuc yildiz» mi disse aprendo leggermente gli occhi ancora assonnati e con la voce roca e seducente che solo lui poteva avere da appena sveglio.
«Ci dobbiamo preparare è tardi e alle otto in punto dobbiamo essere allo stadio per il tuo riscaldamento» gli dissi alzandomi da quella postazione comoda.
«Dai cinque minuti» mi disse ma gli negai con la testa, avrei tanto voluto ma il tempo non c'è lo permetteva.
Dopo tanti tentativi riuscì finalmente a fare alzare il turco che si andò a lavare e vestire controvoglia mentre gli mettevo un po' a posto il borsone di calcio che era in un casino assurdo.
Gli preparai tutto l'occorrente mentre aspettavo che liberasse il bagno in modo da potermi andare a lavare anche io.
Erano ormai due giorni che non tornavo a casa e infatti ieri avevo portato a casa di Kenan un po' le cose che mi sarebbero servite se avessi dovuto restare per qualche altro giorno a casa sua.
«Grazie amore mio» mi disse Kenan mentre mi abbraccia da dietro vedendo che il suo borsone era pronto sul tavolo per essere portato, gli posai un bacio dolce sulle labbra e poi andai verso il bagno.
Decisi di indossare dei jeans neri abbastanza pesanti per cercare di non soffrire tanto il freddo e sopra misi la felpa della Juventus e dello staff, infiali le scarpe, per i capelli feci una coda alta e ben tirata e feci un trucco leggero composto solo da correttore, blush e mascara, nulla di esagerato.
Metto nella borsa tutte le cose che mi sarebbero servite per la partita e poi raggiunsi Kenan che mi stava aspettando.
«Come sempre sarai la migliore fisioterapista lì in mezzo» mi disse, non mi abituerò mai ai suoi complimenti e corteggiamenti.
La partita era appena iniziata e Kenan era partito da subito titolare il che fece scaldare il cuore del giovane turco che non vedeva l'ora di far vedere a tutti il talento che possedeva.
Quasi alla fine del primo tempo Rabiot fece un goal eccellente con l'assist di Dusan, esultarono vicino al curva dei tifosi e anche sotto le panchine dove eravamo noi.
La partita prosegui bene anche dopo il primo tempo, i ragazzi riuscirono a contrastare per bene gli attacchi della Roma che in tutti i modi cercava di fare goal per ottenere almeno un punto che sarebbe stato aggiunto alla classifica del campionato ma per fortuna i nostri ragazzi erano preparati sotto questo punto e riuscirono a difendere bene la porta facendo si che non subimmo nemmeno un goal.
Kenan fu sostituito al sessantaseiesimo, al suo posto il mister fece entrare Federico che mi diede un leggero bacio sulla testa e poi fece la sua entrata in campo, porsi la felpa e la giacca a Kenan cosicché non si sarebbe ammalato e poi continuammo a guardare la partita che finì con la nostra vittoria.
«Bene ragazzi allora ci vediamo domani per la festa di fine anno» disse Dusan una volta uscito dallo spogliatoio, tutti annuimmo e poi ognuno andò a casa propria tranne io che andai a stare da Kenan.

io per te, tu per me ; Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora