IN CORSO...
-Una volta finita la storia inizierò a correggere eventuali errori-
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"Vaffanculo... e lasciami guardare"
...
"Confinatela nella stanza delle torture," ordina Jungkook con un ghigno malizioso che gli solca il volto, "ma non osate sfior...
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"Sei sicuro che non fosse un sogno? Ti ho salvato... dal signor Kang?" chiedi, con gli occhi spalancati per la sorpresa, al che Jungkook annuisce.
"Ricorderai tutto presto"
Il tuo mento sporge mentre batti i piedi sull'ultimo gradino, ancora confusa su tutti i misteri che dovevano ancora essere svelati.
Jungkook lascia che la sua mano scivoli via dalla tua quando ti solleva il mento, costringendo il tuo sguardo a cadere su di lui.
"Pensi di poter elaborare le informazioni che ti darò senza entrare in un altro coma?" Lui chiede.
"Cosa intendi con un altro com-"
Le pupille si dilatano per lo shock quando il maschio alto si allontana dalla tua vista per rivelare la vista che nascondeva con il suo corpo enorme, non puoi fare a meno di fare un passo indietro.
"Questo è...qui è dove ho passato tutta la mia infanzia" dici piano.
"Lo so, è sempre tutto uguale. Non vengo qui da quando sei scomparsa," dice jungkook, cogliendo l'occasione per accarezzare la sua cicatrice.
Metti il palmo della mano sulla bocca e procedi con cautela, gli alberi Bonsai erano infatti esattamente gli stessi, allineavano il prato perfetto nelle loro cassette di legno. Al centro c'era uno stagno grande come un laghetto con ninfee fiorite e un ponte di legno che attraversava il centro in modo da poter osservare le carpe koi. Le aiuole erano un tripudio di colori di maggio e anche a un esame più attento erano prive di erbacce.
"È incredibile," ridacchi, con le lacrime agli angoli degli occhi che ti salgono per la nostalgia e la gioia.
I giorni trascorsi qui sono stati quelli che hai ricordato e adorato di più, sono stati i momenti più belli e migliori della tua vita prima che tutto andasse in rovina.
Per tirarti un po' su l'umore, Jungkook coglie un ranuncolo che è diventato dorato e te lo tira delicatamente tra i capelli, "ecco, ora sembri davvero una fata della foresta", ridacchia maliziosamente.
"Smettila di prendermi in giro!" Esclami, una parte della tua mente si chiede ancora se tutto ciò che ha detto fosse vero perché se lo fosse, saresti sicuramente morta per il senso di colpa.
Sei cresciuta convivendo con l'assassino dei tuoi genitori solo perché non avevi nessun altro a cui ispirarti? Niente potrebbe essere peggio di così.
Con l'oscurità avvolta nell'ampio giardino, ti volti verso Jungkook che stava cercando di osservare i dintorni con la tua stessa curiosità.
La vita è confusa, soprattutto quando sei da sola.
Pensi a te stessa prima di alzare lo sguardo dall'aiuola e vedere davanti a te una piccola casetta di legno.
Si accucciò sul terrapieno erboso, come se cercasse di nascondersi, ma il tetto d'ardesia deforme era troppo grande per passare inosservato. Attraverso l'oscurità si potevano vedere le pietre grigie, grossolane e di dimensioni irregolari che costituivano le pareti. Man mano che ti avvicini, occasionali lampi di colore - alcuni blu, altri verdi o marroni - emergono dalle pietre grigie che sembrano occhi che cercano di rubare uno sguardo al mondo.
