JEFF'S PIXEL PARADISE
Jeff si stropicciò gli occhi. Ok, prendere sonno era ufficialmente un'impresa impossibile. Doveva mettersela via. Gli mulinava nella capoccia la solita sequenza di immagini: James all'uscio di casa sua che, dopo aver suonato ripetutamente il campanello, gli aveva concesso prima un timido sorriso poi un abbraccio caloroso, la passeggiata insieme durante la quale il suo migliore amico, sinceramente pentito, si era scusato ripetutamente per il suo atteggiamento. James gli era mancato tanto e non era mai stato in grado di prefigurarsi una vita intera senza di lui. Amici come prima, finalmente. Si scostò il lenzuolo di dosso e si alzò dal letto. L'orologio al polso, dal quale non si distaccava mai per nessun motivo, segnava l'1.20. La camera, immersa nell'oscurità, era trafitta da un pallido raggio lunare, che si allungava sul tappeto attraverso i balconi aperti. Infilò le Havaianas color pistacchio ai piedi e fece due passi strascicati verso la finestra. La aprì svogliatamente e, strizzate le palpebre, si sporse in avanti ficcando fuori il capo. All'esterno ogni cosa era immobile, avvolta dal manto scuro della notte, dalla facciata dell'abitazione vicina alla siepe del suo giardino. Un auto percorse la strada silente e pallidamente illuminata dai lampioni, un cielo stellato immutabile si stendeva su di essa e sul quartiere. Il giorno prima si era licenziato dal suo impiego presso il negozio di caramelle di Chris. Mancava poco alla ripresa delle lezioni e, come aveva messo in chiaro fin da subito, non avrebbe proseguito lungo il corso dell'anno scolastico. Lo studio gli sottraeva troppo tempo, e voleva arrivare al diploma senza patemi o rincorse dell'ultimo minuto. E poi? Rientrò con tutto il corpo nella camera. E poi che avrebbe fatto, finita l'highschool? Il futuro era un rebus, un enigma irrisolvibile. Non sapeva che ramo imboccare, che strada intraprendere. Ebbe un attimo di spaesamento. A quel pensiero non aveva mai fatto così attenzione, ma ecco che con un poderoso blitz in una notte settembrina veniva a turbarlo. Si sedette sul letto e ticchettò le dita sulla coscia, impaziente. Scrutò intorno a sé. I poster, i fumetti, la fornita raccolta di videogiochi. Cazzo, perché non ci aveva pensato prima? Si picchiettò la testa. "Sono un babbeo!" I videogiochi. La sua più grande passione. Alzò il sedere dal letto e si fiondò sullo zaino abbandonato vicino alla porta, urtando con il gomito sulla parete. "Porca paletta, Jeff, non vorrai mica svegliare i tuoi genitori?!", si disse. Infilò la mano e rovistò al suo interno. L'astuccio, le gomme da masticare, una squadra da disegno. Quando riconobbe di aver afferrato il quaderno non perse tempo e lo estrasse. Dei fogli scivolarono via e si sparsero per la stanza. "Stronzi!" Sfogliò in piedi le pagine fino a giungere alla sezione che dedicava alla materia Technology, la sua preferita. Sbirciò tra righe, cancellature e ghirigori quand'ecco che la sua attenzione venne catturata dagli specifici appunti a cui faceva riferimento. L'aprile scorso la sua memoria ballerina lo associava soltanto alla lezione di approfondimento dell'esperto esterno all'istituto sul linguaggio informatico html, essenziale per la programmazione di siti web. Il paio di orette trascorse in sua presenza erano state stimolanti e, diversamente dai compagni che sbadigliavano o strabuzzavano gli occhi per quelle che parevano loro astruse nozioni, Jeff era rimasto incollato come un magnete all'esposizione dello sviluppatore brizzolato. Si era promesso di tornare sull'argomento quando avesse avuto voglia e spirito di iniziativa, e a quanto pareva il fatidico momento era arrivato. Avrebbe progettato qualcosa di unico, e il cosa gli si stava delineando nella mente con più accuratezza. Perché non creare un sito web consultabile da tutti in cui racchiudere la sua ricca esperienza videoludica? Preparare un database dei vari videogame che aveva terminato con l'aggiunta di consigli, trucchi e skill per ottimizzare l'esperienza di gioco, e inoltre inserire un forum in cui gli utenti avrebbero potuto scambiarsi pareri e suggerimenti. Era fantastico! Come avrebbe potuto chiamare il sito? "Mmm, vediamo... beh, "Jeff's Pixel Paradise" suona bene, no?" Non aveva mai sentito di un'idea del genere, e per questo la considerava innovativa. Ora sì che non avrebbe più dormito per il resto della notte. Serrò il quaderno e uscì dalla camera. Macinò le scale a due a due con accortezza e si diresse verso lo studio di suo padre. L'unico computer presente in casa stava lì. Spinse la porta socchiusa e si fece strada tra le pile di scartoffie e l'ingombrante scaffale di libri e manuali tecnici, fino a raggiungere la scrivania. Accese il computer e cominciò a bazzicare in rete per reperire ulteriori informazioni e tutorial per principianti sull'uso di html, che avrebbe integrato con i suoi appunti. "Ah, manca solo una cosa prima di darci dentro." Fece un salto in cucina e sottrasse dal frigo una lattina di Sprite. Poi tornò nello studio e si mise al lavoro, la sua sagoma risucchiata dal buio, la sola faccia illuminata dalla luce verdastra del monitor.
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Summer '98
Teen Fiction[COMPLETO] L'anno scolastico '98 finisce e arriva il momento delle vacanze estive. James e Jeff sono due migliori amici atipici, decisamente diversi tra loro: James è spavaldo ed egocentrico, Jeff svogliato e pessimista. A una festa faranno nuove co...