Nove

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Lorayne

È da un po' che sinceramente mi sento molto in ansia, il principe continua a lanciarmi sguardi, e anche mia sorella se n'è accorta, mi dice di non darci peso ma non ci riesco.

Lei non sa, ma Evan sa perfettamente tutti i problemi che sto causando alla capo delle dame, mi stava tartassando e ho perso la pazienza, lanciandole uno strofinaccio e facendo cadere la teglia di biscotti che avrei dovuto portare a mia sorella, Evan che passava di li per caso ha assistito a tutta la scena, inutile dire che mi ha rivolto uno sguardo omicida.
Non fraintendetemi, io faccio del mio meglio per sostenere il mio ruolo, ma è difficile, prima pensavo di dover diventare principessa, adesso mi ritrovo la dama di compagnia di mia sorella, non mi sento appartenere a nessuno dei due mondi adesso.
Mi limito a comportarmi come tutti si aspettano da me, ma nemmeno io so come vorrei comportarmi e come sono, forse è da sempre che recito una parte e basta.

Guardo un accessorio molto costoso e decisamente regale di mia sorella, datole dal principe, lo indosso per vedere come sarei stata e poi, alzando gli occhi al cielo me lo tolgo, tutto distrutto, sentimenti sfumati e obbiettivi di una vita distrutti, non volevo stare qui dal principio, ma avevo un piano in mente per vivere in libertà lo stesso... Adesso tutto finito.

Si sentono ancora più le voci sui ribelli, dicono che potrebbe scoppiare una vera guerra se continuano ad avvicinarsi sempre troppo a palazzo, ma sinceramente ne io ne mia sorella li abbiamo mai visti, possibile siano solo leggende?

Se incontrassi la me stessa di qualche anno fa le direi di scappare subito da casa, tutto per non finire in questa condizione attuale.

Il disagio inizia a impossessarsi di me quando entro nella sala da ballo, per una stupida commissione della dama di corte, ricevuta dal principe Evan.
Solo che non passa troppo tempo che mi accorgo di essere seguita, da un soldato per lo più, non mi passa certo inosservato il rumore dell'armatura.
Invece di scappare però decido di voltarmi e affrontare di petto questa guardia, forse sono solo le mie paranoie e vuole solo chiedermi qualcosa.
Sfioro appena la spada che cerca di colpirmi e mi urla contro: "Ribelle! Traditrice della corona!"
Non so cosa cavolo stia sparando questo tizio, ma dove ribelle e traditrice della corona? Non ho fatto assolutamente nulla.

Corro e apro subito la porta della camera di mia sorella, che fino a poco fa stava tranquillamente sorseggiando il tè.
"Myrhiam, prendi le poltroncine e portale qui!" le ordino con tono grave e affamato per la corsa.
"Cosa diavolo sta succedendo?" mi chiede mentre fa quello che le ho detto.
"Mi hanno soprannominata ribelle e traditrice, è successo tutto per caso, sono impazziti tutti" le spiego lamentandomi.
"Tra un po' superi il mio record di creare ogni giorno problemi dal nulla" mi dice ironica.
"Che ci vuoi fare? Sono una persona creativa" le rispondo io con lo stesso tono, mentre cerco di fare pressione sulla porta tramite le poltroncine, così il soldato non può entrare, solo che ho sentito che ha chiamato i suoi amici, e questo mi preoccupa un po'.
"Dobbiamo fare qualcosa" dice Myrhiam.
"Ma dai, illuminami allora" le rispondo.
"Myrhiam, apri subito questa porta, voglio parlare con Lorayne" e qua mi si raggela il sangue, è Evan che ha parlato, il tono non era particolarmente rassicurante.

Myrhiam mi guarda come a pregarmi di lasciarlo entrare, ma è pazza?!
"Ma che ti sei innamorata per davvero?" le chiedo sconvolta.
"Fidati di me, gli parlerò io, e gli spiegheremo che è tutto un malinteso" dice ma io non rispondo, la lascio semplicemente fare, non che avessimo chissà che alternative dopotutto.

Guardo mia sorella farò entrare il principe, che sembra molto arrabbiato, anzi proprio che lo sia, eppure il suo sguardo pare sia la prima volta che è cambiato da quella notte, la maschera di apatia ha lasciato spazio a quella furiosa.
La ricordo vivamente ancora, io l'ho visto per prima, eppure è lei la ragazza da cui lui non ha mai distolto lo sguardo.
Non sono gelosa di mia sorella, ripeto, ma questo destino non mi appartiene.

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