Ventisei

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Myrhiam

"Non sopravvivere all'inverno con questi vestiti" spiego a Evan una mattina, la prima mattina con temperature molto basse, più del solito, giustamente si sta avvicinando l'inverno e quindi dobbiamo darci da fare.
"Ok, te pensa agli abiti io alle provviste" mi dice mentre sta raggruppando dei rametti in un punto, probabilmente per accendere il fuoco.
"Non so nemmeno da dove partire" sbuffo, ma Evan è troppo concentrato nel suo lavoro quindi vado a gironzolare in giro per farmi venire qualche idea su come sopravvivere.
Mi viene un'idea geniale.

"Evan! Prepariamo una zattera e torniamo a casa" gli dico tornando da lui, che mi guarda perplesso.
"Siamo passati ai piani suicidi? Perché nessuno mi ha detto niente?" dice prendendomi in giro, al che gli do un pugno amichevole sulla spalla.
"Smettila, basta solo che tua sorella non lo venga a sapere, ci potremmo rintanare sulle montagne, tenere controllato il lavoro di tua sorella, aspettare il momento adatto e poi sarà tutto finito" dico.
"E io riavrò il mio posto" aggiunge.
"Ci stai?" chiedo, l'unica cosa che voglio è tornare a casa, forse in un villaggio che può ospitarci, mi basta anche vivere come una suddita come tutti.
"Ci sto" dice Evan riprendendo la legna che aveva accatastato per il fuoco e portandola sulla spiaggia.
D'altro canto io mi metto a cercare delle piante resistenti per legare insieme le travi di legno, sarebbe meglio se trovassi un filo ma non posso chiedere molto.
Alcune volte vicino ai cadaveri troviamo anche qualche oggetto ma si rivela una scoperta inutile.
Al momento abbiamo trovato monete su monete, e alcune non sono nemmeno più in commercio segno che questi cadaveri sono qui da molto tempo.
Chissà da quanto tempo nessuno poggiava piede in quest'isola.

Rabbrividisco sentendo l'aria fredda sulle caviglie e ho gli occhi lucidi dal sonno e stanchezza.
Siamo solo a mezzogiorno.
Dovrei dormire, ma prima finiamo prima abbiamo la possibilità di sopravvivere in condizioni più umane, qua la nostra speranza più ottimistica è quella di morire di una morte veloce.

Ci fermiamo a mangiare qualche castagna per poi tornare a lavoro.
"Forse altri due giorni e potremmo partire, conviene che vai a riposarti" mi dice amabilmente Evan.
"No tranquillo, ci metteremo di più se dormo e non faccio altro, ti voglio aiutare" insisto, lui mi guarda come a volermi dire qualcosa ma poi sembra ripensarci perché ritorna a portare le travi.
Mi metto in ginocchio e inizio a fissare due tronchi alla volta, fortunatamente essendo preparata per servire mia sorella, se fossi diventata la sua ancella, mi hanno insegnato anche a tessere, devo dire che conoscendo le basi fissare le due travi non era così difficile come sembra.

Forse riusciremo a tornare a casa.

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