Kingdom of freedom

Ventidue

Myrhiam

Durante il viaggio verso Hibiscus Isle non riesco a spicciare parola, reggo solo lo sguardo con Evan, non abbiamo bisogno di parlare, lui capisce me e io lui.
Nonostante cerca di distrarmi vedo gli occhi di Evan pieni di dolore, un dolore che porta gli occhi blu e capelli platino, che porta anche solo per metà il suo stesso sangue.
Perchè la famiglia non puoi scegliertela, e anche se non vuoi ti rimane incisa nelle vene e nel cuore, sei legato a lei qualunque cosa succede, e anche se pensi di averla abbandonata ti rimarrà sempre la cicatrice del suo nome, che porterai dietro tutta la vita.
"Siamo ancora vivi..." mormoro flebilmente immersa nei miei pensieri negativi.
"Sono Evan Re di Cearind e non mi importa cosa dovrò fare per riprendere il mio trono, lo farò" dice Evan guardando davanti a se un punto indefinito nel mare.
"Lo so" commento nascondendo il rammarico nella mia voce, potrebbe andare avanti, se volesse e invece non vuole rinunciare al trono.

Ormai è notte fonda, so che non riuscirò a dormire come ogni notte, ma nonostante questo mi accoccolo contro la spalla di Evan e chiudo gli occhi, mentre Evan mi stringe fra le braccia.
E ancora come ogni volta che sto con Evan qualcosa in me si smuove, e tutto questo mi confonde, spaventandomi, ma è solo un'altra conferma che lui è quello giusto.
Anche lui per tutta la notte non ha dormito, l'ho sentito trattenere le lacrime, mentre tremava e tirava su col naso.

Verso le due del pomeriggio dopo approdiamo a Hibiscus Isle e scopriamo subito di non essere gli unici umani su quest'isola, o per lo meno non siamo i primi a essere venuti qua.
Cadaveri e cadaveri sono disseminati nella sabbia dell'isola, ormai sono solo ossa.
Vengo solo pervasa da orribili sensazioni, le più brutte mai provate in vita mia.
Inizio a piangere per lo stress e tutto, nel mentre Evan mi asciuga le lacrime.
"Io e te, per sempre" mi sussurra mentre mi accarezza i capelli, ma tanto è inutile.

Adesso siamo diventati delle prede.