Leandro Paredes, 29 anni, calciatore argentino agli esordi della propria carriera, uomo dal carattere forte e dalla dirompente personalità.
Rebecca, 19 anni, studentessa del primo anno di medicina. Animo fragile e salute precaria.
Un inaspettato inc...
Domanda 1) Definisci la parola "legamento" in medicina:
Domanda 2) Parla dell'articolazione dell'anca:
Domanda 3) Origine ed inserzione del muscolo retto dell'addome:
Guardai la traccia d'esame più volte, lessi le domande e mentalmente cercai di immaginare un discorso.
Fortunatamente delle terribili formule che non ero riuscita a memorizzare, non vi era traccia.
Tuttavia le parole si mescolavano come gli ingredienti di un minestrone, eppure fino a qualche ora fa avrei saputo rispondere a ciascuno di quei quesiti.
Provai ad abbozzare delle risposte, ma niente sembrava avere più senso. Il tempo intanto passava inesorabilmente.
" Concentrati" dissi a me stessa nel vano tentativo di ritrovare un po' di lucidità.
Ogni parola aveva perso di significato, ogni termine sembrava essersi deformato, ogni concetto smarrito. Niente era più come prima...
Forse pensare a qualcosa di rilassante mi avrebbe aiutata... La mente tornò alla sera precedente, con esattezza al bacio con Leandro che, seppur veloce e leggero, mi aveva stravolta.
Le sue labbra non le avevo assaporate, non c'era stato il tempo per farlo. Eppure consideravo quel bacio come il più bello di tutta la mia vita poiché spontaneo e del tutto inaspettato. Chissà se Leandro aveva speso qualche secondo della giornata a pensare a quel momento, a me.
Quel ragazzo era stato capace di farmi sentire viva, di farmi provare emozioni che forse mai avevo neppure immaginato.
Persino di fronte ad un esame universitario, il solo ricordo di quel bacio, mi faceva sorridere.
Provai a riordinare ancora una volta le idee, restava solo mezz'ora alla fine della prova e finalmente qualcosa sembrò prendere forma. Il foglio pian piano si riempì di parole, ma purtroppo il tempo non bastò a completare la traccia e le risposte si rivelarono essere troppo brevi e poco dettagliate.
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Mi ero giocata l' esame...
Lasciai l'aula piena di sconforto, aveva ragione la vocina nella testa che mi ricordava ogni giorno di non essere in grado di fare nulla di buono.
Mi incamminai da sola per il viale alberato che conduceva a casa, se solo fossi stata diversa... Se solo fossi stata degna delle aspettative altrui e mie. Se solo non fossi stata più me stessa...
Le macchine sfrecciavano per le strade deserte, veloci come le lacrime che rigavano il mio viso. In quel momento avrei preferito essere tutto fuorché viva.
Presa dalla tristezza istintivamente afferrai il cellulare e chiamai la mamma. Avrei soltanto voluto appoggio, ma ricevetti un glaciale "non fai mai nulla di buono" .
Forse aveva ragione...
Decisi di cambiare meta, non volevo più tornare a casa. Mi incamminai in direzione della stazione, pur non avendo nessun viaggio in programma.
"Cosa si prova prima di morire? E nel mentre? Chissà se, come nei film, rivediamo i frame salienti della nostra insignificante vita" chiesi a me stessa mentre consultavo l'orario dei treni sul tabellone principale.
Morire gettandosi sotto un treno, era una morte piuttosto metaforica, rappresentava a pieno l'essere investito dalla moltitudine di eventi negativi che alla fine finisce per farti a pezzi, ucciderti. Ed era proprio quello che volevo per uscire di scena.
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Durante il tragitto verso il binario 2 il cellulare iniziò a vibrare insistentemente. Lo afferrai dalla tasca e lessi il nome di Leandro sullo schermo, mi stava chiamando.
Risposi velocemente e fu in quel momento che mi resi conto della sciocchezza che stavo per fare.
La voce di Leandro,come uno spillo scoppia un palloncino, mi riportò alla realtà. La stessa realtà dalla quale stavo per uscire facendola finita.
