"Posso capire perché mi eviti ?" Chiese un Leandro piuttosto arrabbiato sull'uscio della porta.
" Guarda che quella sera giocavo veramente, non ti ho negato l'uscita" continuò cercando di entrare.
" Ti ho per caso invitato ad accomodati?" Gli chiesi con tono di sfida.
La sua espressione tuttavia sembrò divertita." Dai scema fammi entrare, per favore. Guarda che ho portato un film bellissimo e dei pasticcini per farmi perdonare"
" Non sono da sola, non puoi entrare"
" Invece lo sei, Annalisa lo ha detto ad Alessio, per questo mi sono presentato a casa tua, sapevo fossi sola"
" A maggior ragione, non ti faccio entrare"
" Ok ho capito" disse chiudendo il dialogo pochi secondi prima di caricarmi in spalla ed entrare in casa con la forza.
"METTIMI GIÙ" urlai.
" Ti ho chiesto più volte gentilmente di entrare, non mi hai dato retta. Sono dovuto passare alle cattive" rispose con tono divertito dirigendosi verso la sola stanza aperta.
"Ecco, stai ferma e buona sul letto che io ora faccio partire il film e ti raggiungo"
" Non se ne parla Leandro"
"È un bell'horror, si chiama " il buco" ti piacerà"
Lea iniziò a preparare il tablet, scartò i pasticcini e cercò di avvicinarsi a me.
Se proprio non potevo mandarlo via da casa in nessun modo, potevo sempre mantenere le distanze da lui..." Prendi un pasticcino fa la brava" chiese gentilmente. Sapeva bene quanto il tema "cibo" fosse un capitolo ostico per me.
"Non dovr..."
" Si che dovresti forza" insisté gentile.
Alla fine accettai, sarebbe costato caro alla mia autostima ma almeno potevo ricattarlo:
" Io ho preso il pasticcino, tu però ti metti su quella sedia a vedere il film" dissi guardando la sua espressione che mutò dal premuroso al perplesso in pochi millesimi di secondo.
" Non posso appoggiarmi a letto accanto a te?" Chiese confuso.
" No"
" Siamo stati in situazioni anche più intime, non capisco"
" Ti ho detto di no o puoi andare via" risposi non ammettendo più repliche.
" D'accordo " accettò disperato sedendosi.
Alla fine la serata passò in questo modo, io appoggiata alla testiera del letto, lui su una sedia a dondolo Ikea.
Il film, in effetti, non fu cattivo, ma venne continuamente interrotto dalle lamentele di Leandro.Quando finalmente terminò si voltò verso di me:
"Non voglio che tu abbia frainteso quando ti ho detto che sono venuto a casa tua perché sapevo fossi da sola, guarda che non avevo intenzione di scopare. Quando te la sentirai me lo farai capire tu" disse non distogliendo lo sguardo da me.
Alla parola " scopare" le mie guance si infiammarono.
Improvvisamente faceva molto caldo in quella stanza." Mi hai capito?" Insistette sperando in una risposta che ovviamente non diedi.
" Posso sapere che ti prende?" Chiese infastidito buttandosi sul materasso nonostante ogni tentativo di opposizione da parte mia.
Forse sarebbe stato meglio confessare la verità, dirgli come realmente stavano le cose:
" Mi spaventi, sei violento" buttai fuori.
Tuttavia Lea non sembrò afferrare subito il concetto, scoppiò in una fragorosa risata e solo quando realizzò non fosse uno scherzo, smise.
"Anna ti ha detto del tipo alla festa si?'" chiese con espressione seria.
Annuii.
" Senti, ho reagito così perché nessuno deve toccare una cosa che voglio io. Nessuno deve neppure guardare qualcosa che desidero"
Al solo pensiero che Leandro mi desiderasse sentii il basso ventre andare a fuoco, ma dovevo resistere.
" Io non sono una cosa tua" risposi con fermezza.
" Vedremo" disse afferrandomi il mento per poi avvicinarsi a pochi cm dal mio viso.
" Non ancora" aggiunse prima di andare via.
🌻Hasta luego 🌻
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"PERFETTA COSÌ" Leandro Paredes 🌻
FanfictionLeandro Paredes, 29 anni, calciatore argentino agli esordi della propria carriera, uomo dal carattere forte e dalla dirompente personalità. Rebecca, 19 anni, studentessa del primo anno di medicina. Animo fragile e salute precaria. Un inaspettato inc...