Leandro Paredes, 29 anni, calciatore argentino agli esordi della propria carriera, uomo dal carattere forte e dalla dirompente personalità.
Rebecca, 19 anni, studentessa del primo anno di medicina. Animo fragile e salute precaria.
Un inaspettato inc...
"Forza alzati" dissi spalancando le tende della finestra in camera da letto alle 8 del mattino.
"Ma che...ho sonno Reb"
"Non farmelo ripetere ancora, alzati..."
"Che ti dice il cervello oggi?" Chiese stringendo la coperta a sé.
" Allora non ci siamo capiti" proferii ingiuriosamente buttando a terra il trapuntino.
" Ti devi alzare" aggiunsi.
La faccia confusa di Lea lasciava trapelare tristezza e perplessità. Non potevo farmi intenerire, tutto ciò era esclusivamente per il suo bene.
" Ieri ho scritto all'allenatore, oggi rientri" confessai cercando di mantenere il pugno duro.
"Non ne ho voglia" disse alzandosi finalmente dal letto. L'aria trascurata del dolore lo invecchiava, ma restava sempre il bellissimo uomo di cui mi ero innamorata. Ora stava a me aiutarlo a tornare se stesso.
"Fattela venire"
La sera precedente mi ero occupata di sistemare le divise accuratamente. Avevo persino preparato il borsone. Appoggiai il tutto sul letto e, finita la colazione, lo costrinsi a prepararsi.
" Mi stanno male questi pantaloncini"
" Muoviti dammi il braccio" gli ordinai per poi sincronizzazione il mio iPhone con il suo orologio Apple.
" Ho condiviso la tua posizione sul mio iPhone, prova a fottermi e ti vengo a prendere ovunque tu sia. Non so come ci arriverò, ma sappi che lo farò"
Alle mie minacce non rispose, l' obbedienza silenziosa sembrava piacergli.
"Dopo gli allenamenti torna subito a casa che alle 15 ti ho prenotato il barbiere. Invece alle 18 ti accompagno dall'estetista, hai un cespuglio al posto delle gambe. Stasera invece cinema e pizza. Tutto chiaro ? "
La faccia di Leandro mi osservò per alcuni secondi. Non so se l'intento fosse farmi
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impietosire o semplicemente sperare che tutto ciò non fosse vero, ma la mia determinazione al fine di mettere fine a quel brutto momento, ebbe la meglio.
" Tutto chiaro?" Chiesi di nuovo. Afferrai la sua mano e, dopo averla avvicinata al petto, lo guardai negli occhi.
" Lea rispondimi, tutto chiaro?"
"Si amore mio" rispose dopo qualche secondo di silenzio.
Quelle parole rappresentavano molto più di ciò che potessero sembrare, Leandro aveva accettato il mio aiuto ed era disposto a tentare con me di tornare a vivere. Insieme potevamo farcela...
