La testa girava ancora, ma l'aria fresca della notte donava un minimo di lucidità ai miei pensieri.
Le ragazze erano restate alla festa mentre io, vista la telefonata di Leandro, preferii uscire fuori per ricontattarlo.
Tuttavia, nonostante più volte avessi provato a richiamarlo, non ricevetti nessuna risposta.
Rientrai nel locale intenzionata a trovare le altre, la voglia di tornare a casa era più forte che mai.
Con quel ragazzo ero stata bene.
Non mi definivo tipa da sveltine frequenti, ma qualche volta la parte sfrenata di me si faceva sentire.Iniziai a cercare Anna e Valeria in ogni angolo del locale, sembravano essersi volatilizzate.
Quando ormai, perse le speranze, mi decisi a tornare a casa da sola, proprio nell'istante esatto in cui estrassi il cellulare dalla borsetta per avvisare le ragazze, notai una faccia familiare sul divanetto di fronte al cocktail bar.Una faccia familiare con affianco le mie coinquiline.
In un primo momento non riuscii bene a capire chi fosse, poi, avvicinandomi appena, mi resi conto si trattasse di Sabbione.Affianco a lui, con aria incazzata, sedeva il moro.
Lo fissai per qualche istante consapevole stesse ricambiando lo sguardo, ma l'espressione sul suo viso non si addolcì.
Anzi...
Presi coraggio e mi avvicinai alle ragazze, decisa ad informarle sul fatto che stessi andando via.
Leandro non si spostò di un millimetro.
Non mi salutò, non si avvicinò, non fece nulla.Improvvisamente le sue unghie erano diventate più interessanti di me e concentrava tutta l' attenzione su di esse.
" Già vai?" Chiese Alessio continuando a ballare sul posto.
Dov'era sua moglie? Ma soprattutto perché intratteneva una conversazione con la pazza isterica?" Si, sono stanca" risposi con tono gentile.
" Attenta visto che torni da sola" aggiunse la mora coinquilina.
Si preoccupava per me o perché se fossi morta le spese fisse dell'appartamento sarebbero state divise contando una persona in meno ?
Mi girai decisa ad uscire il prima possibile da quel posto, lontana da Leandro.
Era stato freddo con me, aveva finto di non conoscermi.
Ma in realtà mi conosceva e anche bene.
Non mi aveva neppure salutata.Mi incamminai lungo lo stradone buio che conduceva a casa, in giro non c'era nessuno.
Il solo rumore per la strada era rappresentato dalle scarpe che pestavano le foglie secche cadute a terra. Nessuna macchina, nessun passante
Non vedevo l'ora di tornare a casa, struccarmi e lasciare andare il corpo e la mente ad un bellissimo sonno ristoratore.
Infilai gli auricolari per ascoltare un po' di musica durante il tragitto, non quelle schifezze elettroniche subite durante la serata.
E poi la musica mi avrebbe aiutata a non pensare.Leandro era stato meraviglioso con me, ma alla fine, dopo l' ennesimo sfogo, aveva preferito allontanarsi e sparire nel nulla.
Senza nessuna apparente spiegazione.
Nessuno restava nella mia vita per più di qualche tempo, ci ero abituata ormai.
Era come essere una stazione ferroviaria, un viavai continuo di treni, ma mai nessuno intenzionato a fermarsi per un tempo prolungato. Solo soste brevi, momentanee.A pochi metri da casa,una presa possente, mi afferrò il braccio tirandomi a sé.
Con gli auricolari non avevo avvertito l'avvicinarsi di qualcuno e per poco non caddi vista la forza con la quale venni sbalzata all'indietro.
Spaventata guardai il mio aggressore, Leandro aveva tutta l'aria di essere incazzato🌻Come va? Non vi fate sentire mai. Oggi entriamo ancora di più nel vivo di questa storia che vi preannuncio sarà lunga🤣 hasta luego 🌻
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"PERFETTA COSÌ" Leandro Paredes 🌻
FanfictionLeandro Paredes, 29 anni, calciatore argentino agli esordi della propria carriera, uomo dal carattere forte e dalla dirompente personalità. Rebecca, 19 anni, studentessa del primo anno di medicina. Animo fragile e salute precaria. Un inaspettato inc...