La sensazione fredda del pavimento, al mio risveglio, venne sostituita da quella calda della stanza d' ospedale.
Inizialmente feci fatica a capire dove mi trovassi. Come ero arrivata lì? Dopotutto stavo andando ad incontrare il professore...
" Reb" disse una voce a me familiare precipitandosi nella stanza.
Le luci bianche mi impedivano di mettere completamente a fuoco il bellissimo viso di Leandro." Lea, cos'è successo?" Chiesi a filo di voce.
Il calciatore con fare paterno si sedette accanto a me sul bordo del lettino.
Le sue mani accarezzavano i miei capelli in maniera rassicurante.
Il calore di quel tocco mi sarebbe mancato e il solo pensiero di perderlo mi riempì gli occhi di lacrime." Reb sei svenuta perché gravemente sotto peso. Se non mangi ti vogliono ricoverare. Dicono che qui ti daranno il supporto necessario" disse nascondendo la voce tremante dal pianto.
" No Lea, non voglio. Da posti come questo è difficile uscire. Per favore non sbarazzarti di me così" lo implorai ormai in preda alle lacrime.
Leandro usò entrambe le mani per asciugare i grossi lacrimoni che rigavano il mio viso. Poi, avvicinandosi piano, lasciò un bacio sulla fronte
" Non ti mollo qui, non lo avrei mai fatto, ma da questo momento in poi farai tutti i pasti che devi fare assieme a me. Ne va della tua salute. Capito ?" Chiese dolcemente.
Annuii, talvolta le parole risultavano soltanto superflue, come in quel momento.
" Promesso?" Chiese guardandomi negli occhi.
" Promesso" risposi sforzandomi di sorridere.
"Però dobbiamo farci una bella chiacchierata. Perché stai male ? Cosa succede?"
Forse avrei dovuto fare finta di nulla, come ero abituata solitamente.
Forse avrei semplicemente dovuto mentire e nascondere la vera causa del mio malessere, ma la verità è che le parole sfuggirono al controllo della bocca prima ancora che la mente avesse tempo di organizzare il da farsi." Non accetto di restare di nuovo da sola quando tu andrai via. Mi fa stare male, se ne vanno sempre tutti. Appena penso di aver trovato un posto sicuro, immediatamente lo perdo. E allora che senso ha alzarsi la mattina, che senso ha fare qualsiasi cosa se posso essere facilmente abbandonata" risposi piangendo.
I miei occhi non avevano il coraggio di incrociare i suoi, ma capii dal silenzio che mi stava guardando.
" Quando te ne andrai in Francia, fra poco, resterò da sola e stavolta pensavo di non doverlo fare"
" Reby, lo sai dove ho preso casa ?" Chiese.
" Si, in Francia. A Parigi. Un po' lontano dallo stadio perché non ti piaceva la zona"
"Esattamente. E sai perché non mi piaceva la zona ?"
" No"
" Perché era lontana dall'università Unimes"
" Ma tu non vai all'università..."
" Io no, ma tu si" rispose prima che i miei genitori piombassero in stanza.
Non potevo credere alle sue parole...
🌻Hasta luego🌻
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"PERFETTA COSÌ" Leandro Paredes 🌻
FanfictionLeandro Paredes, 29 anni, calciatore argentino agli esordi della propria carriera, uomo dal carattere forte e dalla dirompente personalità. Rebecca, 19 anni, studentessa del primo anno di medicina. Animo fragile e salute precaria. Un inaspettato inc...