🌻Test🌻9 dicembre 2020

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La mia vita a Parigi e quella di Leandro, dopo la spiacevole e dolorosa parentesi rappresentata dalla scomparsa della sorella, proseguì nel migliore dei modi.

La nostra convivenza non poteva che andare meglio.

Eravamo riusciti a trovare un bellissimo equilibrio e non ci capitava di litigare praticamente mai.
Sfruttavamo ogni secondo per stare insieme e prenderci cura l'uno dell'altra.

Stranamente lui si trovò benone con i compagni di squadra, un po' meno con la dirigenza.

La mia carriera universitaria invece proseguiva a gonfie vele

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La mia carriera universitaria invece proseguiva a gonfie vele. Studiare in Francia mi spronava un sacco, non ero riuscita a farmi amiche poiché la voce che stessi con Lea non aveva impiegato molto a fare il giro dell'istituto, tuttavia, il metodo di svolgimento degli esami e il diverso approccio scolastico, si erano rivelato più nelle mie corde di quelli italiani.

Un paio di volte i miei erano passati a salutare e, poiché sapevano fossi in erasmus, Lea era stato costretto a sloggiare via di casa.
Esattamente come quella sera...

Ogni volta che venivano a farmi visita, trovavo il modo di accampare scuse per giustificare l"assenza delle mie coinquiline inesistenti.
Fino a quel momento sembrava andare tutto per il verso giusto.

Con una minuzia da polizia scientifica, prima del loro arrivo, mi assicuravo di eliminare tutte le cose del mio fidanzato in vista.
Se avessero saputo di questa inattesa, prematura e improvvisa convivenza, mi avrebbero riportato a calci in Italia.
E questo non doveva assolutamente accadere.

Durante l'attesa dei miei, con un calice di vino in mano, ripassavo attentamente le risposte alle loro prevedibili e snervanti domande su scuola, vita amorosa ecc.
Più che un calice sarebbe servita una damigiana!

La vibrazione del cellulare attirò ad un tratto la mia attenzione:

" Hai fatto il test?"
Scrisse Leandro ricordandomi che il vino fosse un incoraggiamento anche per quello.

Fin da piccola mi fu diagnosticata la dismenorrea emorragica, patologia invalidante ma soprattutto molto dolorosa.
Ero abituata, fino al momento in cui presi la pillola, ad un ciclo del tutto irregolare.
Quel mese però, per uno strano scherzo del destino, avevo accumulato ben 3 giorni di ritardo nonostante quest'ultima.

Quella mattina Lea si era presentato con due test di gravidanza chiedendomi di farli assieme, ma la mia ansia e timidezza si erano opposte scendendo al compromesso di farli da sola una volta calata la sera.

Era il momento...

Andai nel nostro bagno in suite e, con le mani tremanti, poggia il bastoncino sulla cassapanca di legno ai piedi del grande letto matrimoniale in attesa di conoscere il risultato.

Il tempo sembrava essersi dilatato, sembrava scorrere così lentamente da deformare persino lo spazio circostante.
Da quando pochi minuti erano diventati giornate ?
Ma soprattutto cosa avremmo fatto se quel test fosse risultato positivo?

In preda all'angoscia tornai in me soltanto quando il timer decretò la fine di quel lungo periodo di tortura.

" Forza Reb" mi incoraggia per poi voltare il bastoncino.

Tirai un grosso sospiro di sollievo nel vedere una sola lineetta, ma improvvisamente il citonfo squillò facendomi sobbalzare.

Se i miei avessero visto il Test, potevo dire addio alla serenità costruita a Parigi

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Se i miei avessero visto il Test, potevo dire addio alla serenità costruita a Parigi. Nascosi tutto sotto la cassapanca, non sarebbero mai arrivati a sbirciare lì sotto...

Ma fu proprio in quel momento che mi accorsi di una scatolina nascosta nella penombra...

🌻Hasta luego🌻

"PERFETTA COSÌ"  Leandro Paredes 🌻Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora