"Mangia, Reb.
Forza...
Sono 10 minuti che hai quel cucchiaio di pasta in mano" disse Leandro invitandomi a mangiare ancora un po'."Non mi va, ne ho mangiati tre" risposi abbandonando la posata sul bordo del piatto.
Da quando ero stata dimessa dall'ospedale, Lea aveva tenuto fede alla promessa:
Non c'era stato pasto nel quale non avessi avuto la sua man forte a spingere sul finire le cose.
Ogni tanto, come in quel momento, seppur sapessi che tutto ciò era solo ed esclusivamente per il mio bene, lo sconforto e le lacrime prendevano il sopravvento." Reb non devi piangere, guarda che non mi impietosisci. Devi mangiare..."
"Tu mi odi"
" Se ti odiassi avrei sparecchiato almeno mezz'ora fa" rispose per poi aggiungere " guarda che sto per passare alle maniere forti".
Le maniere forti di Leandro consistevano nel tappare il naso in modo aprissi la bocca, infilare il cibo e poi bloccare la mascella fino alla deglutizione.
Questa tortura proseguiva fino al completo esaurimento del piatto.
Oltre ad essere estremamente umiliante, era anche parecchio dolorosa per via della forza impressa." No, ok riprendo" dissi afferrando il cucchiaio.
70 gr di pasta in brodo, nella mia mente, risultavano come 200 gr.
Pian piano, uno dopo l'altro, sotto l'attenta osservazione di Lea, finii tutto."Brava" disse per poi lasciarmi un bacio sulla fronte.
" Ora fai la brava ragazza e mentre sparecchio stenditi sul divano"
I suoi ordini non erano casuali, sapeva bene quanto rischio corressi di vomitare volontariamente appena dopo aver mangiato a causa dei sensi di colpa.
E così, oltre ad obbligarmi a trangugiare cibo, mi costringeva a restare sotto la sua attenta vigilanza.Dopo che ebbe sistemato la cucina rifiutando ogni proposta di aiuto, si venne a stendere accanto a me.
La sua presenza mi rilassò a tal punto da finire in un sonno profondo.Con Leandro era così: poteva esserci il caos estremo attorno e dentro di me, ma gli bastava attaccare il suo corpo al mio, anche senza dire nulla, per mettere a tacere tutto.
" Amore, sono le 4. Devi studiare" disse svegliandomi dolcemente.
" Mmmm"
"Come sei bella mentre muguli"
Aprii gli occhi e dopo qualche secondo presi coscienza. La stanchezza di quel periodo risultava opprimente.
" Lea"
"Si?"
" Grazie"
Dopo essere uscita dall'ospedale era in assoluto la prima volta che mi trovavo a ringraziarlo.
In quel "grazie" c'era tutta la gratitudine possibile, non solo per il costante aiuto con i problemi alimentari, ma per lo starmi accanto ogni giorno e anche per la promessa di non venire abbandonata quando sarebbe partito per la Francia.Inizialmente non rispose, si strinse a me che, a confronto con il suo fisico statuario, risultavo una minuscola formichina.
" Non mi devi ringraziare amore mio...
E poi stasera è una serata speciale" disse scansando delle ciocche ribelli dalla mia fronte."Non è vero. Non è nulla di speciale" mentii.
Sapevo bene a cosa si riferisse ...
" Si invece, domani è il tuo compleanno e io ho una sorpresa speciale per te"
" Non mi va di vedere gente Lea"
" Siamo solo noi due, promesso"
" Ma a me non piace festeggiare il mio compleanno" mi lamentati ancora nella speranza cambiasse idea .
"Fidati, quest'anno sarà diverso" rispose ribaltando il mio corpo sul suo.
" Quanto sei bella quando sei su di me" aggiunse qualche secondo prima che i nostri corpi raggiungessero l'unione che le anime avevano già da tempo deciso di mantenere.
🌻Stellineee grazie. Hasta luego🌻
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"PERFETTA COSÌ" Leandro Paredes 🌻
FanfictionLeandro Paredes, 29 anni, calciatore argentino agli esordi della propria carriera, uomo dal carattere forte e dalla dirompente personalità. Rebecca, 19 anni, studentessa del primo anno di medicina. Animo fragile e salute precaria. Un inaspettato inc...