Capitolo 33 non sono forte...

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Eravamo sedute sul divano a casa di Didi.
Io che parlavo e loro che mi guardavano.
Questa cosa che sto per raccontare, non l'ho mai detta a nessuno.
Nessuno sa di questo, nemmeno mia madre.
Ma adesso credo mi serva aiuto perché questa cosa è rincominciata.

Io:" tutto è iniziato quando è morto mio padre.." inizio a raccontare fermandomi due secondi.

Nicky mi teneva la mano sorridendomi per darmi appoggio e non farmi sentire sola mentre raccontavo questa cosa.

Io:" ricordo la prima volta che l'ho fatto come se fosse ieri.. sicure che volete sentire tutto?"

Diana:" certo, siamo qui per sostenerti"

Nicky:" esatto amore, tranquilla puoi dirci ogni cosa"

Prima di continuare il discorso ho voluto un abbraccio dalle mie amiche.

Io:" Comunque, ricordo che ero in cameretta, era da solo una settimana che mio padre era morto, e io mi sentivo.. in trappola, ricordo che mi chiudevo in camera e piangevo per ore, da sola perché avevo bisogno di urlare ma non potevo farlo.
E io non riuscivo a dire a nessuno che l'unica cosa che volevo fare era marcire nel mio letto..."

Io:" non riuscivo a urlare tutto il dolore che provavo.. quando è cominciato tutto, ricordo che ero in cameretta appunto, ed ero nel pieno di una delle mie crisi in cui non smettevo di piangere, ho visto sulla mia scrivania delle foribici e ho sentito una sensazione un bisogno irrefrenabile di provare dolore fisico...
Avevo già avuto l'istinto ma non avevo mai provato a farlo.
So cosa significa farsi del male e sapevo che era sbagliato, ma non sono riuscita a resistere.."

Io:" e, subito dopo ho capito che non sarei più riuscita a smettere e me sono vergognata"

Dopo aver finito di raccontare questa cosa, le mie amiche era ferme zitte davanti a me che mi guardavano.
Non riuscivano a dire una parola.
Avevano gli occhi lucidi, sentivo che erano preoccupate per me.

Nicky:" mi dispiace davvero davvero tanto.. non avresti dovuto affrontare tutto quel dolore da sola.." mi dice prima di abbracciarmi.

All'abbraccio si unisce anche Diana e io scoppio in lacrime.

Diana:" ci siamo Uma, siamo qui per te, se dovesse succedere di nuovo, parla con noi"
Mi dice dopo esserci staccate dall' abbraccio.

Nicky:" esatto, se senti che non riesci a resistere alla tentazione di farlo, chiamaci"

Io:" va bene, grazie, cercherò di farlo.."

Nicky:" no Uma, devi farlo, promettimi che lo farai." Mi prende il viso tra le mani.

Io la guardo e annuisco, Didi mi porge un fazzoletto e Nicky mi asciuga le lacrime.

Nicky:" lo sa qualcuno? Lo hai detto a tua madre?"

Io:" no, come avrei potuto, stava malissimo per la morte di papà, non potevo darle questo peso"

Nicky:" amore, il tuo dolore non è un peso, non avresti dovuto sentirti in dovere di fingere che fosse ok"

Io:" fingevo di essere forte, per convincere me stessa di esserlo ma mi sentivo fragile e debole"
Dico e un'altra lacrima mi scende sulla guancia.

Diana:" non sei mai stata debole, tu sei una delle poche persone forti che conosco"

Nicky:" esatto, sei fortissima, ne hai passate tante e sei ancora qui che sorridi, hai una forza disarmante"
Mi guardano entrambe sorridendo e io faccio uguale e stavolta, non per finta.

Io:" vi voglio davvero tanto bene lo sapete?"

Diana:" lo sappiamo e te ne vogliamo pure noi"

A quel punto citofonano alla porta, erano le pizze.
Didi ci lascia in casa e scende a prenderle.
Non so come ma, dopo aver raccontato questa cosa, mi sento meglio, è come se finalmente smettessi di portare cento massi da sola.
Come se adesso c'è li fossimo divisi.
Mi sento più leggera.
E meno sola.

Nicky:" Oii, tesoro, tutto ok?" Mi chiede vedendo che fisso il vuoto.

Io mi giro, la guardo e sorrido.

Io:" sto bene, ora" continuo sorridendo.

Nicky:" non mentire"

Io:" dico sul serio, dopo aver parlato con voi , mi sento bene "
Lei mi guarda e mi abbraccia.

Poco dopo arriva Didi con le pizze.
Noi ci sediamo e mangiamo.

Una settimana dopo ... Ore 12:30
Siamo al 3 giugno.

Mi trovo a scuola con Nicky e Didi.
Al momento sono a lezione di storia dell'arte.
La mia gamba continua a picchiettare sul pavimento, nel mentre faccio uguale con una penna.
Mi giro di scatto verso Didi quando vedo che mi strappa la penna dalla mano.

Diana:" che hai?" Mi sussurra.

Io:" niente" rispondo io continuando a picchiettare sul pavimento con il piede.

Diana: "UMA" dice alzando leggermente la voce mentre mi fissa .

Io:" ok, c'è qualcosa che non va in me, ceh ho una sensazione strana come se dovesse accadere qualcosa di grande e questo mi ha messo ansia"

Diana: " ok, cerca di respirare, dammi la mano, ci sono io, andrà tutto bene" mi sorride prendendomi una mano.

Provo a respirare piano per calmarmi.
Ma niente, non riesco, devo andare fuori dall'aula.

Io:" no, non ci riesco" dico solo.

Poi faccio una cosa che non facevo da tanto, scappare dall'aula durante la lezione, senza chiedere il permesso.

Mi alzo all'improvviso e scappo fuori chiudendo la porta.

Una volta fuori cammino velocemente verso il bagno, vedo una porta aperta e decido di entrarci.
La chiudo a chiave.
Non so per quale motivo ma è tutta la notte che mi faceva male la pancia e la schiena.
E continuo a sentire qualche dolorino anche adesso.

Mi scappava la pipì, così mi accovaccio come posso, sul water ...
Peccato che credo mi si siano rotte le acque.

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Spazio autrice
Spero vi piaccia il capitolo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 07 ⏰

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