Prompt 23: Peonia Bianca - Vergogna

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Prompt 23: Peonia Bianca - Vergogna


Per quanto simili possano sembrare, la razza terrestre e quella hünyana avevano davvero poco in comune. L'aspetto, la riproduzione, le emozioni. Ma si trattava solamente di una questione superficiale. Esternamente condividevano l'aspetto con l'unico pianeta nel Sistema Arcano ad essere stato prosciugato dalla magia. Ma a livello biologico tutto cambiava. Il corpo degli abitanti originali di Hünya era molto più resistente, e aveva una prospettiva di vita molto lunga. Ma possedeva anche il difetto più tremendo di tutti, l'adattabilità. Qualsiasi cosa interferisse con il naturale svolgimento delle funzioni biologiche, il corpo lo assorbiva rendendolo una parte di sé, difficile da eliminare. Assorbiva tutto, incurante che fosse benefico o nocivo. Ma gli hünyani fin da subito decisero che questa loro caratteristica fisica non avrebbe interferito con la loro visione di pace, amicizia e libertà.

Stessa cosa valeva per la sfera psicologica. Le loro menti erano configurate in modo diverso, rispetto ai terrestri e anche agli altri. Erano facilitati nelle abilità magiche mentali, come la telepatia e la telecinesi. L'empatia era la più diffusa, così come la visione aurea, che permetteva di vedere i colori dell'aura delle persone. Magie inconsce difficili da apprendere a chiunque, ma gli hünyani riuscivano a padroneggiarle fin dall'infanzia.

Anche in questo caso esistevano dei limiti. La telepatia poteva essere usata solamente a contatto con il bersagio, risucchiava le energie dell'utilizzatore in un attimo. La telecinesi provocava forti dolori alla testa, perdita di vista e coordinazione se utilizzata spesso. L'empatia non permetteva di percepire solo le emozioni di chi si osservava, ma anche di provarle realmente alla stessa frequenza ed intensità, rendendole indistinguibili dalle proprie. La visione aurea era la più innoqua di tutte, ma aveva un grandissimo difetto, nessuno conosceva realmente il significato dei vari colori.

Nissa non si preoccupava nel dire che i rischi di queste capacità erano decisamente sopravvalutati. Per la telepatia bastava del sano riposo, per la telecinesi utilizzarla solo se veramente necessario, per l'empatia appuntare le proprie emozioni da qualche parte prima di percepire quelle altrui, e per la visione aurea non calcolarla. Nonostante fosse la più diffusa, la odiava con tutta se stessa. Trovava inutile associare l'essenza delle persone a dei colori, di cui non si conosceva il significato. Non si poteva rinchiudere la complessità umana in un singolo simbolo.

La telepatia, invece, era quella che trovava più interessante, e che utilizzava più spesso di quanto volesse ammettere. Durante le notti insonni, da quando aveva ottenuto il potere di predirre il futuro, si infilava nella camera da letto dei genitori per leggere i loro sogni. Aveva il timore che suo padre ricordasse quel giorno, che le rinfacciasse la sua decisione di fargli cancellare la memoria. La paura la tormentava costantemente, era arrivata al punto di non riuscire più a dormire. La telepatia le prosciugava tutte le energie, e quindi bloccava la sua paranoia in modo da lasciarla riposare. Certamente non era una soluzione adeguata al problema, ma provava troppa vergogna nell'ammettere a se stessa che aveva agito per egoismo e non per il bene di suo padre. E si vergognava di dover utilizzare trucchi del genere per poter dormire senza incubi. Ma ormai la scelta l'aveva presa, era irreversibile.

Doveva convivere con il senso di colpa e la vergogna silenziosa del suo atteggiamento egoistico.



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