Prompt 24: Camelia Rosa - Nostalgia

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Prompt 24: Camelia Rosa - Nostalgia


A seguito della morte dei genitori, Nissa non aveva più messo piede nella loro casa, troppo distrutta dal dolore. Ma, dopo aver trovato la pace e la serenità, era giunto il momento di tornare dove la sua vita era iniziata. Non poteva restare chiusa per sempre, bloccata in un tempo ormai passato.

Quando varcò quella soglia, venne subito investita da un forte sentimento di nostalgia. Si sedette sul divano, ricordandosi di quando era bambina e correva sempre alla porta di casa per abbracciare il padre, che tornava dal suo lavoro di insegnante. Lui la prendeva in braccio e si accomodavano sul divano a conversare, nel mentre la madre preparava il pranzo in cucina. Era stato proprio lui a trasmettergli l'amore per la tecnologia, una passione che avevano coltivato insieme fin da quando aveva imparato a leggere. Ricordava tutti i pomeriggi trascorsi nel salone, a studiare insieme. Sua madre approfittava di quei momenti per dedicarsi al suo lavoro di scrittrice, non venendo distratta dalla piccola Nissa. Si accomodava alla scrivania nella sua camera da letto, consumava numerose boccette di inchiostro e fogli riciclati per raccontare le più amate storie erotiche del pianeta. Non aveva mai capito tutto l'interesse che suscitavano i suoi libri, non essendo il suo genere letterario di riferimento, ma apprezzava molto la sua passione.

La donna si asciugò le lacrime di quei ricordi, lontani ma felici. Si lasciò trasportare da quel fiume nostalgico e si diresse in cucina. Si affacciò all'enorme vetrata che affacciava sul giardino, completamente appassito per la mancanza di cure. Ricordò di tutte le sue mattine, prima di andare a scuola. La madre la svegliava sempre alla solita ora, e facevano a gara a chi arrivasse per prima in cucina. La vincitrice riceveva la porzione di colazione più grande. La preparavano sempre insieme, Nissa amava che sua madre non la lasciasse vincere di proposito e che doveva impegnarsi duramente per ottenere il premio. Poteva essere un dolcino in più, una fetta di brioches zuccherata o una senconda tazza di tè, non importava. Le volte in cui vinceva mangiava la sua ricompensa con un grande sorriso, le volte in cui perdeva ricordava alla madre che il giorno dopo l'avrebbe affrontata nuovamente. Suo padre si divertiva a fare da giudice alla gara, sistemandosi proprio alla porta della cucina per vedere chi entrava per primo. Era un giudice giusto ed imparziale, per niente corrompibile con la promessa di dividere il premio a metà.

Sorrise sospirando, si diresse al piano superiore della casa, entrando prima nella sua camera da letto. Conservava ancora le sue cose da bambina, come i giocattoli meccanici che adorava smontare e rimontare, ed i suoi peluche di stoffa. Prese tra le mani un pegaso bianco, appoggiato sul davanzale della finestra. Gliel'aveva regalato suo padre al suo primo compleanno, ricordava di averlo visto in numerose fotografie. Era la sua creatura magica preferiva, gli piaceva l'idea che la figlia non sarebbe mai rimasta sola a dormire nella culla, ma avrebbe avuto un amico a vegliarla tutta la notte. Quella tradizione rimase fino a quando si trasferì a vivere nel suo castello di mattoni bianchi, aveva lasciato il peluche in quella camera così da non sembrare vuota senza la sua presenza. Nissa ripose il pegaso bianco nella sua borsa, voleva portarlo con sé nella sua nuova casa.

Uscì dalla stanza e si fermò davanti alla porta della camera da letto dei genitori. Con sicurezza girò la maniglia, e rimase lì ad osservarla dall'esterno. Il letto era ancora sfatto, sulla scrivania erano sparsi numerosi fogli con tutti gli appunti e le prime scritture dell'ultimo romanzo che la madre aveva inziato. Non avrebbe mai visto la luce, sarebbe rimasto bloccato sulle pagine scritte a mano per sempre. Nissa non si riteneva capace di terminarlo, non sarebbe stata la stessa cosa. Fece un primo passo all'interno, venendo colta nuovamente dalla nostalgia della sua infanzia. Possedeva moltissimi ricordi belli di quella camera, come quando aveva gli incubi e correva a nascondersi tra le braccia dei genitori mezzi addormentati. Oppure delle volte che, una volta finito di fare i compiti in soggiorno, suo padre la prendeva per mano e raggiungevano la madre, che era assolta nella progettazione dei suoi romanzi.

Ma quella stanza racchiudeva anche dei ricordi infelici, la cui intensità avevano condizionato pesantemente la vita di Nissa. Da quando aveva ottenuto il potere di predirre il futuro, non riusciva più a dormire per la paura che suo padre ricordasse l'accaduto. Si affacciava tutte le sere in quella camera da letto, ad osservarlo dormire sereno accanto a sua madre. Quello sguardo inizialmente la rassicurava, ma con il tempo non bastava più. Doveva vederlo con i suoi occhi, quindi iniziò a leggergli telepaticamente i sogni. Ma poi anche questo smise di funzionare, doveva vedere anche quelli della madre, usare il suo potere telepatico per prosciugare completamente la sua energia. Raggiungeva a stento la sua camera, per crollare sul letto in un sonno senza sogni.

Nissa riuscì a varcare la soglia della stanza dei genitori, ormai libera da quel peso sul cuore. Aveva trovato la pace nell'accettazione e nel perdono dei suoi errori. Sistemò le coperte sul letto, e poi si accomodò sulla superficie morbida. Erano verdi, il suo colore preferito. Sorrise, ripensando al motivo di quella scelta. Il verde rapprensentava la speranza e la natura, l'armonia e la crescita. I suoi genitori lo sapevano, infatti le avevano acquistate in coppia con il modello singolo, che Nissa utilizzava per il suo letto.

«Mi mancate così tanto, ma non posso stare qui a piangermi addosso. Voi non l'avreste voluto. Non sarete mai morti finché vivrete nei miei ricordi, nostalgici ma felici.»




Prompt 24: Camelia Rosa - Nostalgia

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