Prompt 1: Amaranto - Immortalità

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Prompt 1: Amaranto - Immortalità


La natura, così bella ed immortale. Non importava quanto un uomo ci provasse a fermarla, era sempre lì a crescere. Per questo prendeva sempre posto accanto alla vetrata che affacciava sull'immenso giardino dell'accademia. I fiori le facevano compagnia nelle sue ore di studio, restavano fermi a guardarla e a supportarla tutti i giorni. Non poteva chiedere di meglio, un piacere per gli occhi e una pace per l'anima. Ogni volta che una parola, una frase o un concetto le pareva inafferrabile, alzava lo sguardo dai libri e si perdeva nei tanti colori dei suoi amici silenziosi. E immaginava quanto sarebbe bello essere lì con loro, a crescere sotto al sole e spargere il suo profumo ammaliante. E allora tutto le appariva chiaro.

Prese uno specchietto di metallo dalla tasca del suo gilet verde e un pennellino. Con la punta pelosa picchiettò le sue labbra e subito si colorarono di amaranto. Poi con un movimento fluido del polso, disegnò una curva sui suoi capelli argentati che si arricciarono in un istante. Ammirò il suo riflesso nello specchio, soddisfatta del risultato.

«Ti stai facendo bella per i libri? Lo sai che non hanno quei meravigliosi occhi argento che ti han donato alla nascita.»

La ragazza si voltò verso quella voce, che non riusciva mai ad essere in orario. Il suo compagno di studio, o meglio dire di non studio, si sedette sul tappeto davanti a lei rivolgendole un sorriso radioso. Svuotò lo zaino con poca grazia, facendo rotolare in giro tutte le cianfrusaglie che conteneva. Non importava quanto piccolo fosse, trovava sempre il modo di riempirlo più del dovuto senza farlo esplodere.

«Le buone maniere ti mancano sempre, ancora devo capire perché ti sopporto Jalisse» osservò lei, dall'alto del divanetto su cui era seduta.

Se non fosse stato lui, si sarebbe premurata subito di togliersi il gilet per coprire la gonnelina rossa della divisa scolastica. Invidiava il suo compagno di corso con i pantaloni del medesimo colore, muniti di tasche spaziose dove poter conservare più di un semplice specchietto. Almeno non era obbligata a portare il farfallino al colletto della camicia bianca, le bastava la spilla appuntata sul cuore. Il simbolo dell'accademia, un semplice libro aperto con un'incisione che pesava più di quanto sembrasse. E con il suo petto piatto dava l'impressione che potesse cadere da un momento all'altro.

«Beh il mio posto è occupato dai libri, come fai a consultarli contemporaneamente? O li tieni aperti per farmi un dispetto?»

Nissa non rispose, si limitò a posare lo specchietto e il pennellino dove li aveva presi. Il ragazzo le sorrise ancora, passandosi le mani tra i lisci capelli ramati, legati in una coda bassa. Raccolse dal pavimento i suoi occhiali da lettura e li indossò, scostando la frangetta spinata. Era pronto per una sessione di studio intenso per gli esami del giorno dopo.

«Qual è l'argomento del test? L'ho segnato da qualche parte» si disse mentre spulciava i suoi appunti, scritti su fogli volanti.

«Le leggi magiche di Nomu» rispose Nissa, mostrandogli i suoi appunti su uno strano aggeggio.

Jalisse le chiese subito cosa fosse, con lo sguardo di un bambino davanti ad un giocattolo. La ragazza le spiegò che si trattava di una sua nuova invenzione, lo aveva chiamato tablet. Era un rettangolo trasparente con un bordino verde, accoppiato ad una penna del medesimo colore con un piccolo batuffolo in cima. Questo dispositivo era l'unione tra una biblioteca, un quaderno di appunti e di ritagli. Il ragazzo lo prese tra le mani, ammirando la creazione della sua compagna. Se si concentrava abbastanza, riusciva a intravedere il suo riflesso sulla lastra. I suoi occhi verdi si muovevano alla velocità della luce, mentre scorreva tra i vari appunti scritti a mano e le immagini dei loro libri di testo. Una grafia decisa ed elegante, facilmente riconoscibile per chi la conosceva. Rispecchiava appieno la studentessa migliore del corso.

«Puoi scrivere e leggere qui sopra? È straordinario!»

«Grazie, al momento è ancora in sperimentazione. Mi piacerebbe presentarlo un giorno al Congresso... La fiera dove vengono presentate le nuove invenzioni, come fai a non conoscerla?» domandò Nissa sbalordita.

Jalisse sbuffò in modo scherzoso, ricordandole che lui si era trasferito da Barian all'inizio del semestre. Dal pianeta rosso non aveva avuto modo di informarsi su Hünya, per pura fortuna riuscì ad iscriversi all'accademia. Incrociò il custode della biblioteca del palazzo reale al mercato, e subito ne approfittò per chiedergli se potesse visitare quelle stanze piene di conoscenza. Si vantò del suo titolo nobiliare prestigioso, sperando che la risonanza avesse un effetto positivo. Ma il vecchio Neiman, che aveva già trovato nell'allievo Fener il suo successore, gli offrì qualcosa di meglio. Scrisse per lui una lettera di raccomandazioni per Hünya, sicuro che avrebbe fatto faville in un luogo con maggiori possibilità del loro pianeta.

La ragazza si scusò, presa dall'entusiasmo per la sua invenzione aveva dimenticato le origini del suo amico. Allora riprese gli appunti delle lezioni e li dettò a Jalisse, che li trascrisse su uno dei suoi fogli volanti. E non faceva a meno di chiedersi come facesse a prendere sempre il massimo dei voti, disorganizzato com'era.

Le leggi magiche di Nomu non erano altro che formule matematiche, che calcolavano la forza, l'intensità e la durata degli incantesimi. Questi calcoli venivano svolti dal sesto senso, la parte speciale del cervello che permetteva l'utilizzo della magia in modo inconscio. Alle persone non serviva conoscere e calcolare queste formule per lanciare incantesimi, ma il loro professore ci teneva a ricordare agli studenti il motto dell'accademia.

«La conoscenza rende liberi... Come se non fosse già scritto sulle spille della divisa» brontolò Jalisse, già stufo della teoria.

«Credevo ti piacesse la matematica.»

«Certo, l'universo è matematica. Ma il proffi non può chiederci di risolvere equazioni in un test di incantesimi. Son passati sei mesi, voglio imparare anche a lanciarli gli incantesimi.»

Nissa sorrise. Jalisse era proprio il suo compagno di non studio. Per quanto ci provasse, lui aveva l'effetto contrario dei suoi amati fiori. Trovava sempre il modo di sorprenderla, di animare le sue giornate trascorse tra lezioni e studio. Era un chiacchierone che adorava ridere e scherzare, entusiasta e sognatore.

Ma proprio per questo le piaceva, rendeva l'immortalità della natura degna di essere vissuta.




Prompt 1: Amaranto - Immortalità


Note Autore

Vi assicuro che prima o poi finirò "Il Segreto della Luna Rossa". Non ho intenzione di abbandonarla, sto continuando a lavorarci nonostante non sto pubblicando nuovi capitoli. Sono capitati degli intoppi che sto sistemando, e purtroppo ho dovuto riscrivere molti capitoli proprio dove mi sono interrotta con la parte già pubblicata della Fase 2.

La Spada e la RosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora