Prompt 19: Giacinto Porpora - Perdono

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Prompt 19: Giacinto Porpora - Perdono


Inginocchiata davanti alla loro tomba, con gli occhi fissi sui nomi incisi sulla lastra di metallo bianco opaco. I suoi genitori erano morti l'anno precedente, ma il dolore della loro perdita lo percepiva ancora come una ferita aperta. Aveva visitato quel luogo ogni giorno dal giorno del funerale, cercando di trovare conforto nella quiete solitudine del cimitero. Aveva sperato di trovare la pace, ma invece fu consumata dal senso di colpa. Non gli aveva mai mentito, non ne aveva mai sentito il bisogno. Fin da bambina l'avevano ascoltata, supportata ed amata così com'era. Dei genitori amorevoli e permissivi, severi ed autoritari quando lo ritenevano necessario. Aveva fatto molti errori nella sua vita, ma qualsiasi cosa fosse, loro sapevano aiutarla anche nei rimproveri.

Non aveva realizzato quella sua grande fortuna finché non aveva iniziato a frequentare la prestigiosa accademia di magia del suo pianeta. Il comportamento dei suoi genitori non era la norma ovunque, in molti si trovavano a dover scappare dalle loro famiglie, nascondersi o semplicemente mentire spudoratamente. La libertà era un dono di cui non riusciva a rendersi conto per davvero, men che meno la felicità di poter perseguire ciò che si ama, con un supporto sempre costante.

Hünya non a caso veniva considerato un pianeta neutrale, ospitava così tante sfaccettature dell'universo, e lei era capitata in quella migliore. La sua famiglia era la migliore che avesse mai potuto desiderare. E solo quando l'aveva persa per sempre, che se ne rendeva conto. Tutte le parole di invidia ricevute, ora avevano finalmente un senso.

«Madre, padre, mi dispiace tanto» sussurrò con voce tremante, «mi dispiace di non avervi detto la verità. Mi dispiace di averlo nascosto per così tanto tempo».

Il vento sferzava tra gli alberi, trasportando i sussurri dei morti, e Nissa sentì un brivido correre lungo la sua spina dorsale. Il profumo della terra umida e dei fiori appena posati le riempivano le narici. Mentre guardava la lapide, i suoi occhi si riempirono di lacrime. I suoi genitori erano morti troppo presto, lasciandola con un grande senso di colpa e rimpianto. Fece un respiro profondo, cercando di calmare il suo cuore scatenato.

La sua mente tornò indietro a quel giorno fatidico, in cui aveva sostenuto l'esame di primo livello per ottenere il potere di predirre il futuro. Il volto pieno di risentimento del padre la perseguitava nei suoi incubi. Non poteva dimenticare il modo in cui la guardava, la delusione e la rabbia nei suoi occhi, le sue urla. Aveva predetto un suo ipotetico matrimonio, con un uomo che non era riuscita a distinguere. Avrebbero avuto un figlio, e lui non ci sarebbe stato per supportarla nella creazione della sua nuova famiglia.

Inizialmente ci credeva, ci credeva veramente a quel futuro. Così come non voleva che quella predizione condizionasse suo padre, alla fine aveva condizionato lei. Si diceva che non aveva bisogno di un marito, o di una moglie. Stava bene da sola, con la sua carriera e il suo castello di mattoni bianchi dove organizzava le migliori feste. Ma la verità è che cercava di ritardare il più possibile quel giorno, perché se avesse incontrato quella persona fortunata, avrebbe condannato a morte i suoi genitori. Ma il destino era stato crudele lo stesso, perché certe cose prima o poi dovranno succedere. E non aveva più nessuno che la potesse supportare in quel dolore interminabile.

«Avevo paura papà» continuò lei asciugandosi le lacrime, «non sapevo come dirti la verità. Avevo paura di perderti, di perdere il tuo amore e il tuo rispetto. Ma ora mi rendo conto che ho sbagliato a nasconderlo. Avrei dovuto dirti subito tutto, non importava quanto duramente avrebbe influenzato il nostro legame».

Mentre parlava, Nissa sentì un peso sollevarsi dalle sue spalle. Aveva portato quel senso di colpa per così tanto tempo, e solo ora lo stava affrontando faccia a faccia.

«Per favore papà, mamma perdonatemi» implorò tra i singhiozzi, «prometto di fare la cosa giusta, di essere onesta e vera con me stessa e gli altri da ora in poi. Vi amo così tanto, e mi mancate ogni giorno».

Il vento le accarezzava i capelli argentati. Nissa sentì l'atteso senso di pace che le riempiva tutto il corpo. Sapeva che i suoi genitori erano ormai morti, ma sapeva anche che sarebbero stati sempre con lei nel suo cuore. Non sarebbero mai morti, finché vivranno nei suoi ricordi. E con questa nuova certezza, poteva finalmente iniziare a guarire e andare avanti.

Essere felice, come aveva predetto e come loro avrebbero voluto.




Prompt 19: Giacinto Porpora - Perdono

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