Prompt 5: Margherita - Pazienza

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Prompt 5: Margherita - Pazienza


L'arte della divinazione, il potere di predire il futuro in determinate circostanze, era una capacità molto diffusa secondo le leggende antiche. Gli abitanti del pianeta utilizzarono questo potere per aiutarsi a vicenda, e rendere Hünya il pianeta più invidiato della Myra, la galassia della conoscenza fiorente secondo il Sistema Arcano. Ben presto, numerose persone provenienti da altri pianeti iniziarono ad interessarsi di questa capacità, e si trasferirono sul pianeta per impararla e poi trasmetterla ai loro simili.

Gli abitanti di Hünya, consapevoli dei rischi dell'utilizzo della divinazione, decisero quindi di imporre una grande prova a tutte le persone che volessero apprendere questo potere. Per gli stranieri, ma anche per gli stessi abitanti del pianeta. Questo dono passò dall'essere una garanzia ad una rarità.

La grande prova venne suddivisa in due livelli, il primo permetteva di apprendere la capacità di predire il futuro. Era aperto a tutti coloro che volevano provarci, ma a determinate condizioni: laurearsi alla prestigiosa accademia di magia di Hünya con il massimo dei voti in tutti i corsi scelti nel personale piano di studio, frequentare il corso aggiuntivo di preparazione alla materia, e superare l'esame finale.

Il secondo livello, invece, permetteva di acquisire la "conoscenza assoluta". Una volta superato il primo livello, le stelle decidevano se si era degni di affrontare il passo successivo. Pochissime persone ci riuscirono nel corso della storia, e attualmente una singola persona era dotata di questo potere, si faceva chiamare Corno Dorato. La sua identità era un segreto per tutti, soprattutto a causa delle numerose taglie che proponevano ricchezze inimmaginabili a chiunque riuscisse a catturare vivo i possessori della "conoscenza assoluta".

Jalisse non capiva tutto il fermento dei suoi compagni di accademia durante la preparazione della tesi finale. Chiunque sperava di poter superare il primo livello, ma con il passare dei secoli la grande prova aumentava di difficoltà, per ridurre sempre di più il numero di persone con questa capacità di primo livello.

«Nissa non dirmi che vuoi provarci anche tu, per favore. Non ce la faccio più a sentirne parlare» le disse mentre passeggiavano insieme nel giardino dell'accademia.

«Non ti attira l'idea di conoscere in anticipo il tuo futuro?»

«È solo una perdita di tempo, che senso ha conoscere il futuro? Toglie tutto il divertimento della scoperta.»

I due ragazzi si fermarono sulla solita panchina, di fronte alla fontana con la statua della dea Ptreska, la divinità protettrice della famiglia e dell'amore senza componente sessuale. Quella zona era la più tranquilla dell'immenso giardino fiorito che circondava l'intera accademia.

Varie storie raccontavano di come due studenti avessero sfruttato la riservatezza dell'area per avere un rapporto intimo molto spinto, ed essere stati maledetti dallo sguardo truce della dea.

«Predire il futuro è un incantesimo, puoi non farlo Jalisse.»

«Cioè è a comando? Non hai tipo visioni o sogni strani?»

«Certo che no, neanche ti sei informato... La divinazione non è un'arte indotta, una capacità inconscia. Quello è il secondo livello, la conoscenza assoluta, il "sapere tutto".»

Nissa sorrise nel vedere lo sguardo confuso del suo compagno di non studio. Jalisse era il ragazzo più espressivo che conoscesse, soprattutto quando adottava il suo aspetto umano. Durante le lezioni veniva imposto agli studenti di mantenere le loro forme originali, per permettere di distinguere subito la loro natura. La forma da bariano non aveva i comuni tratti facciali degli umani. La mancanza di naso e bocca dava loro un aspetto più minaccioso, e la fama di popolo guerrafondaio non prometteva bene. Per questo lui restava sempre nella sua forma umana quando non seguivano le lezioni.

«Comunque predire il futuro non fa per me, ma tu saresti perfetta. Hai la pazienza per queste cose illogiche.»

«Pazienza? Cose illogiche?»

«Si, insomma. Se impari a leggere il futuro te lo chiederanno tutti. E cosa c'è di logico nel sapere una cosa prima che avvenga?»

Nissa volse lo sguardo verso la fontana, pensierosa. La statua della dea sembrava rivolgerle uno sguardo di approvazione. Non aveva mai riflettuto a fondo sulla possibilità di partecipare al primo livello della grande prova, non solo per ampliare le sue conoscenze con il corso aggiuntivo, ma di passare l'esame per utilizzare attivamente il potere divinatorio.

«Parlando di altro, secondo te le dicerie sulla statua sono vere?»

«Cosa?» rispose Nissa, riportata alla realtà.

«La maledizione, dicono che quei due studenti abbiano perso il piacere dei rapporti intimi.»

«Ne sono sicura, la dea tiene molto ai suoi luoghi di culto. Sai, si dice che la mia famiglia discende proprio da lei, ma non è possibile confermarlo... Ptreska è proprio come mi hai descritto, una donna paziente per l'illogicità dell'amore.»

Jalisse arrossì, dando le spalle alla sua amica. Finse di prendere qualcosa dal suo zaino ma, impacciato com'era, gli scappò di mano e tutto il contenuto si riversò sul pavimento. Subito si alzò per raccogliere il contenuto, che rotolava allegramente sui mattoncini colorati.

«Non ti preoccupare, ci penso io.»

Nissa si alzò e cacciò dalla tasca della sua giacca due cristalli colorati, uno lo lanciò nello zaino e l'altro in aria. Pronunciò una frase in una lingua sconosciuta e la seconda pietra scattò verso i vari oggetti, che si teletrasportarono all'interno dello zaino.

«Ecco, mi servirebbe proprio un potere del genere, altro che predire il futuro» osservò il ragazzo, restituendo il primo cristallo all'amica.

«Non hai la pazienza per il corso di cristallogia» scherzò lei, riponendo le pietre nella tasca.

«Si, hai ragione. Voglio avere tutto subito, siamo proprio l'opposto.»




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