1. Come le ombre

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Le nuvole si addensavano nel cielo di Duskara, mentre la sera scendeva avvolgendo il paesaggio in un velo di oscurità. Le foreste di alberi contorti si ergevano come guardiani silenziosi e le loro fronde intrecciate formavano un soffitto naturale che lasciava filtrare solo sprazzi di luce pallida. Il profumo di muschio e terra bagnata permeava l'aria, mentre il vento sussurrava tra i rami segreti dimenticati.

Ormai Kael e i suoi compagni si stavano per avvicinare a Nocturna. Il gruppo avanzava con cautela, muovendosi tra le ombre degli alberi con naturalezza. Gli Eclissi erano figli delle ombre, e i boschi scuri della Terra di Nebbia erano la loro casa. Ma Kael, in particolare, sentiva il richiamo delle tenebre che lo circondavano come un'intensa connessione che lo faceva vibrare in armonia con il nero dei boschi.

«Rimanete attenti,» bisbigliò, la voce bassa e ferma. I capelli neri gli ondeggiavano leggermente in riccioli sulla fronte incorniciandogli il bel volto fino a circondargli il mento e la mascella tesa. L'intensità dei suoi occhi, di solito scuri come la notte, si animava nel buio di un riflesso rossastro rivelando il potere che giaceva in lui. 

Gli altri si scambiarono sguardi preoccupati, consapevoli del pericolo che li attendeva. Ogni passo verso la capitale era un passo più vicino agli Aetheryum che non amavano incursioni a sorpresa nel loro territorio e di certo non li avrebbero accolti con calore se li avessero sorpresi ad aggirarsi nei dintorni.

La foresta cominciava a diradarsi e Kael intravide le prime luci di Nocturna, scintillanti come stelle cadute. Ma non era solo la bellezza della città a catturare la sua attenzione; era la sensazione di malizia nell'aria, come un profumo dolceamaro che riempiva i polmoni e affilava i sensi.

«Non ci conviene attraversare la città in divisa» disse Alaric fissando le luci fin troppo vicine della capitale «Sai che i guerrieri Eclisse non sono i benvenuti a Nocturna».

I sussurri e le voci della città trasportate fino a loro dal vento s'infiltravano tra le orecchie di Kael, distraendolo e attraendolo come fa la luce con una falena. Kael avrebbe desiderato sapere che cosa si prova a vivere una vita come tutte le altre, conoscere il piacere e la spensieratezza della vita nella capitale. Ma non era possibile.

«Non dobbiamo entrare in città,» rispose lui. «Il ritrovo che cerchiamo dovrebbe essere nelle radure ad est», ma purtroppo non avevano indicazioni precise e avrebbero dovuto lasciarsi guidare dalle loro intuizioni.

Alaric annuì e riprese il cammino, le spalle ampie e il corpo robusto abbracciato dalla divisa grigio scuro dei guerrieri Eclisse. Questa li fasciava completamente aderendo ai loro corpi e permettendogli una notevole libertà di movimento e allo stesso tempo il colore grigio scuro li aiutava a mimetizzarsi perfettamente tra le ombre.

Nassy incrociò gli occhi chiari con quelli neri di Kael e gli mise una mano sulla spalla «Magari dopo ci facciamo una birra», disse sottovoce sorridendo, poi con un cenno incoraggiò il ragazzo a riprendere il cammino. Lo sguardo chiaro era l'unica luce che brillava su di lei al di là della maschera balaclava che le nascondeva perfettamente il viso delicato.

Dietro di loro a chiudere la fila rimaneva solo il silenzioso Kieran, il quale si teneva a debita distanza dal gruppo per avere maggiore controllo sulla situazione e rimanere nascosto in caso di attacco. Ma Kael riusciva a sentire con i suoi sensi particolari ogni respiro del compagno ed era sicuro che questo li seguiva mimetizzandosi tra i tronchi e le radure che si erano appena lasciati alle spalle.

Girarono verso est uscendo dal sentiero e iniziarono a farsi strada nel sottobosco con ampie falcate. Gli arbusti alti potevano nascondere spiacevoli sorprese così Kael riprese il suo posto a capo della compagnia e intimò agli altri di procedere in fila indiana dietro di lui. 

Ogni guerriero Eclisse aveva con sé armi speciali, e Kael non faceva eccezione. Su entrambi i fianchi portava una spada corta e affilata. La lama era ricurva, realizzata in noctium, un metallo raro che assorbiva la luce proiettando oscurità, progettata per infliggere colpi rapidi e perfetta per chi come lui era abile nel muoversi silenziosamente tra le ombre.

AB UMBRA LUMEN - Dall'ombra viene la luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora