23. Il secondo passo: unione

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Kael si trovava in un luogo privo di ogni luce, un limbo d'oscurità viva e incessante. Era come se fossero stati risucchiati nel cuore stesso della terra, un mondo fatto di ombre che si muovevano senza sosta, come veli spettrali sospinti da un vento inesistente. Il pavimento era una distesa di terra fredda che si modellava sotto il loro peso. 

Le dita dei piedi e delle mani affondavano leggermente in quel terreno scuro e vivo mentre i loro corpi si intrecciavano in quell'abbraccio eterno e un'umidità lieve risaliva verso di loro, condensandosi come un sottile strato di brina sulle loro pelli riscaldate dal contatto.

Kael poteva sentire il freddo risalirgli dai polpacci e scivolare sulla schiena, mentre le mani sfioravano quella terra morbida. Era come se il terreno sospirasse piano, trasudando un'energia sotterranea e antica, che si mescolava ai loro respiri affannati, alla presenza vibrante delle ombre, rendendo l'atmosfera densa, palpabile.

Non importava dove si trovassero, né quanto fosse denso l'oscurità che li avvolgeva. Il suo intero essere era catturato dalla visione di Nassy, che brillava come un'apparizione in quel mondo senza luce. 

Il corpo di lei si muoveva sotto le mani di Kael, con un'eleganza silenziosa, un continuo richiamo che lo trascinava in un vortice di desiderio. In quell'abbraccio stretto e incessante, Nassy brillava come una luna pallida, contrastando con l'oscurità che li circondava. Ogni suo movimento sembrava scolpito dalla notte stessa, ogni respiro una promessa di qualcosa che Kael non avrebbe mai potuto fermare.

Le sue mani scivolavano lungo il suo corpo, assaporando la delicatezza di ogni curva. Le accarezzava il seno chiaro, che si alzava e si abbassava al ritmo del respiro affannato, cercando freneticamente un altro bacio, poi un altro ancora. 

Il suo corpo spoglio, vulnerabile sotto al suo tocco, e lui che ne assaporava ogni tremore per arrivare a possederne ogni centimetro. Baci che si susseguivano impetuosi come le onde di un mare in tempesta, mentre le loro mani si reclamavano a vicenda intrecciandosi con il buio che li sommergeva, li inglobava, li divorava.

Le labbra di Nassy, gonfie per i baci, lo cercavano affamate in un impeto incessante a cui Kael si abbandonava senza freni.  

Le ombre, frenetiche e vive, sembravano avvolgerli, seguire i loro movimenti, mentre Kael e Nassy si muovevano senza respiro, senza pensiero, in un unico istinto di desiderio che annientava tutto ciò che li circondava. Kael non pensava al mondo esterno, né alla terra fredda e umida sotto di loro. Non pensava al perché o al come fossero finiti lì, né al buio che li inghiottiva. Esistevano solo loro due, il loro tocco, i loro baci senza fine, il corpo di Nassy che scintillava e si modellava sotto il suo, e Kael, perso in quel vortice, sentiva che non c'era più alcuna distinzione tra le ombre e lui, tra il suo desiderio e quello che il buio stesso reclamava.

Perché lui e le ombre erano in fin dei conti la stessa cosa.

Queste s'infittivano, radunandosi tutte attorno a loro, si accalcavano freneticamente in un mormorio incessante di sussurri che li avvolgeva come un mantello vivente. Kael poteva sentire quei sussurri riverberare nella sua mente, insinuarglisi sotto la pelle e mescolarsi al battito del suo cuore. L'oscurità lo circondava e allo stesso tempo lo attraversava, gridando a gran voce il desiderio per lei. 

Non era più solo Nassy quella che stringeva tra le mani. Era l'incarnazione stessa dell'abbandono, la promessa del possesso più profondo, un potere proibito. Kael poteva sentirla fremere sotto di lui, la pelle diafana e luminosa che si stagliava contro la sua, fragile e conturbante sotto la morsa delle sue mani. I loro corpi si incastravano in un movimento sempre più selvaggio, come se l'oscurità stessa li spronasse ad affondare l'uno nell'altra senza più freni.

AB UMBRA LUMEN - Dall'ombra viene la luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora