7. Come un fratello

23 6 8
                                    


Il frastuono delle strade sembrava attenuarsi a ogni passo, o forse era la mente di Kael a mettere tutto in sordina, incapace di concentrarsi su altro che non fosse quel caos interiore. Avvertiva ancora quella sensazione di estraneità: le ombre che aveva percepito spingersi verso Lirael, lo inquietavano. Non gli era mai successo di perdere in questo modo la connessione con la realtà, improvvisamente e senza avere alcun controllo, sentiva di non essere più padrone di sé stesso, come se la sua stessa essenza stesse sfuggendo dal suo corpo.

Accanto a lui, Alaric avanzava con passo deciso; il fisico atletico e i corti capelli castano scuro gli davano un'aria determinata, anche se i suoi occhi nocciola tradivano un'inquietudine trattenuta. Lo osservava di sottecchi, attendendo il momento giusto per parlare, finché non si trovarono in una via meno affollata.

«E allora? Che diavolo è stato quello di poco fa?» esordì, cercando di mantenere la voce bassa, ma il tono era colmo di tensione.

Kael si passò una mano tra i capelli scuri, evitando di guardarlo. «Non... non lo so. Ho l'impressione che ci sia qualcosa in me che sfugge sempre di più al mio controllo. È come se... le ombre rispondessero a qualcosa che non sono io.» Si fermò, la frustrazione sul volto. «Non capisco cosa stia succedendo.»

Alaric si fermò a sua volta, scrutandolo attentamente.  «Non mi piace. Non mi piace vederti così. Sembravi... posseduto, Kael. Tu non sei questo.» Alaric strinse le labbra, guardandolo negli occhi. «Non puoi liquidare quel che è successo così, come se fosse stato un capriccio delle tue ombre... Hai questo potere da quanto, quindici anni? Conoscerai le tue dannate ombre, oppure no?»

Kael esitò, poi scosse la testa, frustrato. «Non so spiegartelo. Appena ho visto quella ragazza... è come se... le ombre si fossero mosse da sole, come se avessero riconosciuto qualcosa in lei. E in quel momento ho iniziato a pensare... » Kael si interruppe ed emise un respiro rassegnato «Dio, non lo so a cosa stavo pensando.»

Alaric aggrottò le sopracciglia, chiaramente preoccupato. «Senti, amico, tu non sei il tipo che perde la testa per una bella ragazza. Non è il tuo stile. A un certo punto hai iniziato persino a fissarle la scollatura!»

«Non le guardavo la scollatura! Era, ...» Kael si portò una mano alla fronte, come se il semplice pensiero di parlarne gli provocasse dolore. «... guardavo il suo ciondolo.»

«Kael, davvero, c'è qualcosa di strano in tutto questo e se le ombre si comportano in questo modo, vuol dire che hai perso il controllo. Da quando ti succede?» 

«Da un po'... Non è la prima volta che sento le ombre sfuggirmi di mano, come se volessero qualcosa che non è sotto il mio comando. Di solito riesco a frenare tutto, almeno a contenerle, ma oggi... oggi non ho avuto neanche una possibilità.»

«E se non riesci a controllarle, cosa pensi che possa succedere?» incalzò ancora Alaric, il tono che piano piano aveva smesso di essere quello dell'amico per diventare il tono del guerriero, severo e impenetrabile «Kael, hai idea di cosa significhi tutto questo? Di cosa potresti diventare se non lo risolvi?»

«Non lo so!» rispose Kael, stremato da quella situazione e da quell'interrogatorio che riportava a galla tutte le preoccupazioni che gli riempivano la mente ormai da mesi. «Credi che non ci abbia pensato? Credi che non sappia cosa significa per me essere schiavo di queste ombre? Mi sono preparato per tutta la vita a essere un guerriero, un Eclissi. Ma ora... ora è come se fossi io stesso il mio nemico, il pericolo da cui dovrei difendere me stesso e addirittura gli altri.»

Alaric lo scrutò a lungo, i lineamenti tesi, poi ammorbidì lo sguardo. «Sei mio amico, Kael. Non sto cercando di rimproverarti. Ma non posso starti accanto e vedere che ti consumi in questo modo senza fare nulla. Forse dovresti chiedere aiuto a qualcuno, al Consiglio o...»

AB UMBRA LUMEN - Dall'ombra viene la luceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora