Kael si svegliò con un sospiro di sollievo, il corpo ancora impacciato dal sonno, ma con una sensazione di tranquillità che non provava da tempo. Nessun incubo lo aveva turbato durante la notte. O almeno, nessuno che riguardasse Umbralis. Per il resto, i sogni erano stati più complicati, mescolando immagini frammentate di suo padre che lo fissava con uno sguardo di rimprovero, come se fosse sempre lì a giudicarlo. E forse, pensò Kael, quello era l'incubo peggiore di tutti: il volto severo e inespressivo del padre, incapace di offrirgli neppure una parola di conforto.
Si risvegliò da solo, il letto disordinato e la luce mattutina che filtrava debolmente attraverso le tende, rendendo l'aria nella stanza ancora più greve. Kael si trovava sdraiato di tre quarti sul materasso, un piede penzolante fuori dal bordo del letto. Indossava una canottiera bianca, semplice ma morbida, che gli aderiva al corpo con la delicatezza di un panno appena lavato, ma ormai stropicciata dal suo sonno agitato. La stoffa sembrava aver assunto una piega che raccontava la stanchezza della notte appena trascorsa, ma c'era qualcosa di confortante nel suo aspetto disordinato che rendeva l'atmosfera familiare.
Aveva fatto del suo meglio per ignorare Nassy la sera prima. Non che fosse stato difficile: anche lei sembrava volerlo evitare. Kael non riusciva a capirne il motivo, ma si ripeteva che forse era meglio così, che non poteva essere diversamente.
Il ciondolo, però, non lo lasciava in pace. Ancora lo chiamava, la sua era una presenza che non poteva essere ignorata. Kael aveva fatto del suo meglio per nasconderlo, chiudendolo nell'ultimo cassetto del comò, sotto una pila di vecchie coperte e lenzuola che non erano mai state usate. Ma la sua mente sapeva comunque che c'era, che era lì.
Con un sospiro, Kael si alzò dal letto, ancora avvolto nel torpore del sonno. Si stropicciò gli occhi e, senza troppa fretta, si avvicinò alla finestra. La luce del mattino filtrava tra le tende, entrando nella stanza con un calore morbido che gli accarezzava il viso. Per un momento rimase immobile, godendosi quella calma fugace, ma l'ombra del destino che lo inseguiva non lo lasciava, nemmeno in quel piccolo angolo di serenità.
Dopo un altro respiro profondo, si diresse verso il suo guardaroba. Pochi gesti misurati. Prese una camicia di lino, bianca e semplice, ma ancora ben stirata. La infilò, i suoi movimenti lenti, il pensiero concentrato su ogni piega, ogni bottone che chiudeva. Poi, con lo stesso senso di precisione, indossò un paio di pantaloni scuri, aderenti ma comodi.
Infine, il gesto che sentiva più suo: estrarre il pugnale. Lo prese dal cassetto dove lo riponeva sempre. Quella lama non era solo un'arma, era un legame indissolubile con il passato. Il pugnale era interamente forgiato in noctium, un antico metallo dalle caratteristiche magiche, capace di essere tanto affilato quanto resistente. La sua superficie scura e lucente sembrava respirare, come se fosse intriso di una forza che andava oltre la sua stessa essenza fisica. La lama, corta e stretta, si incurvava delicatamente verso la punta, ma la sua affilatezza su entrambi i lati era letale, pensata per penetrare senza sforzo.
Quel pugnale, regalato da suo padre quando era solo un bambino, era stato il suo primo strumento di allenamento. Ogni giorno, da piccolo, lo impugnava con forza e determinazione, sotto l'occhio severo di suo padre, affinando la sua abilità a colpi di pratica. Non c'era movimento che Kael non avesse imparato a compiere con quell'arma, non c'era gesto che non fosse diventato parte di lui. Il pugnale era stato il suo maestro, il suo compagno. Un oggetto che racchiudeva in sé ricordi di sacrifici, sudore e dolore, ma anche di amore e protezione.
Il manico era altrettanto speciale, inciso con perle rosse e bianche che riflettevano la luce con delicatezza. Ma la vera perla che catturava lo sguardo era quella più brillante, posta nell'occhio sinistro del corvo inciso sull'elsa. Un corvo che rappresentava il potere e la protezione della casata Noxferis. Era con l'elsa di quel pugnale che Kael sigillava ogni lettera, perché da quell'oggetto lui non si separava mai.
STAI LEGGENDO
AB UMBRA LUMEN - Dall'ombra viene la luce
FantasyNel mondo oscuro di Duskara, le ombre si intrecciano con il destino di coloro che osano sfidare le forze che governano la vita e la morte. Kael è un membro degli Eclissi, un'élite di guerrieri addestrati a custodire segreti e poteri antichi. Cresci...