I guerrieri si addentrarono nel mercatino clandestino, un labirinto di luci tremolanti e voci sussurranti che danzavano nell'aria fresca della notte. La strada era stretta e acciottolata, costeggiata da bancarelle di legno, ognuna adornata di tessuti colorati e oggetti misteriosi che riflettevano il bagliore delle lanterne. L'odore delle fogne vicine si faceva sempre più pesante, costringendo i guerrieri a doversi impegnare per trattenere smorfie di disgusto.
Arrivati in quel luogo si accorsero subito di essere troppo ben vestiti rispetto alla media dei frequentatori. Quello aveva tutta l'aria di essere un ricettacolo di oggetti rubati o dalla dubbia provenienza.
«Sembriamo dei borghesi, ci odieranno tutti o vorranno solo fregarci i soldi.» Disse Kael senza mezzi termini, rimproverandosi per la scarsa organizzazione che avevano adottato in quel contesto.Ora gli sembrava di essere tornato in sé e si sentiva di nuovo concentrato. Quel disordine aveva mosso in lui una certa ribellione. Voleva combattere qualunque cosa lo minacciasse, riprendere il controllo della situazione.
Il mercato proseguiva anche all'interno dei cunicoli maleodoranti che scavavano un tunnel nella parete rocciosa sulla quale si ergeva la città, ed anzi sembrava che la maggior parte dei negozianti stazionasse proprio lì dentro.
I quattro guerrieri si guardarono attorno con sincera curiosità, spingendosi senza esitazione nei cunicoli scuri e umidi. La luce fioca delle lanterne disegnava ombre irregolari sulle pareti di pietra grezza, mescolandosi con il fetore delle fogne e l'odore perenne di muffa. Le bancarelle, montate in modo precario, traboccavano di merce tanto varia quanto insolita. C'erano ampolle dai liquidi iridescenti che, a detta dei venditori, erano pozioni per ogni tipo di problema; flaconi che contenevano strani unguenti e antiche reliquie di casate ormai scomparse. Ma furono gli oggetti con l'inconfondibile estetica delle terre Drakmira a catturare lo sguardo di Kael.
Sulla bancarella di un venditore, incastonati tra stoffe pesanti e gioielli d'oro grezzo, giacevano alcuni artefatti di Gelargento, l'antico materiale dei Drakmira, una qualità di ghiaccio che soltanto loro riuscivano a trattare. Questo speciale ghiaccio diventava trasparente come vetro ma resistente come l'acciaio più duro, e, se lavorato con metodi arcani, otteneva una brillantezza simile all'argento puro. Molti dei gioielli di Gelargento splendevano con riflessi gelidi che rimandavano alla bellezza severa delle terre innevate del nord, divenendo irresistibili agli occhi dei collezionisti.
Le terre dell'estremo Nord, con il loro gelo eterno e il cielo spesso plumbeo, erano dominio esclusivo dei Drakmira: una regione spietata, tanto affascinante quanto inospitale per chi non possedeva il loro sangue. Solo i Drakmira sapevano sopravvivere in quei luoghi, e solo loro erano in grado di estrarre e modellare il Gelargento, attingendo ai poteri legati al loro popolo.
«A quanto pare lo strillone non mentiva,» Alaric gli si avvicinò parlando attento a non farsi sentire, «qui è pieno di oggetti provenienti dal Nord.»
Kael, ipnotizzato dalla bellezza di quei reperti così rari, si chinò per osservare meglio un ciondolo a forma di fiocco di neve, che sembrava racchiudere al suo interno un bagliore azzurro pallido. Ogni sfaccettatura del ciondolo rifletteva la luce fioca del mercatino, come se un frammento del cielo stellato fosse stato intrappolato nel ghiaccio. Il venditore, notando il suo interesse, si affrettò a parlare, il tono mellifluo. «Vedi, questo non è un semplice ornamento. È uno scrigno. Se guardi bene, potrai scorgere simboli antichi al suo interno, conoscenze che solo i Drakmira possono intrappolare. Si dice che tra le grandi casate Drakmira sia molto comune fabbricare gioielli scrigno, ognuno dei quali contiene e protegge frammenti di storie o segreti che possono essere liberati solo da coloro che possiedono il potere di decifrarli.»
Anelli e bracciali, i cui intagli richiamavano le forme della neve e delle aurore, risplendevano come metallo pregiato, ma Kael sapeva che erano fatti del medesimo materiale. Alcuni sembravano essere stati lavorati per assumere la lucentezza dell'argento; altri, colorati di azzurro profondo, ricordavano i laghi ghiacciati e le distese delle terre Drakmira. In un cofanetto di legno scuro, in una bancarella più appartata, una serie di pugnali di Gelargento scintillavano come schegge di stelle. L'arma, sebbene piccola, sembrava avere una resistenza straordinaria, come se fosse stata forgiata non solo per ferire, ma anche per custodire qualche antico sapere o segreto, intrappolato nel ghiaccio stesso.
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AB UMBRA LUMEN - Dall'ombra viene la luce
FantasyNel mondo oscuro di Duskara, le ombre si intrecciano con il destino di coloro che osano sfidare le forze che governano la vita e la morte. Kael è un membro degli Eclissi, un'élite di guerrieri addestrati a custodire segreti e poteri antichi. Cresci...