Capitolo 2: Un amico con cui giocare

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Poco dopo, mio padre decise di invitare il suo miglior amico mago a palazzo, ero molto ansiosa di conoscere qualcun' altro al di fuori del nostro palazzo. Costui aveva anche un figlio di circa cinque anni, esattamente come mia sorella, non vedevo l'ora di poterlo conoscerlo per poterci giocar assieme. Più si è meglio è.
Il grande giorno finalmente arrivò, dopo aver passato le ultime due settimane in un misto tra ansia ed euforia.

Mio padre era sempre più assente nei miei confronti, la mia esistenza non era più importante, in quel mese aveva solo occhi e orecchie per mia sorella. Pensavo che avevo fatto qualcosa di male, qualcosa di terribile, per farsì che mio padre mi ignorasse così tanto. Nell'ultima settimana poi mi sgridava di continuo e mi metteva sempre in castigo, anche se non favevo nulla, lui aveva sempre un motivo. Appena mi ritrovavo nella mia cameretta tutta sola, iniziavo a piangere. Iniziavo a pensare di essere uno sbaglio, un peso per mio padre.
Anche quel giorno, prima del loro arrivo, mio padre mi mise in castigo, mi chiuse in camera. Io non sapevo più cosa fare, avevo tanto sognato come sarebbe stato conoscerli finalmente, ma non mi sarei mai immaginata che non li avrei potuti conoscere appena al loro arrivo. Mi misi a guardar fuori dalla finestra sperando, pregando tanto di intravvedere qualcosa, ma nulla. La mia camera affacciava dall'altro lato.

Dopo due lunghissime interminabili ore, finalmente mio padre mi fece uscire. Scendemmo nella hall e lì mi presentò il suo migliore amico. Era un uomo alto e forte. Si vedeva che era un mago molto potente. Però del figlioletto non c'era traccia e neppure di mia sorella. Possibile che erano andati a giocare senza di me? Come aveva potuto mia sorella? Lei sapeva quanto ci tenevo. Non riuscivo a spiegarmi tutto l'accaduto.

Dopo esserci separati mio padre mi disse che non potevo uscire. Non capivo più nulla ero confusa. Mi chiedevo il perchè, e non riuscivo a darmi una risposta.
Così non potendo uscire da palazzo andai nella serra, è il mio posto preferito, perchè è speciale, e mi sento sempre a mio agio tra le piante selvatiche e più strane che potessero esistere. Pensavo di essere sola come sempre, invece mi ritrovai un ragazzino, il figlio del mago, che stava giocando a nascondino con mia sorella, quando ci guardammo un emozione strana mi trasalì, ma non capii cosa fosse.

"Ciao, io mi chiamo Jack" disse.

"Ciao, io mi chiamo Sarah".

In quel istante arrivo anche mia sorella.

"Potremmo giocare tutti e tre assieme, più si è meglio è" disse Jack.

Io sorrisi e annuii.

"Si, certo, perchè no" disse mia sorella sorridendo.

Così incominciammo a giocare.Meryn contava mentre Jack e io ci nascondemmo. Io avevo intenzione di nascondermi dentro un armadietto in cucina, ma mi scontrai con Jack. Così lasciai lui la precedenza di nascondersi nel armadietto e decisi di nascomdermi sotto il letto di mia sorella. Mia sorella mi aveva scoperta in un battibaleno, non so come abbia fatto. Mentre per trovare Jack ci aveva inpiegato un quarto d'ora pieno. Infine il pomeriggio era passato in fretta anche senza uscire fuori da palazzo. Era stato uno dei più bei pomeriggi e speravo con tutto il cuore che non fosse stato nemmeno l'ultimo. Jack e io avevamo già stretto un amicizia tutta nostra, giocavamo e scherzavamo già a nostro modo, come se ci conoscessimo da sempre.

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