Capitolo 29: Il mistero dell'oceano

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Continuai ad avanzare adagio cercando di evitare le macerie delle varie imbarcazioni, ormai destinate a diventare relitti. L'acqua era così torbida che non riuscivo a vedere più in la del mio naso.

A un certo punto mi accorsi che ero arrivata in un punto dove il fondale era talmente basso che non riuscivo più a nuotare più avanti, così alzai la testa quel poco che bastava per far sì che i miei occhi uscissero dall'acqua nera. Finalmente riuscii di nuovo a vedere, era come se qualcuno avesse finalmente deciso di togliermi un pezzo di stoffa dagli occhi. Ci misi un attimo a mettere a fuoco ciò che vedevo e per abituarmi alla luce del crepuscolo. Ero su una spiaggiata, lunga alcuni chilometri, in fondo all'orizzonte scorgevo di nuovo il mare ad entrambi i lati, il ciò significava che era un isola. Dietro alla spiaggia sorgeva un'alta collina, ricoperta di mille e mille alberi a foglia tutti colorati di un verde scuro. Assomigliava a una piccola giungla.

A un paio di metri da dove mi trovavo, c'erano una decina di uomini vicino a un focolare sulla spiaggia, accanto a loro un po' sparse c'erano alcune piccole tende color grigio spento. Non riuscivo bene a distinguerli, ma dalle ombre che il fuoco creava e dalla poca luce rimasta del cielo, notai che avevano una carnagione bianca come la neve, con il volto duro, ma con lo sguardo perso nel nulla più totale. Erano tozzi e robusti, ma vestiti malamente, i vestiti erano sporchi ed erano tutti strappati, in alcuni punti si intravvedevano quelli che sembravano dei tatuaggi, sparsi in punti vari: sulla schiena, sui polpacci, sugl'avambracci, sui polsi e addirittura alcuni li avevano sulla testa al posto dei capelli. Rabbrividii dalla testa alla coda, quelle persone mi facevano ribrezzo e paura contemporaneamente.

Proprio mentre stavo per arretrare e andare a vedere cosa si trovasse sull'altro lato, sentii l'acqua muoversi in modo disconnesso e ad un tratto sulla superficie dell'acqua apparvero due creature, avevano un muso sporgente e inquietante, con zanne al posto dei denti e alghe al posto dei capelli. Non riuscii più a muovere un muscolo temendo che muovendomi avrei fatto scostare l'acqua e dopodiché quelle creature si sarebbero accorti della mia presenza. Così rimasi lì con gli occhi che sporgevano malapena dall'acqua guardando quella scena fuori dal comune.
Alcuni degli uomini si avvicinarono alle creature dopodiché si inginocchiarono davanti ad esse , le creature si sporsero ancor di più fuori dall'acqua e notai che avevano la coda, anch'esse erano delle sirene, ma invece di essere graziose, erano spaventose. Una delle sirene iniziò a parlare con voce roca in un lingua a me incomprensibile. Gli uomini sembravano inquieti , come se avessero fatto qualcosa di sbagliato e temessero di essere puniti, infatti poco dopo una di esse emise un urlo forte che mi fece sobbalzare. Gli uomini indietreggiarono rapidi, impauriti dalle creature che si trovavano davanti ai loro occhi. Quattro uomini si avvicinarono a due diverse tende ed entrarono scomparendo dalla mia vista. Quando uscirono, dopo qualche istante, vidi che dietro di loro li seguivano in catene Luna, Estelle, Abygaele, Beverly ed infine Joyce. Il mio cuore iniziò ad accelerare e a battermi forte nel petto, erano vive, certo erano state catturate da quelle strane ed inquietanti sirene, ma almeno erano vive! Non riuscivo più a starmene lì ferma dovevo fare qualcosa, ma cosa mai avrei potuto fare? Non sapevo perché quelle strane creature avevano salvato le mie amiche per poi farle imprigionare e quelle creature erano in combutta con i calamari giganti o non c'era nessun nesso tra loro? Prima di attaccare le creature, ormai diventate mie nemiche dovevo scoprire cosa volevano e quale era il loro punto debole. Così infine decisi di non fare nulla di insensato che avrebbe provocato più guai di quanti ne avessi risolti. Però mi avvicinai lentamente a tutti loro, per cogliere un poco di informazioni.

Le sirene non si accorsero che mi ero avvicinata a loro. Le ragazze erano ormai davanti ai loro occhi assieme ai quattro uomini che le tenevano legate saldamente ai polsi e ad altri sei uomini vicino a loro.

La sirena parlò nuovamente, ma questa volta riuscii a capire cosa stava dicendo, perchè si rivolse a loro parlando in inglese.

"Voi non siete umane, gli umani sono stolti e si fanno manipolare velocemente, ma voi no, siete difficili da manipolare e nemmeno facendovi degli incantesimi riusciamo a manipolarvi. Perciò ve lo ripeto, che cosa siete?" la sirena si rivolse alle ragazze con disprezzo e rabbia, come se fosse pronta ad attaccarle ed ucciderle al primo segno di insubordinazione.

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