Capitolo 15: Una locanda sgangherata

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Arrivammo dopo qualche ora alla reggia. Parlando del più e del meno. Erano davvero delle ragazze molto intriganti. John non si fece nessuno scrupolo e diede a loro una camera in cui poter riposare. Sarebbe stato solamente una sistemazione temporanea, finché non avremmo trovato un'altra sistemazione ove andare.

Passavamo i giorni a esercitarci a fare incantesimi e contro-incantesimi tutti assieme. Diventando tutti molto più forti. Poco dopo iniziavo a sentirmi a disagio ad abitare da John senza dare nemmeno un soldo. Stavamo cercando una nuova sistemazione, ma non riuscivamo a trovare nulla di buon mercato che sia stato carino e abbastanza grande per tutte e tre. Così decidemmo di provare nei paesi vicini, se avremmo trovato qualche "casa" adatta a noi. Ci sentivamo in dovere di partire di non poter più vivere con loro. Stavamo diventando pesanti e difficoltose. Anche essendo una famiglia ricca, avere tre bocche in più da sfamare tre volte al giorno erano molte e il cibo iniziava a scarseggiare, essendo che loro principalmente mangiavano il cibo della loro fattoria o dei loro campi.

Così un giorno mettemmo le nostre cose sulle spalle pronte per partire. John mi fermò e mi strinse a s'è quasi stritolandomi io lo stritolai viceversa. Mi mancherà John, ma mai quanto mi manca Jack ogni giorno sempre di più. Arrivarono anche i suoi genitori e ci salutarono calorosamente, poi ci regalarono un bellissimo cavallo. Così se mai fossimo state stanche di camminare o volare potevamo usufruire anche di un cavallo. Li ringraziammo e ci incamminammo. Non avevamo meta, eravamo libere di andare e fare ciò che ci andava di andare o fare. Essere liberi è una bellissima sensazione. Tutti desiderano la libertà ed ognuno dovrebbe averla. Dopo un giorno di cammino/volo decidemmo di fermarci in una locanda per recuperare le forze. Arrivammo davanti ad una, l'aspetta era osceno, ma decidemmo si entrarci lo stesso, essendo essere sfinite.

Ci fermammo sulla porta essendo che era tutto buio, vidimo solamente un piccolo lume fiaco in fondo alla stanza. Così feci un passo e tutto ad un tratto diventò illuminato e tutto molto lussuoso. Era una magia. Ci ricevette una signorina giovane. Così le dicessimo che ci serviva una camera per alloggiare una notte. Lei ci fece strada per i lunghi corridoi. La sgangherata locanda era diventata lussuosa. Si fermò davanti una camera e ci fece entrare. Avevamo capito che un bel po' di gente apparteneva al nostro mondo, poiché la locanda era affollata di gente e abbiamo avuto fortuna di aver trovato una camera per tre, essa era una locanda privatamente per il nostro mondo. La cameretta era piccolina, ma molto aggraziata. Posammo a terra i nostri zaini. Ci sdraiammo sul letto e ci addormentammo tutte e tre in un sonno pesante.

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