Capitolo 5: L'inizio del viaggio

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Erano passati sei mesi dalla partenza di Jack ed io non mi ero mai sentita così vuota e sola, come in quel momento. Così decisi di andare in in posto, dove quell'estate avevamo scoperto insieme. Era situato pressopoco alla barriera, protetto da possenti macigni, era una piccola oasi, una magnifica, incantevole e splendida oasi. Ci sarei andata tutti i giorni, ma mio padre, come al solito, me lo impediva. Quel giorno però, non riuscivo più a stare a palazzo, dovevo andarmene. Così senza nemmeno pensarci due volte, presi le mie cose e scappai da palazzo, senza farmi vedere da nessuno. Uscii da una porta di servizio e iniziai a correre sempre più forte, finchè non mi accorsi che non toccavo più a terra. Stavo volando! Era una sensazione stupenda. Volavo sopra le rocce, sopra i cespugli spogli, sopra il deserto, volavo in alto, volavo a resoterra, volavo più in fretta e poi di colpo rallentavo. Finalmente dopo anni, mi sentivo di nuovo libera, e allo stesso tempo mi sentivo più forte e più sicura di me stessa.

Arrivai molto in fretta all'oasi. Senza mai fermarmi di volare, non avrei mai voluto smettere di volare. Volavo sopra l'oasi, in mezzo alle palme, vicino alle cascate fresche, che schizzavano acqua ovunque, ritrovandomi la faccia completamente bagnata. Poi però ad un tratto vidi un oggetto brillare. Era un oggetto di metallo o di vetro, perchè rifletteva la luce del sole. Esso si trovava su un' altura. Mi avvicinai, e scoprii che era una spada luccicosa. La guardai attentamente. Era stupenda. Aveva il manico ricamato a mano finemente. Dopo qualche istante di esitazione la presi. Sentii una scossa piacevole che si spandeva dentro di me. Tutto a un tratto, vidi che non ero più vestita da principessa, ma da guerriera. Avevo un vestitino in pelle di color bruno con accessoriato una fodera per le spade. Senza indugiare misi la spada nella fodera e senza nemmeno rendermi conto dissi una frase in egiziano antico. Una lingua che anche mio padre non parlava più. Una lingua morta. Appena la dissi i miei vestiti ritornarono esattamente come li avevo prima. Ignara del tutto, avevo appena fatto la mia prima magia. Quello sarebbe stato l'inizio di tutta la mia avventura.

Era ormai tardi così decisi di lasciare l'oasi, anche se questo voleva dire lasciare andare via una parte di Jack e una parte di magia. Quando ritornai a palazzo mio padre era furioso, non mi disse nulla, ma mi dette uno schiaffo fortissimo sulla guancia. Delle lacrime iniziarono e scendere sulle mie guance. Non riuscivo a dire nulla, ne a muovermi ero paralizzata. Quando tutto a un tratto lessi nella mente di mio padre

"che cosa ho fatto? Come ho potuto farlo?" Pensò mio padre. Non so come avessi fatto, ma ero riuscita a leggere nella sua mente.

"Mi dispiace moltissimo Sarah, non volevo, mi è fuggito, è che mi sono preoccupato tantissimo, non andartene mai più senza dire niente a nessuno, promettimelo." Mi disse abbracciandomi.

"Va bene padre, ve lo prometto." Abbassai la testa e me ne andai a letto. Sfinita a causa della giornata piena di imprevisti e soprese.

La mattina dopo, tutto quello che era successo il giorno prima mi sembrava ormai lontano.

Quel giorno e i giorni in seguito provai a leggere nel pensiero tutte le altre persone, e pian piano miglioravo sempre più e quando ero sola nella mia camera mi esercitavo con piccoli incantesimi. Avevo trovato la mia vera identità di fata, e mi piaceva moltissimo e non l'avrei più abbandonata.

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