Capitolo 20: Attacco liberato

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Rimanemmo così a guardarci senza dire nulla per qualche secondo dopodiché Luna aprì la bocca:

"Voi come vi chiamate ragazze?"
"Io mi chiamo Abygale"

"Io sono Beverly, la sua gemella e voi?"

"Io sono Luna e questa è anche la mia gemella Estelle."

"Mentre io sono Sarah."

"Molto liete, non sapevamo l'esistenza di altre fate. Pensavamo che eravamo le sole." Disse Abygale.

"No, non siete le sole. Esiste un mondo intero come noi, ma non solo con fate, ma anche maghi, maghe, stregoni e streghe. In più esiste anche una parte bianca e una parte nera."

Rimasero stupefatte. Pensavano veramente di essere le uniche speciali.
"Parte bianca , parte nera, che cosa significa? Temo di non afferrare."

"Beh noi e anche voi fate parte della parte bianca , noi abbiamo un indole più buona rispetto alla parte nera che hanno un indole più malvagia. Queste parti sono l'opposto del l'altra." Spiegai.

"È difficile da capire a parole, ma se mai un giorno incontrerete il vostro parallelo, allora capirete."

Guardavamo l'incoronazione, era interessante vedere un'incoronazione per la prima volta. Anche se non riuscivamo a comprendere tutto quello che diceva il vescovo. Parlava in una lingua diversa dal francese o dal Egiziano. Poi pensai a come mai riuscivo a capire quelle ragazze così bene. Quando mi accorsi che in realtà avevamo parlato tutte e cinque in egiziano antico.

"Che lingua parla il vescovo? Non riesco a capire tutto alla perfezione."

"È la lingua inglese." Disse Beverly.
"Come mai invece noi ci capisci bene?" Chiese Abygale.

"Perché state parlando in egiziano antico, la lingua base."

"Stiamo parlando in un altra lingua? Non me ne sono nemmeno resa conto."
Le ragazze erano molto confuse.

"Si tutto il nostro mondo conosce l'egiziano antico, però non capisco perchè non riesco a capirlo alla perfezione, Johnatan mi ha insegnato l'inglese e alla fine riuscivo a parlarlo anche abbasanta bene." Disse confusa.

"Ti ricordo che siamo in un altro secolo Sarah."

"Ah già gusto, bene allora dovrò imparare anche questa versione, più lingue si sa e più mi sento bene." dissi tutta eccitata.

Passarono un paio di minuti ed esattamente quando il vescovo stava per incoronarlo, si senti un grande boato. La terra tremò e la corona fú rubata da qualcuno vestito tutto di nero, perfino le mani erano nere.
Capii subito che si trattava di qualcuno del mondo nero. Senza pensarci due volte diventai invisibile, mi mise il vestito da battaglia mentre sfrecciavo contro l'uomo, quando fu a terra mi levai la protezione invisibile, guardai il ladro dritto in faccia e lo sfidai con lo sguardo.
Era un uomo robusto con le spalle larghe, abbastanza alto indossava una maschera anche' essa nera. Lui mi guardò a sua volta e capì la mia sfida. Così estrammo le spade contemporaneamente di fronte a tutti i partecipanti presi ormai dal panico che uscivano inpauriti dalla sala, creando scompiglio. Vidi Beverly, Abygale, Luna ed Estelle che aiutavano la folla inferocita a uscire sani e salvi dalla sala. Mentre il vescovo si nascose dietro all'altare. Riccardo ci guardava con tanta perplessità che non riuscì a muovere un muscolo. Mentre io e l'uomo mascherato eravamo pronti a sferrare il primo colpo. Così fu e iniziammo il nostro combattimento. Con la spada non ero ancora bravissima, ma me la stavo cavando bene.

Poi però sentii un urlo dietro alle mie spalle. Una donna stava per essere travolta dall'ultima folla che si trovava ancora dentro al Westminster palace, Beverly riuscì a salvarla in tempo, ma in quell' attimo che mi distraii, il ladro mi ferì sul petto.

Del sangue azzurro cielo iniziò a gocciolare. Mi sentii più debole, ma la rabbia che prima provavo aumentò e ricominciammo il duello. Ero più aggressiva di prima e senza sapere come, dopo un paio di colpi la sua spada si conficcò nella panchina in prima fila e lo scagliai a terra puntandogli la lama affilata alla gola.
Era terrorizzato.
Non avevo nessuna intenzione di ucciderlo, così con la spada gli levaii la maschera e gli scoprii il viso. Guardandolo negli occhi vedi i crimini che aveva compiuto. Era stato lui a uccidere i genitori di Genoveffa.
A quel punto delle guardie lo ammanettarono e lo portarono in carcere. Riccardo si complimentò ringraziandoci e dicendoci che gli servirebbero delle guerriere come noi. Ci fece anche la proposta di far parte delle sue truppe.
Dopo qualche secondo di esitazione accettammo. Così avremmo potuto far pratica non solo con la magia, ma anche con le spade e con il corpo. Per poter difendere ancor meglio l'umanità. La incoronazione poteva ricominciare da dove l'avevano lasciata dopo l'attacco. La gente rientrava adagio, dopo essersi ripresi dallo shock di poco fa.

Dopo qualche decina di minuti mi sentii veramente molto stanca. Mi sentivo svenire e prima che potessi dire qualcosa mi accasciai a terra sfinita.

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