Capitolo 22: Alla prigione

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Passammo le poche ore rimanenti della notte a sistemare la parte bruciata del castello. Solo ora mi resi conto di come era fatta la stanza, ormai semi distrutta; era semicircolare, con un enorme vetrata stile gotico, ormai distrutta, ai muri v'erano appesi un paio di quadri, la stanza possedeva una ventina di scaffali, alti fino quasi al soffitto, allineati perfettamente in due file parallele al centro della sala e altri scaffali ricoprivano le pareti hai lati, costoro contenevano uno sfracello di libri. In fondo nell'angolo della sala c'era una scala a chiocciola che portava a una piccola terrazzina in un piano superiore. Anche questo era ricoperto di scaffali pieni di libri alla pareti.
I libri, come il resto degli oggetti erano stati distrutti o gravemente danneggiati. Era un macello, libri fantastici e unici erano andati distrutti in un sol soffio. Non riuscivo a capire chi avrebbe potuto fare una cosa del genere e il perché.

Dovevo capire ancora molte cose. Il perché l'assassino dei genitori di Genoveffa si trovava in quell'epoca e il motivo dell'attacco al Westminster, e il come mai una libreria era stata incendiata, doveva ancora chiarire se ero veramente la leader del mio mondo e se fosse stato veramente così, dovevo capire come mai proprio io.
Mi meravigliava anche il fatto che nessuno si era preoccupato della magia che avevo usato per dominare il fuoco.

Alle prime luci dell'alba avevamo finito di pulire e risistemare quello che era stato possibile. Il piano superiore con molta fortuna non era stato danneggiato minimamente, le fiamme si erano spente prima di arrivaci. Mentre la parte opposta era andata distrutta totalmente. Ormai eravamo tutti sfiniti e ci ritirammo nella sala da pranzo per mangiare qualcosa per riprendere le forze. Nessuno parlava erano ancora tutti scioccati e si vedevano gli interrogativi sul viso di tutti.

"Chi può mai aver fatto una cosa simile? Perché proprio bruciare una libreria?" Disse Luna rompendo il silenzio.

"Non saprei dire." Rispose Abygale.

"Secondo voi la o le persone che hanno appiccato il fuoco hanno proprio voluto appiccare quella libreria o dite che volevano solamente appiccare il fuoco senza un obbiettivo preciso?" Chiese invece Beverly.

"No, per me lo sapeva e voleva mirare esattamente la libreria." Disse Estelle.

"Ma perché proprio quella libreria? Cosa avrà di così importante?" Rispose Luna.

"Dovremmo chiedere alla custode di quella stanza." Disse Abyglale.

"Si buona idea" risposero tutte le altre tre all'unisono.
Io ero immersa invece nei miei pensieri. Volevo rivedere l'assassino dei genitori di Genoveffa. Non so come mai , ma qualcosa mi trascinava a pensare a lui e non all'incendio. Dovevo parlargli a tutti i costi.

"Sarah, tu cosa ne pensi?" Mi chiese Estelle

"Cosa? Cosa ne penso di cosa?" Dissi scuotendo la testa e ritornando al loro discorso.

"Di chiedere alla custode come mai solamente la libreria era stata attaccata." Disse Estelle.

"Sai, forse nasconde qualcosa di importante." Disse Beverly

"Si certo, perché no, voi chiedete pure e ricercate. Io devo andare nella prigione di Londra a trovare quello che ha attaccato il re. Ho visto i crimini che ha fatto. È collegato in un certo senso con la mia famiglia." Dissi ancora persa nei miei pensieri.

"Cosa? La tua famiglia? Non ci hai mai raccontato nulla." disse Luna quasi arrabbiata.

"Chi è e cosa ha fatto quell'uomo?" Disse invece Beverly interessata.

"Vi racconterò tutto a tempo debito. Ora devo andare." Dissi.

"Noi verremo con te." Disse Estelle.

"No , rimanete qua a risolvere il caso. È una faccenda che devo affrontare da sola." Dissi franca.

"Va bene Sarah, come vuoi tu" disse Luna in un misto di tristezza e preoccupazione.

Così mi portarono all'entrata del castello finalmente uscii da quel labirinto. Quel posto era enorme, d'innanzi a me si estendeva una strada lunga e diritta che si sperdeva nell'orizzonte, ai suoi lati v'erano molti alberi che circondavano la strada, formando quasi un viale, una visione fantastica. Quel posto era a dir poco incredibile. Andammo nelle stalle, le quali si trovavano al dì fuori della reggia. Anche costoro erano grandi con tantissime recinzioni, all'interno si trovavano molti cavalli, che correvano ovunque. Alla fine del "giro turistico", mi prestarono un magnifico destriero bianco, la crine era nera come pure lo era il pezzo tra lo zoccolo e lo stinco.
In groppa a quel magnifico cavallo mi allontanai molto velocemente, le ragazze erano rimaste, sulla porta della stalla, fissandomi mentre mi allontanavo, fino a quando non sparii nell'orizzonte. Direzione centro di Londra, più esattamente la prigione di Londra.

Il sole era alto e il cielo azzurro si intravedevano solo poche nuvole dipinte qua e la, cavalcai con l'aria fresca che mi soffiava in faccia e i miei capelli volavano liberi. Arrivai dopo poco più di un ora nel centro di Londra dopo poco più di un ora. Scesi dal cavallo essendo che la strada era molto affollata e decisi di legarlo a una staccionata la quale si trovava innanzi a un pub. Camminando in mezzo la folla raggiunsi finalmente la prigione. Era imponente le mure erano color beige, anche se con il tempo esso era divenuto sporco e sembrava essere quasi nero in alcuni punti, sulle finestre v'erano delle sbarre robuste. Salii la scalinata di marmo che portava a un possente portone anche esso di ferro sorvegliato da alcune guardie rivestite con balaustre e lancie. Per passare la sicurezza dovetti dire che ero stata io a fermare l'attacco al nuovo re d'Inghilterra. Fortunatamente mi credettero subito e mi fecero entrare in una sala molto spaziosa con alti soffitti coperti con magnifici dipinti. Mi dissero che avrei dovuto aspettare li qualcuno che mi portasse poi in seguito alla cella del prigioniero. Mentre aspettai guardavo intensamente i dipinti traendone la bellezza di essi. Dopo alcuni minuti finalmente qualcuno arrivò. Non sembrava una guardia di sorveglianza, ma più un superiore.

"Buongiorno signorina, sono il signor Braxton, capitano delle guardie. Lei è venuta qua per vedere il prigioniero che ha attaccato vostra maestà all'incoronazione. Non è vero , signorina?" disse il signor Braxton molto pacato e calmo.

"Esattamente, signor Braxton."

"Posso chiederle il motivo per il quale lei vuole vedere suddetta persona?" chiese con una tono di voce un po' più irritata di prima.

"Speravo che riuscisse ad aiutarmi a rispondere ad alcune domande." risposi io francamente senza dilagare troppo.
Egli mi guardò, con angoscia e un pizzico ti paura.

"Le devo dare un orribile notizia signorina, l'uomo in questione, non si sa come abbia fatto, ma è riuscito ad evadere. Senza che nessuno se me accorgesse di nulla." disse Braxton in un misto di rabbia e delusione.

Rimasi sconvolta da quella notizia, non riuscii più a ribattere. Come era possibile che sia scappato senza lasciare nessuna traccia? La mia mente galoppata veloce tra mille pensieri. Dopo qualche istante riuscii a tornare alla realtà.

"Quando è evaso?"

"Ieri sera, da come presumiamo, ma forse è già evaso di prima mattina, come le ho già detto, non ce ne siamo quasi nemmeno accorti che egli era sparito."

L'assassino era scappato ieri e se egli c'entrasse qualcosa nella faccenda della libreria?

"I-io sono senza parole." Pensai ad alta voce. Devo trovare quel uomo a tutti i costi. Sa cose che devo sapere pure io. "Ritroverò quell'uomo e lo riporterò di nuovo in galera ove esso è il posto che gli aspetta."

Braxton annui accennando un sorriso. "Fate attenzione signorina, con certi delinquenti non bisogna scherzare."

"Lo so , signore, ma non si deve preoccupare per me."

Mi avviaii verso l'uscita della sala e in un batter d'occhio mi trovai davanti al mio magnifico destriero, pronta per tornare al castello delusa, arrabbiata e con molte più domande di quante ne avevo prima di arrivare li.

*Spazio autrice

Scusate se è da moltissimo tempo che non aggiorno più. Essendo nel mio ultimo anno di formazione devo impegnarmi molto e il tempo a disposizione è poco.

Comunque spero che la storia vi appassioni anche se siamo solamente all'inizio. Avranno luogo ancore molte battaglie e molti segreti devono ancora essere svelati.

Omnix, un mondo paralleloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora