Capitolo 6: Nemiche

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Col passare dei mesi, ero diventata molto brava a fare incantesimi e anche a leggere nella mente. Una volta, ancora quasi al principio, avevo letto nella mente di mia sorella e le avevo risposto in anticipo, lei era così perlpessa, che le svelò il mio piccolo segreto. Lei trovandolo affascinante, voleva che gli insegnassi quello che sapevo e così feci. È stata una buona idea, perchè ora potevo esercitarmi con qualcuno e legammo ancora di più il nostro rapporto. Mio padre dopo che mi aveva dato quello schiaffo, si era pentito moltissimo e ora mi dava di nuovo inportanza. Era tornato quasi tutto alla normalità e speravo che sarebbe durato così per sempre, ma come tutte le cose, nulla è per sempre.

All'età di nove anni, venne a palazzo una ragazzina di undici anni, che avrebbe dovuto passare lì un po' di tempo, perchè i suoi genitori erano minacciati di morte, così per non mettere a rischio la loro unica figlia, la quale si chiamava Genoveffa, avevano chiesto a mio padre se la poteva tenere al sicuro, finché le acque non si fossero calmate. Mio padre acettò senza esitare, però chiese, che in cambio aiutasse la cuoca in cucina, così se sarebbero venuti a spiarla, non avrebbero mai pensato, che l'aiuto cuoca poteva essere la figlia di due importanti e nobili persone. I genitori della ragazzina accolsero l'idea di mio padre poco convinti, poichè la figlia non aveva mai aiutato in casa.

Pensavo che avere un'altra ragazza in casa con cui parlare e giocare, sarebbe stato grandioso, ma non fù così.
Appena la vidi, capii subito che era arrogante e viziata. Malapena ci salutò e se lo fece, lo disse in un tono menefreghista, che non si interessa di nessun' altro eccetto se stessa. Già non mi stava molto a genio. I suoi genitori l'abbracciarono, lei malapena ricambiò il loro abbraccio. Si notava che non aveva voglia di lasciarli per venire a vivere con noi e ancora meno dover aiutare la cuoca.

Passarono un paio di giorni e Genoveffa, non voleva avere nulla a che fare con noi. D'ifatti dopo aver finito di dover "aiutar" la cuoca, che sinceramente un giorno la tenni d'occhio e se ne stava li seduta a fare nulla, qualche volta ma di rado asciugava i piatti, se ne ritornava in camera sua chiusa a chiave.

Posso capire che non sia facile andare via da casa e vivere con degli sconosciuti, ma poteva almeno fare un tentativo.

Io e Meryn provammo a farla giocare con noi dopo il suo turno, ma non c'era verso, però Meryn, non so come ci riusciva, ma la faceva parlare almeno un po'. Con me non c'era verso, non eravamo compatibili.
Effettivanente dopo un paio di mesi, diventarono buone amiche e incominciarono ad escludermi da tutto. Proprio non sopportavo Genoveffa.

Successivanente iniziarono a deridermi, questa cosa mi faceva stare molto male. Non pensavo che una persona era ingrado di cambiarne un'altra con tanta facilità, ma il dominatore vince sempre su tutto o quasi.

Andava di nuovo tutto a rotoli, ora avevo perso mia sorella e le cose non sarebbero migliorate.

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