Capitolo 8: Cuore spezzato

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Genoveffa non aveva più notizie dei suoi genitori da più di sei mesi. Cominciavamo a pensare che erano stati presi o peggio... Ormai mio padre aveva detto che poteva rimanere qui, finchè non migliorava la situazione, ma se peggiorava, allora sarebbe potuta rimanere finchè non fosse abbastanza grande da affrontare la vita da sola.

La situazione però non cambiava, lei continuava col far nulla, mentre io mi ritrovavo a fare tutti i mestieri. Mia sorella, era diventata un estranea, come mio padre. Mi sembrava di vivere in una famiglia sbagliata. Come se avessero sbagliato destinatario.

Poco dopo scoprimmo che i suoi genitori erano stati assassinati, da dei maghi, ma non erano come noi. Erano diversi più cattivi. Non capivo come era possibile che altri maghi uccidessero i loro simili. C'erano così tanti perchè che mi frullavano in testa ed erano quelli che mi torturavano di più. Oltre a tutto il resto. Ormai sarebbe rimasto così non sarebbe cambiato più nulla. Io sarei rimasta, praticamente una sguattera, mentre loro le principesse. Infine c'avevo fatto l'abitudine e mi sembrava tutto naturale. Però appena potevo e appena riuscivo scappavo via, da tutto e da tutti. Volando via invisibilmente.

Gli anni passavano, avevo già quattordici anni, ormai era da più di un mese che non mangiavo più con la mia famiglia. Così decisi che quella sera avrei di nuovo mangiato con loro. Perciò mi vestii con i vestiti da principessa, i quali non li mettevo da un bel pò di tempo. Difatti mi erano piccoli, provai a fare qualche magia per imgrandirli, ma nulla da fare, non ero ancora abbastanza brava, non conoscevo ancora bene l'egiziano antico per le formule magiche. Decisi di indossare un'altra veste, la quale non era per nulla carina, ne elegante. Aprii la porta della sala da pranzo e lì vidi Jack, seduto di fianco a mia sorella, di fronte c'erano due posti liberi e vicino sedeva mio padre. Decisi di sedermi nei posti liberi vicino a loro. Non riuscivo a guardare nessuno negli occhi, specialmente Jack. Mi era mancato moltissimo ed ora ritrovarmelo là davanti a me, era stupendo, provavo una strana sensazione piacevole. Faccio per sadermi mio padre mi guarda e mi disse:

" Che cosa ci fa lei qui? Lo sapete che le sguattere lavorano in cucina e non si siedono con noi? Come si permette di lasciare il suo lavoro incustodito, per venire a mangiare senza consenso con noi, signorina Genoveffa?"

So che puoi leggere nella mente, perciò ascolta ciò che ti dirò ora, tu non potrai più a venire a mangiare con noi, non sei all'altezza, tu non sei tua sorella, non vali nulla, perciò mangierai con i servi, i tuoi simili, la tua famiglia, ora abbiamo un nuovo membro al tuo posto. Perció vattene. Non rovinare tutta la serata. Come il tuo solito.

Questo pensò mio padre.
Ero incredula alle sue parole, qualcosa nel petto mi sembrò che si sbriciolasse,era il mio cuore. Lo guardai scioccatissima, con le lacrime agli occhi, guardai Jack per un istante e corsi via. Prima che scoppiassi a piangere. Jack mi aveva guardato con conpassione, rabbia e incredulità. Come se fosse riuscito pure lui a "leggere" quello che mio padre mi aveva detto. Ero stata rinpiazzata da Genoveffa, mio padre non mi riteneva più sua figlia, Genoveffa era la sua nuova figlia, il peggio che fece tutto questo in presenza di Jack. Mi sentivo veramente come se un pezzo del mio cuore si fosse distrutto.

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