Capitolo 28: In mare aperto

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"Sarah, prego avvicinatevi." Disse re Riccardo sempre molto solenne, il mio cuore ero sotto sopra, mi avvicinai piano piano a lui.

"Sire" dissi cercando un po' di coraggio in me stessa, per non apparire debole, mentre mi inchinavo.

"Alzatevi." così disse e così feci.

"Devo ancora farvi alcune domande riguardo l' aggressione." Annui con la testa, anche se avevo un po' di paura, non potevo dire nulla il quale avrebbe riportato che eravamo delle fate, perché le conseguenze sarebbero state gravi.

"Non mi è chiaro come avete fatto ad apparire così all'improvviso, quando avete fermato l'aggressore." Non sapevo cosa dire stavo andando nel panico, dovevo inventarmi qualcosa. "Io... ecco... ero li accanto e appena ho visto l'uomo sono riuscita ad aggredirlo immediatamente." dissi titubante, credo che si accorse che non era la verità, ma fortunatamente non indagò oltre. Però mi fece un'altra domanda la quale non sapevo come rispondergli, i chiese come mai avevo il sangue color celeste. Io gli risposi semplicemente che non lo sapevo, che avevo sempre avuto il sangue di quel colore.

"Sai cosa ne penso?" Il mio cuore era ormai in gola, non dissi nulla, ne mossi un muscolo, sapevo che non mi credeva, ma non potevo dirgli la verità. "Penso che mi nascondiate qualcosa. Non è normale che una ragazzina riesca magicamente a spuntare dal nulla e sconfiggere un uomo armato, e in più mi meraviglio che con la ferita che avevate siete tornate immediatamente in forma, come per magia." Aveva ripetuto due volte la parola magia, possibile che sapeva della nostra esistenza? Gli guardai le mani, ma la loro aurea era rosea, per cui era un Gariano.
"Ho avuto fortuna e degli ottimi curatori a quanto pare." dissi cercando un via di fuga.
"Sarà come dite voi." disse infine il re sempre ancora poco convinto.

"Vi ho fatto convocare anche per darvi informazioni riguardo la vostra partenza. Partirete do'mattina insieme alla flotta navale a Whitstable, voi e le vostre compagne farete parte della Livinsgard, una delle navi più veloci e imponenti di cui disponiamo, seguirete gli ordini del primo ufficiale in comando, il signor Campbell, verranno preparati alcuni cavalli per far si che arriviate in fretta a destinazione, tutto chiaro?"
"Sì, vostra maestà è tutto chiarissimo."
"Bene allora, ora potete ritirarvi, inoltre troverete le armi a disposizioni."
"La ringrazio sire per la gentile ospitalità." Dissi prima di tornare in camera.

Durante tutto il tragitto per andare in camera, ripensavo alla "discussione" che avevo appena avuto con il re. Ero ancora sconvolta e il cuore mi batteva ancora veloce. Quando entrai nella camera vidi che Joyce si era svegliata e così pure tutte le altre ragazze.
"Dov'eri finita?" Mi chiese con la sua solita "gentilezza" Estelle
"Ci hai fatte preoccupare." Concluse Luna.
"Il re mi ha convocata." dissi tranquillamente, non volevo farle preoccupare, non volevo farle sapere che il re sospettava di noi.
"Come mai?" Chiese Joyce, timidamente, la paura non gli era ancora passata.
"Per informarmi sulla nostra immediata partenza in nave. A proposito partiremo domani mattina con la flotta da Whitstable e saremmo ai comandi del primo ufficiale, un certo signor Campbell."
"Come mai il re ha convocato solamente te?" Chiese sospettosa Abygale.
"Non saprei, forse perché non lo riteneva necessario." Dissi alla svelta e bloccando i miei pensieri.
"Sì, è probabile." disse Beverly. Fortunatamente ci credettero tutte.

Uscimmo dal mastio, per visitare la cittadina di Canterbury. Era davvero graziosa, anche se era stata invasa ormai dai soldati. In tutte le vie ve ne incontravamo alcuni. I cittadini non era molto contenti di questa invasione. Andammo a visitare anche l'imponente cattedrale. Era molto possente con moltissimi merletti era di marmo e in stile gotico, era davvero spettacolare. Anche i giardini che la circondavano erano davvero stupendi con molte fontane che schizzavano acqua in tutte le direzioni. Passammo così la giornata a gironzolare e rilassarci nei parchi, finché non arrivò la sera e l'ora di ritirarsi in camera. Era stata una giornata stupenda fra noi ragazze.

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