5# Morley Pond

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{ consiglio l'ascolto di Bad Blood- Taylor Swift ft Kendrick Lamar }

Dopo un'ora e mezza di lettura stavo finendo il libro. Decido di chiuderlo e alzarmi, staccando le radici che avevo piantato su quella sedia. Voglio esplorare i dintorni, per vedere se potevamo prendere un'altra casa con un vicinato più decente. Prima di uscire di casa, scrivo un biglietto a mia mamma, così non si preoccupa inutilmente. È stata lei a dirmi di uscire pochi giorni fa e ,strano ma vero, adesso ho voglia.
'Ora o mai più' esclama a gran voce la mia mente.
Prendo il mio zainetto vintage, mettendoci dentro telefono, acqua e i miei 'big money', dal gergo paterno e infilandomi tra i capelli gli occhiali da sole rotondi, alla John Lennon.
Esco, vestita sportiva,ma..diciamocelo; sono tutto, fuorché sportiva. Indosso short neri e una canotta rossa con disegnato davanti lo stemma degli 'Arizona Cardinals'. Cammino per la 7th strada, andando verso la Bridge St. .
Proseguo dritta, fino a trovarmi davanti al lago; Morley Pond.
Non so perché ho camminato fino a questo punto, semplicemente mi andava. Non so dove mi trovo, ma Google Maps mi darà una risposta in caso di necessità.
Inizio a percorrere il perimetro di quel lago. Al tramonto si crea sull'acqua una sfumatura bellissima e di varie tonalità, dal rosa all'arancione. Ammirandola è uno spettacolo per gli occhi.
Il vento soffia leggermente, regalando una brezza che fa andare via l'afa estiva.
Cammino verso l'erba alta, dirigendomi nel lato sud del lago. Tra gli alberi scorgo una specie di crepa nella terra.
Incuriosita, mi avvicino sempre di più, senza preoccuparmi minimamente di ciò che potrebbe succedermi.
Sulle rocce che circondavano la crepatura ci sono dei simboli che appaiono e scompaiono ripetutamente, di un vivido colore viola. Vado per toccarli, ma prima che me ne accorga il suolo sotto i miei piedi era sparito.
Inizio a cadere nel vuoto,girando su me stessa fino a schiantarmi di faccia.
Dopo un paio di minuti, decido di tirare su la testa per guardare dove diavolo ero finita. Il suolo di prima ora è diventato il mio tetto.
Fortunatamente non ho un graffio, perché la terra morbida ha attutito la mia caduta.
Prendo il telefono e accendo la torcia.
Mi trovo in una grotta sotterranea, molto vecchia.
Magari è nata con il Mondo. Le pareti sono costellate da strani simboli che non riesco a capire. Mi soffermo su uno, che sembra una effe capovolta,contenuta in un segno dell'infinito fatto male. Cerco di andare avanti lentamente, trovandomi davanti a una miniera di pietre preziose, che brillavano al passare della luce del mio telefono.
Sembra una sala circolare quella che mi trovo davanti, con delle stalattiti che pendevano dal soffitto, acuminate come lame di un rasoio. Al centro, sorge un masso di roccia quasi trasparente. Mi avvicino, con il cuore in gola. Non sapevo come ci ero arrivata fino a quel punto.
Le mie gambe tremavano.
Non volevo andare ancora più in profondità.
Le mie gambe si muovono da sole, fino a ritrovarmi davanti quell'enorme stalagmite. Avvicinando lo sguardo, noto che dentro alla punta di quella bellezza naturale c'è una pietra viola intenso, che brilla con più intensità quando mi avvicino.
Straordinariamente levigata a forma ovale, forse dal tempo o dalla roccia che le si è creata attorno.
Vado per toccarla, sembra dura, come ogni stalagmite che si rispetta, invece si frantuma al tocco, rivelando il tesoro celato. La prendo in mano, la pietra è fredda al contatto con la mia pelle, la studio con gli occhi. Non sembra un'ametista..aveva un qualcosa di surreale.
Non appena la tocco, le stalattiti iniziano a muoversi pericolosamente. Mi cadono vicino, piantandosi profondamente e la grotta traballa.
Sarebbe crollata sopra la mia testa.
Ormai era finita.
Addio mondo.
La pietra tra le mie mani brilla, sempre più intensamente. Un bagliore violaceo mi circonda e subito dopo mi sento senza peso, come se la gravità non esistesse più.
Subito dopo mi ritrovo davanti a casa mia, in piedi, con il telefono in mano, lo zaino sulle spalle e la pietra nella mano destra.
Continuo a sbattere gli occhi per mettere a fuoco quello che mi trovo davanti.
Esterrefatta.
Sconvolta, oltre ogni dire.
Oddio.
Cosa.è.successo?
Thristan mi sta fissando, con la bocca spalancata,mentre dava da bere ai fiori.
Mi raggiunge velocemente, ma io non mi accorgo della sua velocità.
Mi prende per le spalle, allarmato. Gli occhi zaffiro strabucano fuori dalle orbite.

"Ti senti bene? Come hai fatto?"

Non so se dirlo a lui convenga, perciò nascondo la pietra dietro la schiena, per non fargliela vedere.
Non posso fidarmi di lui così presto. Meglio aspettare.

"Fatto cosa?."

"Sei comparsa dal nulla."

"Macché? Sono sempre stata qua."

Scappo dentro casa mia, sotto gli occhi attoniti di Thristan, correndo in camera. Appena entro, chiudo la porta a chiave, esasperata e incredula.
Appoggiata alla porta, striscio fino a sedermi, girandomi quella pietra tra le mani.

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Spazio autrice

Salve ragazzi:) spero che questo nuovo aggiornamento vi piaccia.
Cosa ne pensate? Aspetto i vostri commenti, sia belli che costruttivi:)
Al prossimo capitolo.

Ps: la foto a inizio capitolo l'ho fatta io.

Jane M. Christopher

Throb - La convergenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora