8# Corvo

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{ consiglio l'ascolto di In the End- Linking Park }

Corro verso casa, sperando di avere ancora vestiti decenti nell'armadio o dentro gli scatoloni imballati.
Mi precipito in camera, buttandomi sotto la doccia.
Uscendo di fredda, inizio a rovistare ovunque,ma non trovo quello che cerco.
Guardo per mezz'ora tra una miriade di scatoloni, trovando cianfrusaglie che non sapevo nemmeno di avere. Do il via all'immaginazione, cercando di creare outfits, ma solo uno mi ispirava veramente. Ho una gonna color panna, alta, fino allo stomaco e lunga fin sopra il ginocchio, che si apre dolcemente. Lo abbino a un corpetto nero,con dei ricami a fiori colorati e una cerniera al centro. Questo outfit mette in risalto le mie curve e il mio lato b. Tra le scatole aperte, scorgo un paio di scarpe con il tacco color acquamarina. Il loro colore tenue si abbina perfettamente al resto. Me lo infilo velocemente, soddisfatta dei miei abbinamenti.
Ora è il momento del make-up.
Rovistando nella trusse, prendo un eye-liner nero dalla punta fine. Inizio con un primer e un fondotinta chiaro, per non contrastare la mia pelle leggermente pallida. Spargo un po' di blush.
Apro il tubetto nero e traccio una linea sottile in entrambi gli occhi, per poi collegarli a una punta all'estremità di questi.
Decido di non mettermi il rossetto, quindi opto per una matita da mettere sulle labbra, leggermente più scura della mia tonalità.
Mi sistemo i capelli, arricciandoli con la piastra, creando dei piccoli boccoli castani scuro.
Perfetto.
Guardo l'orologio.
Le 8.50.
Cavolo, non pensavo di averci messo così tanto.
Prendo una borsetta beige e ci metto dentro il telefono.
Pronta.
Sono calma.
Sento il campanello suonare.
La mia calma se ne va a puttane.
Ho messo per sicurezza l'eye-liner dentro la mia borsetta, mi cospargo di profumo ed esco.
Caleb è di fianco alla sua macchina, girato di spalle. Quando sente la porta aprirsi si volta verso di me, spalancando la bocca.
Non sapevo di fare questo effetto.
Mi dirigo verso di lui, sorridendo.
Caleb inizia a balbettare qualcosa e io non posso fare a meno di portarmi una mano alla bocca per non ridergli in faccia.
Era vestito elegante, con una camicia smanicata è aperta leggermente sopra, per dare un'idea del suo fisico, abbinato a dei pantaloni neri e delle scarpe in pelle. I suoi capelli sono scompigliati dal vento. I suoi occhi marroni risplendono.

"Sei..bellissima."

"Grazie, anche tu non sei male."

Riesco a strappargli una risata, prima di salire in macchina e partire.
La festa è a pochi isolati da dove siamo noi.
Caleb mi porta davanti all'entrata di una casa a dir poco enorme, le sue pareti sono di un rosa cristallino. Parcheggia e scendiamo, stando attenta a dove metto i piedi, sperando di non prendere male una buca. È da tanto che non metto un paio di scarpe alte e devo prenderci l'abitudine.
Un pensiero mi passa da parte a parte dell'anticamera del cervello.
Spero di non incontrare il corvo, ma non penso che venga a una festa così.
Entriamo.
Tutti erano vestiti di tutto punto, tenendo in mano dei bicchieri rossi.
La mia mente esclama "punch. Finalmente!"
Mi fiondo al tavolo per prenderne un po', sotto gli occhi sorridenti di Caleb.

"Ne vuoi un po'?"

"Perché no."

Gli consegno il bicchiere e beviamo.

La festa si consuma in risate e balli scatenati, persone che vanno e vengono. Fiumi di alcool che scorrono per tutta la casa. Il ragazzo, bevendo l'ultimo sorso del suo quarto bicchiere, mi prende il braccio, portandomi da un gruppo di ragazzi e ragazze, urlando.

"Ciao a tutti, questa è la mia amica, Astrid. Astrid, loro sono Gio, Tamara, Loran, Justin e Mason."

Loro urlano in coro un "piacere", alzando i bicchieri e io faccio lo stesso.
Caleb continua, non tanto sobrio.

"Lei sarà la nuova arrivata dell'ultimo anno alla nostra scuola. Trattatela bene o vi spacco il culo."

Tutti ridono a quelle parole, pensando la stessa cosa che penso ora io; Caleb è bello che andato per la tangente.
Siamo insieme a questi cinque ragazzi, dove l'alcol non manca mai.
Mi vanno sullo stomaco altri tre bicchieri.
Inizio ad essere alticcia, ma non ci faccio caso, perché sono troppo immersa nel divertimento.
Mi si avvicina una ragazza del gruppo, credi sia Tamara, e mi guarda con fare minaccioso, per dopo liberare un grande sorriso, indicandomi con l'indice, mentre con il resto della mano sorregge un bicchiere mezzo vuoto.

Throb - La convergenzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora