Above boundaries (Oltre i confini)

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«Esther ho bisogno che tu vada da quel figlio di puttana di Robert a prendere i cento verdoni che mi doveva! Devo pagare le bollette» ci risiamo, sempre la solita storia. Io dovevo sempre andare a minacciare la gente col coltellino in mano mentre lei poltriva in casa con una bottiglia di whisky in mano.
«Perché sempre io?» le chiedo tirando un pugno al muro «Perché quello stronzo di Aj non c'è! E perché quel fallito di tuo padre ci ha abbandonati! Io non mi posso muovere e tu ti lamenti troppo!» mi urlava contro con la voce impastata dall'alcol.
«Fanculo. Ora torno» mi avvicino al cassetto rotto delle posate e prendo il taglierino.
Fuori fa un freddo micidiale e io posso coprirmi solo con questa specie di pellicciotto che mia madre ha trovato al mercato dell'usato forse..

«Ehi dolcezza!» ci risiamo, Bobby e le sue avance «Dolcezza, levati dai piedi che ho da fare» accentuando sulla parola lo spingo via e sbuffo sonoramente. Già sono incazzata, ci mancava solo quel porco di Bobby Laurenz e le sue continue avance... Ho bisogno della mia sigaretta.

***

Ci ho messo esattamente mezz'ora ad arrivare in autobus di bianchi. Tutti mi guardano male come se fossi un'aliena. Cavolo, sono marrone non un alieno.
Appena entrata nell'edicola mi avvicino al bancone e mi preparo col taglierino in mano «Robert i soldi» l'uomo è girato di spalle e appena sente la mia voce si gira. Sobbalzo sul posto perché questo non è il vecchio bastardo ma un giovane bastardo carino.
«Dov'è quel grassone di Robert» gli chiedo fregandomene di chi fosse «È fuori per il weekend, chi lo cerca?» mi chiede scrutandomi da testa a piede come se fossi qualcosa di raro «Non ti deve interessare. Dov'è scappato?» gli chiedo guardandomi intorno «Non ti deve interessare» mi giro di scatto e lo guardo dritto negli occhi. Ha il mare al posto delle irridi, accidenti. I suoi capelli color sabbia fanno a pendant con gli occhi. «Ma cosa sei..» borbotto e lo notò inarcare un sopracciglio. In quest'istante mi accorgo che lo stavo fissando con la bocca semiaperta.
Mi schiarisco la gola e mi sento un pochino a disagio «Allora, dov'è?» cerco di insistere ma la mia voce non è più tanto convincente come all'inizio.
«Chi lo cerca?» mi richiede con calma e fissandomi negli occhi. Eh no così non vale! Non puoi guardarmi così e aspettarti che io faccia la dura. «Senti non mi muovo da qui fino a quando non torna. Mi ha mandato mia madre e non posso tornare a mani vuote» dico grattandomi nervosamente il braccio.
«Allora accomodati.» cazzo, spero stia scherzando! Ma perché i bianchi devono dimostrare sempre la loro strafottenza? «Ehi senti, non fare il bianco con me. Non ho tempo da perdere e in più questo posto mi fa venire l'orticaria quindi o mi dici dove cazzo è Robert o mi arrabbio sul serio» mi guarda e sorride, che cavolo c'è da ridere? N-non c'è assolutamente bisogno di mostrare quei denti perfetti e sfoggiare quel sorriso.. Cavolo Esther è bianco! Scuota la testa e più che confusa giro i tacchi «Pezzente tornerò domani e se non lo troverò qui, distruggerò quest'edicola» nessuna replica.

Ho sprecato due ore della mia vita in una sporca edicola dell' Upper Side per profittare niente. Maledetta mia madre, maledetti soldi, maledetto Robert, maledetto Mr. Ho il Mare negli occhi, maledetta me e maledetto autobus che non passa!
In fermata tutti mi squadrano come se fossi una lebbrosa, in particolare una vecchiaccia vestita tutta di punto con tacchi vertiginosi.
Pff.. Cose da bianchi. Non smette di staccarmi gli occhi di dosso e giuro che se non la smette, la sbrano.

Passano diverse ore e diversi autobus ma nessuno diretto a Down Town. Il buio ha cominciato ad impossessarsi del cielo e io sinceramente sto cominciando ad avere paura. Non voglio rivivere l'orrore di quella sera, devo assolutamente tornare a casa.
In fermata ci siamo solo io e un ragazzo, un motivo in più per avere paura e in più è bianco.
«Ehi ma l'autobus per il Down Town?» gli chiedo con freddezza e lui prima mi guarda, mi squadra e poi mi ignora. Ma certo! Questo é il mondo dei bianchi.. Per carità.. Parlare con un nero.. Abominio. Pff..

Passano altre ore e anche quello stronzo se n'è andato, dove cavolo è il mio autobus!
Sto gelando al freddo e il lampione sopra di me minaccia di scaricarsi in più non ho neanche il cellulare.
Stanca di stare in piedi mi siedo sulla panchina incrociando le braccia per riscaldarmi.
Diverse macchine passano -ovviamente di bianchi- e mi guardano tutti strano, ad un tratto una accosta vicino a me e il mio cuore comincia a battere senza controllo. L'aria comincia a mancarmi e la vista ad essere offuscata. Non poteva succedere di nuovo, non di nuovo, non di nuovo!

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