02.

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||Esther||

Sento l'odore di vaniglia sotto al naso ed è semplicemente piacevole, qualcosa di caldo mi tiene la testa e giuro che per la prima volta in vita mia mi sento bene. Forse è un sogno.. Si è un sogno... Niente può essere così comodo, neanche la brandina dove dormo.
Aspetta un secondo. Apro di scatto gli occhi e mi ritrovo in una macchina, sul petto di qualcuno abbracciato e con la sua mano sulla mia testa. Ma certo! Quello dell'edicola.. Oh. Mio. Dio. Ho osato adagiarmi su di lui? Un bianco! Non esiste.. Mi stacco bruscamente svegliandolo, mamma mia che imbarazzo.. Fuori è ancora notte, chissà che ore sono. «Ehi.. Ehm mi sono fermato qui perché non so dove abiti» mi dice grattandosi la testa nervosamente «È per questo che mi abbracci e ti addormenti su di me?» gli ringhio contro e lo vedo rabbuiarsi.
«No.. Avevi avuto un incubo e...» non lo volevo ascoltare ero troppo arrabbiata. «Lascia stare. Portami a casa che è tardi».
Senza dire niente riparte e con le mie indicazioni si ferma davanti al mio palazzo, ora non cosa fare: se ringraziarlo o no, se farlo salire o no.. Ma che sto dicendo! Questo è bianco!
«Ehm.. Ci si vede» gli lancio l'ultima occhiata leggendo nei suoi occhi la preoccupazione ma non dico niente perché è inopportuno. Dopo l'ultimo saluto salgo in casa e mi accascio dietro la porta esausta. Che giornata di merda.
«L'hai vista l'ora?» mi giro e vedo mia madre seduta su una sedia con la birra in mano. Mi alzo e dopo averla fulminata con lo sguardo me ne vado in camera mia.
Sono semplicemente stanca di tutto e di tutti. Di mia madre, di mio fratello, della nostra situazione, di questa città, di questa gente.. Vorrei solo vivere come ogni altra ventitreenne ma so che questo è impossibile a Detroit.
Mi affaccio alla finestra e vedo la gang di Bobby gironzolare con le mazze, hanno spaccato un vetro. Ad un tratto sento l'allarme di una macchina. Chissà chi è la povera vittima..
Sento le urla di un uomo, quella voce mi è familiare... Spalanco gli occhi e mi affaccio per bene, ma quella è la macchina del tipo dell'edicola! E quello che urla è lui!
Non posso lasciarlo lì così, lui ha aiutato me nonostante le differenze e io devo aiutare lui nonostante le differenze.
Prendo una scatola da sotto il letto e tiro fuori la mia nove millimetri, scendo di corsa giu e urlo per farmi notare.
«Bobby lascialo in pace!» tutti si girano e mi guardano. «Osso levati di mezzo» dice con nonchalance alimentando la mia rabbia. «Non farmi incazzare. Andatevene ora o giuro che vi sparo in testa» tiro fuori la pistola e tutti mi guardano spalancando gli occhi. «Che cazzo! Cosa ci fa un wigga qui?» urla Bobby puntandogli la mazza addosso. «È con me» o la va o la spacca.
«ma cosa dici? È bianco!» mi fa notare JDylan «Mi deve dei soldi coglione e se ora non ti levi dalla palle ti buco il culo» mi guarda con circospezione ma poi fa segno ai suoi ragazzi di battere in ritirata.
Sospiro e mi avvicino a quello dell'edicola che è a terra sanguinante, ha il labbro spaccato e la tempia sanguinante. «Ehi tutt'okay?» non mi risponde, si limita ad ansimare dal dolore. Mi sento così in colpa.. Sono stata io la colpevole, dovevo dirgli di andarsene subito ma non l'ho fatto.
Ora dove lo metto? In casa no di sicuro a meno che mia madre non sia ubriaca. «Ti aiuto ad alzarti.» Gli faccio passare il braccio dietro al collo e lo porto dentro il palazzo, non dovevamo fare rumore o sarebbero stati guai per tutti.
Una volta arrivati al piano, entro in casa e controllo mia madre: dorme sul divano con una bottiglia di rum in mano. Perfetto.
Prendo il ragazzo e lo trascino fino in camera mia, so che casa mia fa schifo in confronto alla sua ma non posso farci niente. Lo adagio sul letto e poi riprendo a respirare, vado in bagno e prendo l'alcol e uno straccio, torno in camera e gli metto lo straccio in bocca. Prendo l'ovatta e la intingo con l'alcol per poi poggiarla sul suo labbro, sento un ringhio soffocato fuori uscire dalla sua bocca ma non ci presto attenzione. È alcol, deve bruciare per forza.
Prendo della garza trovata in bagno e dopo aver asciugato il sangue sulla tempia lo fascio.
Gli tolgo le scarpe e il giubbotto per farlo sentire comodo, non avevo fatto caso al suo fisico imponente. Non ha molti muscoli ma comunque si tiene in forma. Il suo braccio destro è ricoperto di tatuaggi molto carini.
Corro in cucina a preparargli il The caldo con una zolletta di zucchero, glie la porto e resto lì in silenzio con lui.
Mi sta guardando ma non parla, si guarda intorno ma non parla. Quando ha finito il The cerca di alzarsi per posarlo sul comò ma agonizzante si ributta sul letto.
Probabilmente gli avevano rotto qualche costola.
«Senti mi dispiace tanto.. Non so che altro fare. Devi passare la notte qui ma nascosto da mia madre e mio fratello» cerco un modo per scamparmela e alla fine decido di chiudere la porta a chiave e prendermi le coperte per dormire a terra.
«Esther, dormi tu qua. Io posso dormire per terra» ma è matto? L'hanno pestato di botte e ancora voleva fare l'orso buono? Ma per favore.
«Ehi non ti preoccupare. Taci e dormi» sistemo le coperte per terra e vado in bagno a mettermi il pigiama, quando torno vedo il tipo già con gli occhi chiusi. Sospiro e mi sdraio anch'io per dormire.

N/A
Eeeeei! Per la prima volta mi faccio sentire. Allora che ne pensate del libro? Già qui possiamo capire la mentalità di una ragazza di colore che vive in una città razzista e la mentalità di un ragazzo proveniente dal New Jersey.

*Wigga= slang per dire "bianco"

Above Boundaries (Oltre i Confini)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora