||Jeremiah||
«Miah si! Mi fai impazzire! Vai così..» sto scopando Juliette in un modo assurdo sul pavimento eppure mi sento uno schifo. Vado più veloce e la sento urlare, ho bisogno di venire, mi è venuta un'erezione oggi pomeriggio pensando a Esther e ho bisogno di calmarmi. «Jerry sto per ah..» la sento venire e poco dopo vengo anch'io «Esther!» urlo come un forsennato per poi uscirle fuori. Apro gli occhi e la vedo sgranare gli occhi, aggrotto la fronte in un primo momento ma poi capisco e impreco «C-chi è E-esther?» chiede sotto shock «Di cosa parli?» faccio il finto tonto rialzandomi dal pavimento di casa sua. «Sei venuto urlando il nome di un'altra» cazzo. Cazzo. Cazzo «Ma che dici!» mi arrabbio un po' «Hai detto Esther! Io mi chiamo Juliette!» mi urla contro e cazzo mi devo inventare qualcosa «Esther non é una persona! Io e i miei amici utilizziamo questo termine per esprime l'eccitazione a stato massimo» che cazzo sto dicendo? Spero solo ci creda.
«Mi stai fottendo? Hai un'altra vero?» sudo freddo «Ma cosa dici! Sai che ti amo..» si io la amo. O quasi.. «Jeremiah giuramelo» ispiro velocemente «Lo giuro» mi sorride e mi bacia. Cosa cazzo sto combinando..
«Tesoro io.. Ora devo andare.. Ho un appuntamento con dei clienti. Devo tornare a lavoro» devo assolutamente uscire da qui. «Okay ma stasera voglio uscire a cena»
«Fatti trovare pronta alle otto. Andiamo al Royals» saltella ancora nuda e mi ribacia «Vado. A stasera» scappo in fretta e in furia.
Una volta fuori sospiro bruscamente e mi avvio verso la mia moto, sento il cellulare che squilla e lo tiro subito fuori dalla tasca: è zio Robert.
«Zio!» «Hey figliolo! Te ne sei andato poco fa ma io seriamente bisogno di te» la sua voce è preoccupata e mi spaventa molto.
«Cos'è successo?» chiedo con un filo di voce «Margaret ha avuto un infarto ieri sera e stiamo in ospedale. Ne ha avuto anche uno stamattina e non sta molto bene. L'edicola è chiusa e sinceramente ho bisogno di soldi per le spese mediche e non posso permettermi di tenere chiuso il negozio.» che situazione.. Devo assolutamente tornare da lui ma cavolo devo lavorare! «Okay. Prenderò l'aereo oggi stesso. Appena arrivo ti chiamo» mi allaccio il giubbotto nel frattempo «Grazie mille figliolo, ti voglio bene» la sua voce trema «Anch'io zio. Ciao» attacco e metto in moto la macchina. Mi fermo alla banca e prelevo un po' di denaro da dare a mio zio. Torno a casa, preparo le valigie e dopo essermi preparato corro all'aereoporto. Mando un messaggio alla mia famiglia spiegando loro che zia Margaret ha avuto un'infarto e mi scuso con Juliette.
C'è un posto disponibile in seconda classe e sono fortunato dato che l'aereo decollerà tra mezz'ora.
Faccio in tempo a fare tutto e a salire, sono preoccupatissimo per zia Margaret e l'idea di tornare a Detroit non mi rende particolarmente felice soprattutto se penso ad Esther. Mi ha fatto morire in questi cinque giorni, l'ho sognata tutte le dannate notti e non va bene! Lei non mi accetta, non le interesso ed è di altre mentalità ma non so perché sono più che attratto da lei. Ho addirittura immaginato di fare sesso con lei che con la mia fidanzata. Assurdo! Devo assolutamente parlarle.
Con questo pensiero mi addormento stremato***
«Sei un allocco! Pensi di svignarmela con un messaggio? Eh no mio caro! Tu ne pagherai le conseguenze, vuoi essere diseredato vero? Sei sulla buona strada! La tua fidanzata piange come una matta» le solite cazzate di mio padre:
1. Gli insulti
2. Minaccia di diseredazione
3. Juliette che piangeTipico discorso di William Curtee. «Senti fai quello che vuoi. Tua cognata sta morendo e non ti interessa. Sei un insensibile e non me ne fotte un cazzo dei tuoi dollaroni. Lascia piangere quella bimba che poi le passa. Ci si sente» attacco il cellulare e torno nella stanza di zia Margaret. È su un lettino con dei fili attaccati ovunque, mi fa male vederla così ... È stata come una mamma per me e ci tengo molto a lei..
«Figliolo vai a casa. Riposati che domani mi servi a negozio» lo guardo negli occhi e noto la sua stanchezza. «Vai tu. Resterò io con zia Margaret, vieni domani così mi dai il cambio e io vado in edicola» scuote la testa «Dai zio ci sono io! Non ti preoccupare vatti a riposare» mi mette una mano dietro la nuca e mi stringe a lui «Grazie Miah» gli sorrido e gli do una pacca alla schiena.
Bacia la moglie e se ne va. Io passerò la notte qui e devo assolutamente mettere la valigia da qualche parte.***
Sono ormai le dieci di sera e zia Margaret già dorme, ho chiamato zio Robert per sapere come sta e ho chiamato anche mia madre. Mi odia a morte, dice che sono la rovina della famiglia ma io sinceramente me ne sbatto... Devo assolutamente sentire Esther, devo chiarire con lei e assicurarmi che non sia finita in prigione.
Digito il suo numero e attendo una risposta «Jeremiah!» risponde dopo quattro squilli e la sua voce mi fa battere il cuore «Esther come stai?» mi trema la voce «Ehm bene.. Tu?» sembra meno fredda del solito «Bene grazie» non so da dove partire «C-com'è il New Jersey?»
«Fino a ieri mi è sembrata okay ma ora non lo so» ridacchio un po' «Che intendi? Non sei a casa?» «No sono a Detroit.» sento il silenzio dall'altra parte «Perché sei tornato?» mi sussurra «per mia zia Margaret, è stata male e devo aiutare lei e zio Robert» la sento borbottare qualcosa «Certo... Ehm Jeremiah devo andare» perché? Cosa ho fatto? «Aspetta!» so che ha il brutto vizio di attaccare sempre il telefono in faccia alla gente «Che c'è?» mi chiede bruscamente «P-possiamo vederci domani?» ti prego di' di sì.. «Non lo so.» «Ti prego.» mi deve dire di si «Jeremiah cosa vuoi da me?» mi urla contro «Vederti. Vieni in edicola domani poi la sera ti porto a cena. Dimmi di sì» la sento sospirare poi il silenzio «Okay. Ora lasciami in pace» mi attacca il telefono in faccia ma sono ugualmente felice. Sorrido come un ebete e mi accascio sulla poltrona. E domani è un altro giorno
STAI LEGGENDO
Above Boundaries (Oltre i Confini)
RomanceIn una Detroit arretrata, in una società divisa e in due popolazioni completamente diverse, Esther: ventitreenne afroamericano, cresciuta in una famiglia difficile, senza un padre e con una madre alcolista troverà l'amore in Jeremiah, un trentenne b...